Perugia, sui lampioni polemica accesa

Il servizio va all’estero con l’affidamento a Citelum. Pioggia di critiche con Pd e 5 stelle che si astengono dal voto. L’assessore Calabrese: «Risparmi per 9 milioni e progetto competitivo»

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Passaggio obbligatorio e sofferto, in consiglio comunale, per l’atto d’indirizzo sulla riorganizzazione del servizio di gestione della pubblica illuminazione. Lunedì sera, infatti, l’atto è stato approvato dalla maggioranza – con Pd e 5 stelle che si sono astenuti – ma le polemiche non sembrano volersi spegnere.

Il progetto Già approvato, in commissione, neanche tre giorni fa, l’atto propone di trasferire il servizio di pubblica illuminazione dalla gestione in economia, attuata finora dall’ente con proprio personale, alla gestione esterna mediante adesione alla convenzione Consip, la centrale unica degli acquisti per la pubblica aministrazione, come da proposta dell’azienda francese Citelum. «Attualmente abbiamo 30mila punti luce -ha detto Calabrese- con un consumo superiore ai 4 milioni di euro annui, mentre con le tecnologie attuali ormai sono possibili notevoli risparmi. Dall’altro lato, abbiamo riscontrato la necessità di rinnovare la pubblica illuminazione date le carenze strutturali che evidenziano 4mila pali da sostituire e 14mila corpi illuminanti le cui lampade sono fuori produzione, il che comporta la sostituzione dell’intero corpo».

Condivisione «In questo progetto -ha proseguito l’assessore- c’è molto delle iniziative consiliari degli ultimi anni, di ogni forza politica e per questo si rende opportuna la condivisione con il consiglio. Tutta la città ne sarà interessata, in tempi rapidi di un anno, un anno e mezzo. Si tratta di un percorso che parte dal censimento e dalla conoscenza del territorio per arrivare ad un confronto conclusivo sulle azioni possibili, da cui la migliore soluzione è stata ritenuta la convenzione Consip sia per i costi che per i tempi di realizzazione dell’intervento. Alla fine -ha concluso- avremo un sistema di pubblica illuminazione moderno, collegato attraverso la fibra con un sistema di telecontrollo, l’abilitazione degli smart-services, un risparmio a bilancio di non meno i 500mila euro, una qualità dell’illuminazione elevata».

Maggioranza Eppure, la soluzione, non piace, in qualche caso neanche ad alcuni componenti della stessa maggioranza. Si dice non troppo illuminato, il capogruppo Cor Carmine Camicia, secondo il quale il progetto non rappresenta quel salto di qualità che i cittadini si sarebbero aspettati. «Altre aziende -ha sottolineato Camicia- avevano interesse a proporre alla città delle innovazioni, abbattendo i costi, ma tutte queste proposte non sono state prese in considerazione dagli uffici. Se è vero che c’è uno spreco, abbiamo verificato la soddisfazione dell’attuale sistema di illuminazione?».

Azienda straniera Un progetto non condivisibile anche secondo il Pd, «proprio per la scelta politica fatta per raggiungere l’obiettivo, perché in un momento come questo di grave crisi economica -ha spiegato Mirabassi- la giunta, visto l’investimento di 32 milioni di euro, avrebbe dovuto tenere conto delle offerte di altre aziende, locali o nazionali, anziché di un’azienda francese seppur vincitrice della gara Consip». Una faccenda chiusa troppo in fretta e in modo troppo veloce, dunque, mentre sarebbe stata più opportuna una gara europea. «Il rischio non è solo che il comune vada a finanziare un’azienda francese anziché italiana – ha chiarito il consigliere Bori – ma soprattutto che l’azienda estera subappalterà alle aziende locali, portando il profitto altrove e costringendo le aziende locali a lavorare a costi bassi. La gara ad evidenza pubblica avrebbe garantito, invece, da questo rischio e anzi avrebbe innescato nel territorio un circolo virtuoso investimenti-lavoro».

Gara Consip «Un appuntamento improcrastinabile – ha difeso la consigliera Angela Leonardi ribadendo la necessità immediata di intervenire sulla pubblica illuminazione, dato che la scarsità di risorse degli ultimi anni ha fatto sì che non venissero fatte manutenzioni. «Consip -ha sottolineato Leonardi- non ha scelto a caso, ha fatto una gara europea, strappando anche prezzi più convenienti Con questo progetto andiamo a liberare risorse attraverso i consistenti risparmi che si otterranno e che rimarranno sul territorio. L’amministrazione ha il dovere di intervenire e di intervenire adesso».

Risparmio «Se c’è stata una pratica partecipata con la città è questa» ha chiuso sull’argomento l’assessore Calabrese. Sulla critica secondo cui i 32 milioni di euro andrebbero in Francia, l’assessore ha ribadito che «approvando oggi l’atto si passa da una spesa annua di 4,4 milioni, che per 9 anni fa circa 40 milioni di euro, a 32, con un risparmio di 8 milioni di euro che restano davvero sul territorio». Rispetto, invece, alla critica di non aver dato spazio alle imprese locali, l’assessore ha ricordato come non sia stato presentato un progetto locale che minimamente si avvicinasse a quelli delle aziende del settore arrivate da tutta Italia e dall’estero. «Abbiamo interloquito con molte imprese e non è facile immaginare che imprese locali avrebbero potuto aggiudicarsi una gara europea, perché non competitive rispetto ad altre realtà ben più grandi -ha sottolineato- Tuttavia a queste stesse imprese locali, assumendoci delle responsabilità importanti, abbiamo spiegato che le opportunità per l’economia locale ci sono all’interno del volume complessivo dell’operazione. Perseguiamo l’interesse generale senza penalizzare nessuno».

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