Prima Tac al cuore di un neonato di due settimane a Perugia: escluse malformazioni

Soddisfazione, oltre che per l’esito dell’esame, anche per la collaborazione fra equipe di eccellenza dell’ospedale

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Eseguita, per la prima volta all’ospedale di Perugia, la Tac al cuore su un paziente di appena due settimane con sospetta malformazione di una coronaria. Un esame diagnostico solitamente ad appannaggio degli ospedali pediatrici, ma che è stato possibile eseguire a Perugia grazie ad un’equipe multidisciplinare di specialisti. «Il piccolo paziente – riferisce l’ospedale in una nota – è stato ricoverato presso la terapia intensiva neonatale, diretta dalla dottoressa Stefania Troiani, per un’ipertensione polmonare grave risolta brillantemente con terapia farmacologica. Nel corso del ricovero però, grazie all’esecuzione di ecocardiogrammi seriali, l’equipe medica della dottoressa Troiani ha sospettato una possibile malformazione di una delle coronarie, evento potenzialmente fatale per un neonato. L’equipe multidisciplinare formata da neonatologi, radiologi, tecnici e infermieri, ha deciso di procedere all’esecuzione della Tac cardiosincronizzata dopo blanda sedazione, sotto la guida del neonatologo Daniele Mezzetti. La dottoressa Sara Riccioni della struttura complessa diagnostica per immagini (diretta dal professor Scialpi), il dottor Federico Crusco della struttura complessa radiologia 1 (diretta dal dottor Duranti), il tecnico sanitario di radiologia medica Antonio Papa e gli infermieri Ornella Passeri, Cristina Marani, Sonia Lanari e Chiara Goracci hanno ottimizzato la procedura per produrre immagini diagnostiche in tempi brevissimi, con minima dose di radiazione e di mezzo di contrasto, riuscendo ad ottenere un esame altamente risolutivo e sicuro per il piccolo paziente. Fortunatamente – conclude il ‘Santa Maria della Misericordia’ – l’esame diagnostico ha dato esito negativo e il bambino è stato dimesso». «Ringrazio i professionisti per la dedizione profusa – sottolinea il drettore generale, Giuseppe De Filippis -. Un esempio di come l’integrazione tra competenze scientifiche multidisciplinari e tecnologia specialistica siano a salvaguardia della salute dei nostri pazienti».

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