Riforma costituzione: «Proposta Meloni non sta in piedi. E lo sanno bene»

Terni – Il professor Francesco Clementi ha presentato il proprio libro sulla figura del Presidente del Consiglio

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Presentato sabato mattina presso lo Spazio Bloom di Terni, nell’ambito dell’iniziativa organizzata dal Pd locale, il libro del professor Francesco Clementi intitolato ‘Il Presidente del Consiglio dei Ministri. Mediatore o decisore?’ (Il Mulino). Presenti, oltre all’autore, il professor Luca Castelli, la vice presidente della Camera Anna Ascani e il consigliere regionale Fabio Paparelli. Il volume è il primo della collana ‘Riscoprire le istituzioni’ de Il Mulino, diretta dallo stesso professor Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di scienze sociali ed economiche della facoltà di scienze politiche, sociologia, comunicazione dell’università di Roma ‘La Sapienza’. «Questo Paese – ha detto l’autore – ha necessità di riforme ma la politica fatica a farle: le scrive e le presenta male. Il punto è che con il passare degli anni, i problemi aumentano. Il tema del Governo è sempre stato un problema storico in Italia, una sorta di ‘incompiuta’. L’Europa ci dice che l’Italia ha bisogno di un Presidente del Consiglio ad immagine degli altri Paesi. E di certo è ridicolo che il nostro non possa nominare né revocare i ministri. Poi c’è il fatto che il premier gestisce il rapporto con le Regioni e abbiamo visto anche con la pandemia, quanto questo elemento sia critico. Il Capo del Governo in Italia è costretto a portare l’elmetto, somiglia un po’ al vigile urbano-Alberto Sordi, costretto a muoversi fra le complesse dinamiche che si instaurano fra i partiti. In questo quadro – ha detto Francesco Clementi – la riforma costituzionale presentata in parlamento dal Governo Meloni, ammettendo che si possa aprire un confronto sul tema del presidenzialismo, è insoddisfacente e incoerente. Non solo per me, ma anche per pezzi della maggioranza e illustri costituzionalisti. Un coacervo di cose inspiegabili che non stanno in piedi, e i proponenti lo sanno bene. Lecito chiedersi allora: perché lo avete fatto? Se le ragioni sono politiche, è doveroso dire che con la Costituzione non si gioca, in passato altri sono andati a ‘sbattere’ proprio per questo motivo». Per Luca Castelli, il punto di partenza di una riforma ‘seria’ è il dialogo: «Bisogna tenere ben presente la storia, l’evoluzione delle leggi, piuttosto che il quadro politico del momento. Altrimenti, senza un’analisi che vada oltre queste visioni temporanee, il rischio è significativo e, nella migliore delle ipotesi, non si approda a nulla».

Terni: il Presidente del Consiglio fra storia e riforma del premierato. Ne parla il professor Clementi

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