Terni, debito ignorato: Comune ‘bastonato’

La somma è cresciuta del 40% negli anni. E ora il Tar ha nominato anche un commissario per prelevarla «da qualsiasi capitolo di spesa»

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Un debito che il Comune di Terni, nonostante ingiunzioni e diffide, non aveva proprio intenzione di pagare. E che negli anni, dai 51 mila euro iniziali è diventato di oltre 72 mila euro. Dulcis in fundo: nell’udienza di fronte al Tar, in cui si è discusso il ricorso dell’azienda creditrice, l’ente non si è fatto vivo. Tanto che il tribunale amministrativo ha anche nominato un commissario ad acta – il prefetto di Terni – per procedere al prelievo coattivo delle somme, in caso di ulteriore inadempienza.

Ingiunzioni e diffide La vicenda è legata ad un vecchio credito di 51.016 euro – datato 2010 – maturato dalla società Sisas Srl, relativo alla fornitura di segnaletica stradale in favore del Comune di Terni. Nell’impossibilità di incassare la somma, l’azienda si era rivolta al tribunale di Perugia che nel novembre del 2010 aveva emesso un decreto ingiuntivo a cui il Comune non si è opposto, seguito da un atto di precetto e, nel 2013, da una diffida stragiudiziale. Con il passare dei mesi, fra interessi e spese, la somma è ‘lievitata’ fino ai 72.596 euro riconosciuti dal Tar.

Il saldo In mezzo, anche un tentativo di conciliazione messo in atto dai legali della Sisas, gli avvocati Claudio Arcalei e Roberta Acocella di Perugia. Alla fine l’azienda era riuscita a incassare i 50 mila euro del lavoro che però, alla luce del tempo trascorso, coprono di fatto gli interessi dovuti, le spese e soltanto una parte della ‘sorte’, ovvero del materiale consegnato dall’azienda.

Comune assente Restano così oltre 20 mila euro che la prima sezione del Tar dell’Umbria ha ordinato al Comune di pagare, unitamente alle spese di giudizio (1.500 euro). In udienza però l’ente non si è presentato, neanche per far presente che almeno una parte del dovuto era stata già liquidata. Un fatto che lascia perplessi, visto che si tratta di soldi pubblici e che fra i doveri dell’amministrazione c’è quello di far valere le proprie posizioni, nell’interesse – anche economico – della collettività che rappresenta. Ma tant’è.

Anche il commissario Dulcis in fundo, il Tar ha anche nominato un commissario ad acta, nella persona del prefetto di Terni, che provvederà, in caso di ulteriore inadempienza, a prelevare le some «da qualsiasi capitolo di spesa del Comune». Ora l’ente ha 30 giorni di tempo per sistemare le cose, altrimenti alle somme si andrà ad aggiungere un ‘fisso’ di 10 euro per ogni giorno di ritardo. Infine anche il compenso del commissario ad acta è stato posto a carico del Comune. Che forse a posteriori, con una diversa gestione della cosa, avrebbe potuto ‘risparmiare’ migliaia di euro.

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