Terni, crollo fatale: l’indagine prosegue

Si è chiuso di fronte al gip Santoloci l’incidente probatorio per l’incidente che aveva causato la morte dell’imprenditore Giorgio Piersanti

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Si è concluso con l’illustrazione della perizia svolta dall’ingegner Maurizio Tarchi, l’incidente probatorio legato al crollo della gru a Collepaese di San Liberatore, incidente che un anno fa – era il 12 settembre del 2014 – ha portato alla morte di Giorgio Piersanti, l’imprenditore di Stroncone – 50 anni appena – che la stava utilizzando nel parco di un’abitazione privata.

Incidente probatorio Lunedì mattina di fronte al gip Maurizio Santoloci, il perito ha illustrato l’elaborato depositato, chiarendo il proprio punto di vista in ordine alle cause dell’incidente fatale. Al termine il gip ha rinviato gli atti al pm per la prosecuzione dell’indagine in cui, al momento, risulta una sola persona indagata per omicidio colposo: si tratta del titolare della ditta che aveva affittato il mezzo da lavoro all’impresa individuale – la Green Service – di cui Piersanti era titolare.

Punti di vista Quello che si prospetta, in sostanza, è uno ‘scontro’ di perizie. Per il legale difensore dell’indagato, l’avvocato Attilio Biancifiori, i meccanismi della gru non avrebbero subito alcun malfunzionamento. Solo uno dei quattro ‘stabilizzatori’ sarebbe in parte rientrato, anche se – secondo l’avvocato Biancifiori – l’assenza di impurità nei lubrificanti e il corretto funzionamento della ‘scatola’ dello stabilizzatore, non evidenzierebbero alcuna situazione particolare alla base dell’ipotetico cedimento. Quest’ultimo, anzi, sarebbe dipeso da un errato posizionamento in relazione ai dislivello del terreno. Diverso il pensiero dell’avvocato Massimo Oreste Finotto, legale delle parti civili, che sottolinea come alla bae della cedimento ci sia proprio un malfunzionamento del macchinario.

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