Terni, Di Girolamo finisce nel tritacarne

Al sindaco viene chiesto di tirare avanti fino a ottobre, per sistemare alcune faccende aperte e poi farsi da parte. Lui non apprezza: giovedì parla in consiglio

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Quelli – o almeno la maggior parte di loro – che Walter Patalocco nel suo corsivo di martedì ha definito “los lideres maximos” del Partito Democratico regionale e ternano – una strada da percorre, per affrontare e a modo loro superare la bufera che si sta abbattendo sul Comune di Terni, l’avrebbero pure trovata. Ma al sindaco Di Girolamo pare non sia piaciuta per niente.

L’INCHIESTA IN COMUNE

Pareri diversi Perché – a fronte di una parte del Partito Democratico, quella di ‘rito renziano osservante’, che spingerebbe per una conclusione rapida della faccenda, con le dimissioni del sindaco – pare proprio che la ‘strategia’ che si voglia attuare sia un’altra. Ma che – almeno così com’è stata prospettata – non abbia suscitato in Di Girolamo reazioni particolarmente entusiastiche. 

L’ipotesi Perché quello che – stando ai rumors che arrivano da via Mazzini (sede del PD) e da palazzo Spada (sede del Comune) – si vorrebbe fare, infatti, è questo: resistere fino ad ottobre per preparare una serie di posizionamenti strategici, oltre ovviamente a dare il via libera definitivo al piano di riequilibrio dei conti comunali e poi fare ‘tana libera tutti’. 

Francesca Malafoglia e Vittorio Piacenti D’Ubaldi

I posizionamenti Per due dei ‘pezzi forti’ dell’attuale giunta ternana – Vittorio Piacenti D’Ubaldi e Francesca Malafoglia – si sarebbe già preparato il futuro: il primo si accomoderebbe su quella poltrona di presidente di Asm che Carlo Ottone sta per lasciare (scadenza del mandato), mentre la seconda potrebbe essere pregata di accettare un posto in una qualche struttura regionale. Ma il pezzo forte sta altrove: con la candidatura di Andrea Cavicchioli alla Camera dei deputati (stavolta con il PD, 30 anni dopo la sua prima elezione per l’allora Partito Socialista) e la ri-candidatura di Gianluca Rossi al Senato. Del destino degli altri pare non ci si preoccupi più di tanto. Nemmeno di quello dei consiglieri comunali che, votando le varie procedure del piano di riequilibrio, potrebbero pure rischiare in proprio.

FarmaciaTerni Importante, ovviamente, sarà portare a compimento la prima parte della vendita di FarmaciaTerni (nel piano di riequilibrio è previsto che da lì arrivino 7 milioni e 872 mila euro, 6 milioni e 720 mila dei quali entro l’anno) e quindi sarà decisivo il lavoro affidato all’amministratore unico appena nominato, Fausto Sciamanna e se il Medicenter Group ha davvero intenzione di mettere la mani sulle farmacie ternane, il tempo appare maturo.

E Di Girolamo? Quello che al sindaco non andrebbe a genio, però, è il ruolo che è stato scelto per lui in questa commedia. Quello – sia detto con tutto il dovuto rispetto – di un ‘utile sciocco’; che si assume l’onere di portare avanti un progetto deciso a tavolino da altri, rimpasto di giunta compreso, con le dimissioni – o la rimozione – di Stefano Bucari e di altri assessori (perché viene dato per scontato pure questo, con innesti in parte già annunciati); ma con un cartellino di scadenza già attaccato addosso.

In consiglio Per giovedì pomeriggio è previsto il suo intervento in consiglio comunale – all’ordine del giorno tra l’latro c’è la «rinegoziazione dei prestiti concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. anno 2017 e la conseguente variazione di bilancio» – e quello che dirà lo anticiperà solo poche ore prima ai consiglieri di maggioranza, che ha convocato per la tarda mattinata: un intervento che – sussurra qualcuno – potrebbe però essere tanto atteso quanto deludente. Ma mai dire mai.

 

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