Scuola in Umbria: «Ecco cosa non va»

Altrascuola – Rete degli Studenti Medi lancia una campagna su Facebook per denunciare le criticità dell’alternanza scuola-lavoro

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L’iniziativa è di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria e l’obiettivo è una denuncia chiara e circostanziata: «Con l’entrata in vigore della ‘Buona Scuola’ l’alternanza scuola-lavoro è diventata una parte fondamentale del nostro sistema scolastico e della quotidianità degli studenti, criticità e contraddizioni comprese. Migliaia di ragazzi si sono ritrovati a ricoprire mansioni che avevano poco o nulla a che fare con i loro studi, ripetitive e/o utilizzati per rimpiazzare lavoratori stagionali. Invece che essere un momento di incontro tra due realtà, nella maggior parte dei casi si è dimostrato l’ennesimo caso di subordinazione della scuola al mercato del lavoro, questa volta però, direttamente sulla pelle degli studenti».

«Esperienze negative» L’associazione spiega che «vogliamo tornare a parlare di questo tema e ne vogliamo parlare mettendone in luce le tante esperienze negative che gli studenti hanno vissuto in questi mesi. Inizieremo quindi una rubrica chiamata ‘Voci da un’alternanza precaria’ nella quale, ogni mercoledì ed ogni domenica, tramite delle videointerviste racconteremo le disavventure dei ragazzi nelle scuole della nostra regione». La prima videointervista appare da domenica sera sulla pagina Facebook di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria.

David Polzoni

Parla David Il primo protagonista si chiama David e questo è il suo racconto: «Frequento il quarto anno di liceo scientifico e la mia esperienza con l’alternanza è stata tutto tranne che formativa. In primo luogo, delle 150 ore svolte, solo 50 sono state considerate come tali mentre le restanti mi sono state pagate come fosse un qualsiasi lavoro estivo. La mia alternanza si svolgeva in piscina nel periodo estivo e le mie mansioni comprendevano distribuire lettini ed ombrelloni alle persone e controllare che non si facessero del male quando utilizzavano gli scivoli. Personalmente non riesco a vedere in tutto ciò nulla di formativo, sicuramente mi sono divertito, ma di fatto io ed i miei compagni non abbiamo fatto alcuna esperienza di alternanza. A ciò si aggiunge il fatto che essendo minorenne non avrei potuto sorvegliare altri minorenni e, soprattutto, senza il brevetto da bagnino non sarei stato capace di fare nulla in caso di necessità. Pensando all’anno scorso vorrei cambiare praticamente tutto dell’alternanza scuola-lavoro, organizzata accettando i primi progetti che vi si sono presentati senza accertarsi che avessero un vero valore per gli studenti, fortunatamente sembra che le cose stiano migliorando, spero veramente che sarà così».

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