Perugia, ‘Great energy’ Arresti e sequestri

Blitz di Guardia di finanza e Ufficio dogane. Smantellata associazione a delinquere operante nel settore energetico. Al vertice due imprenditori e un libero professionista

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Sequestri preventivi per svariati milioni di euro e nove misure cautelari – due custodie in carcere, cinque arresti domiciliari (misura applicata anche ad un noto professionista) e due obblighi di dimora – scattate nei confronti di altrettanti soggetti nell’ambito dell’operazione ‘Great energy’, svolta dalla Guardia di finanza di Perugia in collaborazione con il locale Ufficio doganale. I provvedimenti, disposti dal gip di Perugia, sono scattati dalle prime ore di giovedì.

IL COLONNELLO SOLOMBRINO: «FRODE DA 20 MILIONI» – VIDEO

Le accuse Ai nove la procura perugina – in particolare il procuratore Luigi De Ficchy e il pm Massimo Casucci – contesta l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari (omessa dichiarazione e versamento delle imposte, occultamento della documentazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte), alla truffa aggravata nei confronti dei fornitori e dello Stato (stimata in quest’ultimo caso in circa 20 milioni di euro), bancarotta fraudolenta (tre le società fatte fallire) nonché riciclaggio ed autoriciclaggio.

I sequestri Attraverso l’ordinanza, esito delle attività investigative della procura e delle Fiamme Gialle, il tribunale ha anche disposto il sequestro preventivo di oltre 30 milioni di euro e delle quote di due società in cui, secondo gli inquirenti, è stata reinvestita una parte dei proventi – circa 2 milioni di euro – dell’attività illecita. I sequestri hanno rigurdato conti correnti, sulle quote societarie e sui beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati.

IL BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA – IL VIDEO

Il ‘clan’ del mercato energetico «I provvedimenti restrittivi – si legge nella nota diffusa dalla procura di Perugia a firma del procuratore De Ficchy – riguardano un’organizzazione criminale, con base operativa a Perugia, operante nel mercato energetico e che, attraverso un articolato meccanismo fraudolento, ha incassato i corrispettivi per le forniture di gas ed energia elettrica erogati ad una nutrita clientela (privati, aziende ed enti pubblici) omettendo il pagamento di oltre 20 milioni di euro dovuti sotto forma di accise, Iva ed altre imposte».

Imprenditori e professionisti nei guai «Le complesse indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla procura ed eseguite dalle Fiamme Gialle perugine e, per i profili di competenza, dal Servizio antifrode del locale Ufficio doganale, una cui segnalazione ha originato il procedimento penale, hanno consentito di disvelare l’ampio disegno criminoso ordito dai promotori dell’organizzazione: due imprenditori locali che, con il determinante apporto tecnico-giuridico di un professionista del capoluogo umbro e di numerosi ‘uomini di fiducia’, hanno utilizzato nel tempo, in rapida successione, tre società preordinatamente destinate ad operare nel mercato energetico in completa evasione di imposte, maturando ingenti debiti anche nei confronti dei fornitori».

Il tenente colonnello Freda e il colonnello Solombrino

Il ‘sistema’ «Il meccanismo fraudolento prende il via quando la prima delle società coinvolte, richiede all’Agenzia delle Dogane di Perugia le autorizzazioni ad erogare prodotti energetici, dichiarando di possedere un irrisorio numero di clienti e versando di conseguenza una cauzione minima. Di fatto invece, omettendone la comunicazione al suddetto ufficio finanziario, la società inizia sin da subito ad operare con un pacchetto clienti ben superiore, in parte rilevato da società del settore in via di dissesto, che, trascorso poco più di un anno, all’approssimarsi delle scadenze del pagamento delle imposte, viene trasferito (nel gergo tecnico ‘switchato’), senza soluzione di continuità, ad una seconda società appositamente costituita che, munitasi nel frattempo di autorizzazione sempre con una cauzione minima, si sostituisce alla prima nell’erogazione dei servizi ai propri utenti, messi a conoscenza con una semplice comunicazione di tali avvicendamenti societari».

‘Puzza di bruciato’ «Successivamente – è la ricostruzione della procura –  entra in scena un nuovo operatore, anch’esso intestato a prestanomi compiacenti, con il quale si perfeziona il progetto criminoso del sodalizio che, infatti, amplia notevolmente il proprio fatturato grazie all’acquisizione, all’esito di sofisticati passaggi societari, del cospicuo pacchetto clienti di un’importante e storica società del settore energetico. Le investigazioni di polizia economica e finanziaria svolte dai Finanzieri del Gruppo della Guardia di finanza di Perugia hanno inoltre consentito di accertare come, sotto la qualificata regia tecnico-giuridica del professionista, l’organizzazione, temendo gli esiti degli accertamenti in corso, abbia poi operato uno ‘svuotamento’ dalle casse dell’ultima azienda di ben 9 milioni di euro, simulando dei contratti di fornitura con una società residente negli Emirati Arabi, ma, di fatto, riconducibile ad uno dei due promotori dell’organizzazione, per fare fuoriuscire provviste finanziarie in parte rientrate in Italia, occultate sotto la forma di aumento del capitale sociale di due distinte aziende, operanti nel campo dell’energia e della nautica».

Il plauso «La sinergia tra il Corpo e l’Agenzia ha infatti contribuito in maniera significativa al disvelamento della complessa architettura criminale progettata e realizzata dal sodalizio in un settore merceologico tanto peculiare sotto il profilo normativo, quanto strategico dal punto di vista economico e tributario. In tal senso, un plauso particolare – afferma Luigi De Ficchy – va rivolto alla Guardia di finanza per la consueta professionalità ed abnegazione evidenziate anche nell’espletamento delle lunghe e delicate indagini in argomento, nonché all’Agenzia delle Dogane per la professionalità dimostrata e la qualificata collaborazione fornita nell’ambito di competenza».

Federconsumatori La Federconsumatori Umbria esprime «un forte plauso all’operato della Guardia di Finanza, all’Agenzia delle Dogane e alla Procura della Repubblica di Perugia per aver brillantemente smascherato la truffa dell’energia. Condividiamo quanto detto dal colonnello Dario Solombrino, cioè che con operazioni simili si tutela la concorrenza leale tra le imprese che rispettano le regole, si colpiscono i veri evasori e si tutelano gli ignari consumatori e utenti». L’associazione ritiene «particolarmente di valore operazioni simili che sono a favore della tutela della legalità in un momento in cui il cittadino utente è sempre più confuso e frastornato da un mercato del settore energia non sempre regolato e trasparente.

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