Terni: «Ecco le ferite». Si spoglia in tribunale

Aggredito per motivi religiosi dal coinquilino musulmano, non ha esitato a mostrare al giudice le conseguenze della coltellata

Condividi questo articolo su

Guai a mischiare sesso e religione. Dei pericoli insiti nel ‘mix’ se ne sono resi conto in prima persona due giovani di nazionalità nigeriana, da pochi giorni in Italia con lo status di rifugiati politici nell’ambito del progetto ‘Nord Africa’ e ospiti in una piccola abitazione di Ferentillo. Forse più avvezzi alla materia che allo spirito, lunedì sera hanno deciso di portare a casa una ragazza per trascorrere qualche ora ‘spensierata’. Nulla di male, si direbbe.

Intransigente Quell’idea, parsa a loro naturale, non è andata giù al coinquilino – 19enne del Gambia di fede musulmana e anche lui in Italia per motivi umanitari – che l’ha vista come una ‘provocazione’, un’invasione del suo spazio, evidentemente sacro, dove è solito pregare. Insomma, roba da miscredenti, da scongiurare ad ogni costo. Da qui la lite che è presto sfociata in una violenta aggressione da parte del giovane verso i due ‘infedeli’, raggiunti dai fendenti sferrati dal ragazzo con un coltello e un paio di forbici. Medicati al pronto soccorso, entrambi ne avranno per 10 e 15 giorni.

Arrestato A riportare la calma sono stati i carabinieri della stazione di Ferentillo che, intervenuti prontamente nella casa teatro dell’aggressione, hanno arrestato il giovane per lesioni aggravate. Dopo la notte trascorsa all’interno camere di sicurezza del comando, il 19enne, incensurato, è stato portato in tribunale per la direttissima. Martedì pomeriggio il giudice Massimo Zanetti, su richiesta del vpo Cinzia Casciani, ha convalidato l’arresto.

In mutande E in udienza c’è stato un altro momento a dir poco ‘particolare’, quando uno dei due nigeriani aggrediti – evidentemente ‘esuberante’ – a un certo punto si è calato i pantaloni, restando letteralmente in mutande di fronte al giudice. Nessun esibizionismo – peraltro si è subito ricomposto – ma soltanto la volontà di mostrare le conseguenze della coltellata ricevuta vicino al gluteo. Colpa anche della scarsa familiarità con la lingua italiana, compensata solo in parte dalla presenza di un interprete.

Di nuovo libero Alla fine i due giovani aggrediti si sono detti disponibili ad accogliere di nuovo il coinquilino ‘integralista’, nella stessa casa dove fino a due sere prima le cose erano filate tutto sommato lisce. In pratica – almeno per il momento – hanno fatto pace. Anche per questo il giudice – dopo aver ammesso il patteggiamento a otto mesi di reclusione – ha rimesso in libertà il 18enne che, assistito dall’avvocato Federica Grimani, è potuto così tornare a Ferentillo.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli