Bivacco-accattonaggio Nuove misure a Terni

L’assessore Francescangeli e la dirigente Pirro in commissione per spiegare cosa accade con l’introduzione dell’articolo 54-bis nel regolamento di polizia urbana

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di S.F.

«Non è altro che un adeguamento alle normative vigenti. Viene fatto in base al decreto Minniti del 2017 e quello successivo, del 2018, di Salvini. Il primo individuava luoghi nelle città interessate da flussi turistici dove si vietava il bivacco stabile, il secondo lo ha esteso a vie e piazze pubbliche per il decoro urbano. Il sistema sanzionatorio è invece diverso, per le zone del decreto Minniti si arriva fino a 500 euro e il possibile allontanamento». Così ha introdotto l’argomento l’assessore Sara Francescangeli in merito all’introduzione dell’articolo 54 bis nel regolamento di polizia urbana: focus sul bivacco, l’accattonaggio – itinerante e non – e le varie sanzioni. Al suo fianco la dirigente Alessandra Pirro, più tecnica nel dare spiegazioni sulle effettive modifiche.

IL CAMBIO DI REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA: SANZIONI, AREE E DASPO

Alessandra Pirro e Sara Francescangeli in I° commissione

La Pirro e l’accattonaggio non itinerante

La numero uno della polizia Locale ha poi allargato il discorso: «Penso che l’obiettivo sia quello di dare più sicurezza alla città e un ulteriore strumento alla polizia Locale. Ci troviamo spesso con ‘armi’ spuntate per intervenire in situazioni in cui ci sono spazi pubblici sono sistematicamente utilizzati da persone che ne limitano la fruizione. Il problema era capire quali erano le condotte da andare a sanzionare e ne abbiamo individuate tre: il bivaccare, l’accattonaggio non itinerante con permanenza protratta e lo stazionamento con comportamenti incompatibili con la vocazione delle aree e delle attrezzature». Poi un tema a lei caro: «L’accattonaggio non itinerante è una proposta del comando perché sanzionarlo è sempre pericoloso. Non è vietato – ha messo in evidenza – dalla legge in assoluto, ma se protratto sì: se si chiede l’elemosina in determinati posti da mattina a sera, creando timore reverenziale nei cittadini che si avvicinano in quel luogo, subentra la sanzione. Inoltre si entra in azione – il cosiddetto comportamento non compatibile con la vocazione dell’area – se si utilizza una panchina non per sedersi, ma per appoggiarci mezzi o comunque con altre finalità. Questa è la logica. Sono state selezionate alcune strade e zone dove si può creare allarme sociale, ad esempio parchi e scuole». In precedenza il daspo urbano era previsto solo aree come ferrovie, aeroporti o porti».

L’ARTICOLO 54-BIS: IL DOCUMENTO DI GIUNTA CON LE SPIEGAZIONI

Corso Tacito

Terni e il turismo. Gentiletti: «Allibito»

Il provvedimento amministrativo-pecuniario è diverso a seconda di dove avviene il bivacco stabile: «Per quel che concerne vie e cimiteri – ha proseguito la Pirro – è più bassa perché il decreto 2017 contempla solo vie a flussi turistici. Siccome Terni non è propriamente a vocazione turistica, la facciamo rientrare in un altro caso. Nelle altre circostanze c’è la possibilità del cosiddetto ‘daspo urbano’ con multe da 100 a 300 euro; in generale è ifficile rendere conforme un regolamento alla legge, ma ritengo sia stato un buon lavoro». Chi mostra segnali di disaccordo è Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Sono allibito da questo atto, so che per una dirigente è difficile tradurre in regolamenti una legge ad indirizzo politico. In questo modo si vuole perseguitare chi chiede l’elemosina: non voglio inasprire il dibattito, ma nel nostro Stato di diritto non si può sanzionare chi la chiede e non ci si può preoccupare di questa cosa parlando anche di daspo urbano».

COMANDO POLIZIA LOCALE, 30 IN CORSA (29 IN ORIGINE, POI UNA RIAMMISSIONE)

«L’accattonaggio non è sempre lecito. No falsa demagogia»

Francescangeli e Pirro non attendono molto per replicare: «La sua è un’interpretazione – risponde l’assessore a Gentiletti – strumentale. Le misure in materia di sicurezza delle città e a tutela del decoro sono state introdotte nel 2017 dal decreto numero 14 di Minniti. L’estensione del decreto Salvini è minimale e dà sanzioni inferiori oltretutto; inoltre c’è una legge dello Stato che ci impone di adeguare i regolamento. Alcune situazioni di accattonaggio sono indecorose». Più tecnico il secondo passaggio della comandante della polizia Locale: «Non è vero che l’accattonaggio è una condotta lecita, non è sempre così. Farlo in modo molesto e vessatorio ad oggi è un reato. Penso che il fine dell’amministrazione sia quello di dare più sicurezza alla città e uno strumento alla polizia Locale: ci troviamo spesso con ‘armi’ spuntate e pochi strumenti per intervenire in situazioni in cui ci sono spazi pubblici sistematicamente utilizzati da persone che ne limitano la fruizione. In Corso Tacito ci sono persone che spesso si ubriacano davanti alla farmacia: il decoro passa anche dalla forma e io devo avere degli strumenti per intervenire in queste circostanze. Che siano italiane o extracomunitarie. Poi si tratta di poche situazioni e marginali, per fortuna. Attenzione dalla falsa demagogia. Negozianti e operatori ci chiedono di entrare in azione e noi, al momento, non ne abbiamo i mezzi». Gentiletti chiude la questione: «Alla dirigente avevo richiesto chiarimenti di natura tecnica e non politici».

I dubbi e le zone non considerate

Valentina Pococacio – per lei debutto in I° commissione – del M5S ha posto una serie di questioni sull’applicabilità dell’articolo 54-bis: «Leggo di allontanamento per 48 ore, e se reiterato cosa succede? E i sanzionati che non hanno soldi? E cosa si intende per bivacco temporaneo? Chi stabilisce quando lo diventa o meno? E chi decide cosa sia l’utilizzo incompatibile dei luoghi? Ricordate che ci sono situazioni di degrado anche in periferia e non solo in centro». La sua ex collega di Movimento Patrizia Braghiroli – ora al Misto, sono da rifare le commissioni in tal senso – aggiunge un altro aspetto che non è sfuggito: «Campitello e Gabelletta sono escluse, lì il bivacco è possibile dunque? Vedo solo piazza della Meridiana a borgo Rivo». Anna Maria Leonelli di FdI la pensa diversamente: «Le zone individuate sono quelle con più fenomeni di bivaccamento, mi pare evidente. Io amplierei le misure del daspo urbano invece. Tutto ciò serve per portare ordine in città, è uno strumento dissuasivo».

Angeletti attacca: «Non c’è abbastanza personale polizia»

Sulla scia di Gentiletti c’è Paolo Angeletti di Terni Immagina: «Sono molto preoccupato – ha esternato – da questa proposta. Secondo me le leggi attuali sono più che sufficienti, il problema è che non c’è abbastanza personale di polizia per controllare: basterebbe una maggiore presenza da parte loro, stop. Quando c’è troppa discrezionalità nelle mani della polizia ci sono degli abusi, è una deriva da paesi del terzo mondo: non voglio offendere nessuno, ma ritengo che una modifica così non serva. Tutto parte dall’educazione dei cittadini». Doppia replica anche per lui: «La sua interpretazione – parte la Francescangeli – è fortemente ideologica, mi faccia sapere quali sono le norme che può utilizzare la polizia in questi casi. Non ci sono. Se c’è reiterazione (si riferisce alle 48 ore citate nel provvedimento) interviene la questura con il daspo, arriva fino a sei mesi. Ricordo che ci sono città italiane con regolamenti molto più stringenti, cito Venezia e Roma ad esempio. Non mi pare che tutto ciò sia troppo ristrettivo». Se ne riparlerà in un’altra seduta, ma non prima della chiosa della Pirro: «L’attività di polizia Locale non è mai completamente neutra, non mi fate passare per una persona che non sono. Faccio il mio lavoro con molta passione e mi interessa il bene della città, ci ho lavorato per mesi su questa tema. Il nuovo strumento è fondamentalmente è il Daspo, che è esecutivo. Con le sanzioni amministrative i problemi ci sono sempre».

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