Rifiuti a Belladanza, il ‘no’ di Città di Castello

Il sindaco Bacchetta insieme all’assessore Massetti e agli esponenti del consiglio comunale, spiegano perché la comunità tifernate non può farsi carico dei rifiuti della città di Perugia

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di G.N.

Arriva il ‘no’ del sindaco di Città di Castello e di tutto il consiglio comunale ad accogliere i rifiuti dell’intera comunità perugina: giovedì mattina, dal palazzo di piazza Italia, il sindaco Luciano Bacchetta insieme al presidente e al vicepresidente del consiglio comunale, rispettivamente Vincenzo Tofanelli e Marco Gasperi, e all’assessore comunale Massimo Massetti, hanno spiegato le ragioni del rifiuto, accusando la Regione dell’Umbria di «mancata programmazione» e il vicesindaco di Perugia Urbano Barelli di «non conoscere i fatti» e di «non aver saputo creare un proprio impianto funzionante per i rifiuti della città capoluogo di regione».

Bacchetta contro Barelli: «Nessun campanilismo».

«Si sta compiendo un tentativo di mistificazione fuori luogo» ha esordito Bacchetta, in risposta al vicesindaco Barelli: «Città di Castello ha un impianto che è stato di recente rinnovato e adeguato (inaugurazione risale al luglio scorso, ndR) il cui costo è di circa 15 milioni di euro, di cui 3 milioni da fondi regionali e da 12 milioni da una società partecipata comunale, Sogepu. Il vicesindaco di Perugia parla di questo impianto come regionale, cosa che non è affatto. Si continua a non affrontare il problema. La situazione di emergenza umbra, ormai datata, viene affrontata con delibere che vanno di mese in mese, scaricando ulteriormente sul nostro impianto tutti i problemi della comunità provinciale».

Belladanza: 10 mila tonnellate di rifiuti in due mesi

«Dallo scorso ottobre – ha proseguito Bacchetta – l’impianto di Belladanza ha ricevuto ben 10 mila tonnellate. A questi ritmi rischia di chiudere in due mesi. Non è possibile che la comunità altotibeirna debba subire ritardi e inadempienze altrui. Rischiamo di essere immolati su un altare di non programmazione. Quello che contesto è che la comunità di Perugia abbia la percezione che i problemi siano a causa del Comune di Città di Castello».

Il consiglio comunale tifernate compatto

Il consiglio comunale di Città di Castello ha votato un documento con il quale si chiede al sindaco di intervenire affinché non siano più queste situazioni. «Sono mesi che si va avanti con proroghe senza interventi di programmazione. È necessario – ha aggiunto il primo cittadino – intervenire sulle due discariche del perugino, ancora oggi inspiegabilmente chiuse».

Gli atti e la posizione in Auri

Ad entrare nel merito degli atti è stato l’assessore comunale Massimo Massetti: «Si sono susseguite diverse riunioni dei consigli direttivi dell’Auri (Autorità umbra rifiuti e idrico, ndR). Lo scorso 2 novembre è stata fissata la data del 31 dicembre come ultima per una serie di programmazioni ed elementi di valutazione. In Regione, lo scorso 5 novembre, si è tenuto un incontro convocato dalla presidente Marini e dall’assessore regionale Cecchini, in cui sono stati ribaditi quei concetti utili a scongiurare quello che oggi stiamo trattando. Da quella data siamo arrivati al 28 dicembre quando l’Auri ha convocato di nuovo il consiglio, sottoponendo una proroga al 31 gennaio 2019, termine che è stato nuovamente modificato al 21 gennaio. Si ipotizzava un progetto preliminare per la riapertura di Borgogiglione l’11 gennaio, un progetto definitivo il 28 febbraio e nel frattempo si chiedeva la valutazione di poter utilizzare, fin da subito, 47.500 tonnellate per conferire i rifiuti della comunità perugina. Al primo deliberato, Città di Castello non ha votato un’ulteriore proroga per un mandato politico del nostro consiglio comunale».

Il presidente Tofanelli: «Una città coesa»

«È massima la coesione che il Comune di Città di Castello ha assunto rispetto a questa vicenda – ha detto il presidente del consiglio comunale tifernate, Tofanelli -. Il prossimo 7 gennaio la questione sarà di nuovo in discussione in consiglio». Un punto di vista condiviso anche dal vicepresidente Gasperi: «Ribadisco le preoccupazioni espresse riguardo a una spaventosa mancanza di progettazione. Di mese in mese si pensa di poter risolvere la situazione rifiuti di un’intera regione. Questo è preoccupante perché al di là dello spazio fisico limitato e l’innalzamento dei costi, si palesa una mancanza di volontà di affrontare il problema».

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