Regione, M5S shock: «Dirigenti minacciati»

Andrea Liberati: «Richieste di evitare quanto più possibile i colloqui con noi». Il segretario generale: «Non risultano fatti del genere»

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La denuncia è grave, anche se generica, e arriva proprio alla vigilia dell’insediamento del nuovo consiglio regionale, la cui prima seduta è in programma giovedì alle 15.

La denuncia Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, ci sarebbero «numerosi dirigenti e funzionari di giunta e consiglio regionale, stanchi dell’andazzo attuale», con i quali «stiamo interloquendo» e che «dopo averci indicato molte irregolarità gestionali perpetrate in questi anni, hanno tutti manifestato forti preoccupazioni per la propria vita professionale».

Le «intimidazioni» Il capogruppo del M5S parla di «sottili intimidazioni e minacce più o meno larvate» che ai dirigenti ed ai funzionati sarebbero state rivolte da «uomini di secondo piano del regime corrente». Liberati afferma che questi «soggetti da tempo raccomandano caldamente ai dipendenti medesimi di evitare quanto più possibile i colloqui con noi e andando addirittura a verificare l’apposizione dei ‘mi piace’ sui profili Facebook personali, lanciando loro avvertimenti pesanti qualora fossero tentati dal cliccare sulla pagina sbagliata, la nostra» ed esprime «grande indignazione», chiedendo alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, di «condannare fermamente certi metodi», dando concreta applicazione al Piano triennale di prevenzione della corruzione.

‘Whistleblower’ Andrea Liberati chiede anche alla presidente «se intende effettivamente tutelare i cosiddetti ‘whistleblower’, quei dipendenti cioè, davvero molti, che vogliono soltanto poter denunciare la sua cattiva amministrazione, senza essere per questo discriminati. Dipendenti che, non essendo asserviti ad alcuno, sorretti dal solo senso dello Stato, dopo averci indicato molte irregolarità gestionali perpetrate in questi anni, hanno tutti manifestato forti preoccupazioni».

La replica Il segretario generale dell’assemblea legislativa dell’Umbria, Fabio Piergiovanni, replica che «nella mia veste di segretario generale dell’assemblea legislativa, per quanto riguarda il personale di palazzo Cesaroni, dichiaro di non essere a conoscenza dei fatti cui fa riferimento il consigliere Andrea Liberati che, se confermati, sarebbero sicuramente gravi e censurabili. Invito quindi il consigliere a dettagliare circostanze e nomi di responsabili di tali eventuali azioni all’autorità giudiziaria, o al sottoscritto che, laddove se ne ravvisino gli estremi, provvederà ad agire sia in via amministrativa interna, sia presso le autorità giudiziarie competenti. Per quanto riguarda, infine, i rapporti della struttura dell’assemblea legislativa dell’Umbria con i gruppi consiliari, non posso che confermare la piena, dovuta e trasparente disponibilità mia personale, di tutti i servizi e uffici di palazzo Cesaroni».

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