Perugia, detenuto 30enne si toglie la vita

Fase delicata per il carcere di Capanne. Oltre alle aggressioni in serie agli agenti, venerdì mattina un tunisino si è impiccato nel reparto isolamento

Condividi questo articolo su

Fase delicata per il carcere di Perugia-Capanne. Dopo l’agente sequestrato e minacciato con una lametta alla gola, dopo la collega aggredita da una detenuta della sezione femminile, venerdì mattina un detenuto 30enne di origine tunisina si è tolto la vita all’interno del reparto isolamento, impiccandosi. A darne notizia è il sindacato di polizia penitenziaria Osapp che riporta anche un altro caso accaduto nella tarda serata di giovedì, quando un detenuto italiano appena trasferito da Roma ha sfasciato letteralmente la sua camera detentiva, minacciando chiunque si avvicinava con i pezzi del water rotti.

Il Sappe

Sul fatto interviene anche il segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino: «L’uomo si è suicidato in una cella dove era isolato per motivi disciplinari. Nordafricano, 37 anni, fino a mezz’ora prima aveva parlato con l’agente di servizio ma nel successivo giro di controllo è stato ritrovato impiccato alle sbarre della finestra. L’uomo è stato prontamente soccorso dal personale di polizia penitenziaria e tempestivamente sono intervenuti il medico che hanno provato  più volte a rianimarlo ma non c’era più nulla da fare». Per il segretario generale Donato Capece «la notizia di questi nuovi drammatici suicidi di detenuti evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di polizia penitenziaria (che purtroppo a Perugia non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza».

«Sul punto di esplodere»

A stretto giro Bonino lancia un’altra nota: «Qualcuno ha messo in circolo la falsa e assurda notizia che il detenuto sarebbe stato ucciso. E questo ha indotto gli altri detenuti, ristretti nei quattro piani del reparto circondariale, ha bruciare materassi e a dare corso a folli e forti proteste: direttore e comandante del carcere hanno disposto per il personale di polizia penitenziaria in servizio di disporsi in assetto anti-sommossa, ma per fortuna non è stato necessario intervenire».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli