‘Terni Festival 2016’: film e performance

Gli appuntamenti al Caos di sabato 17 e domenica 18 sono moltissimi. Dalle installazioni ai dj-set, ce n’è per tutti i gusti

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Si è aperta venerdì l’undicesima edizione del ‘Terni festival 2016’. Il claim di questa edizione, ‘Anthropocene’, mira a sottolineare la presenza massiccia degli umani sulla Terra, il loro impatto significativo sull’ambiente e l’incontro-scontro tra uomo e natura, incrocio su cui l’arte è chiamata a dare la sua visione. L’installazione B-side di Salvio Lombrado, è un trittico di documenti visivi e sonori che ripercorre parte di un processo di archiviazione di gesti non straordinari di passanti occasionali nello spazio pubblico. Concepito in parallelo alla performance Casual Bystanders, sempre dell’artista, si potrà visitare per tutto il festival dalle 17 alle 24.

Gli appuntamenti di sabato pomeriggio La giornata si apre con Marino Formenti e il suo ‘Nowhere’, un non-luogo nel centro della città. Per sette giorni il pianista Marino Formenti siederà al pianoforte del ‘City space’, in via Angeloni, 57, e suonerà, vivrà, respirerà e mangerà nello stesso spazio, allo stesso tempo pubblico e privato. A palazzo Primavera, invece, il secondo giorno di performance di Alex Cecchetti con ‘Taman Shud’. È il 1948 a Somerton Beach; un uomo è stato trovato morto, la sua identità sconosciuta. Senza essere una ricostruzione dell’evento lo spettacolo vuole essere la biografia di un’intera generazione. Una generazione nata sotto le promesse di diverse utopie di rinnovamento sociale e che ora è presa in ostaggio e sfruttata dal marketing e dall’informazione. L’appuntamento è alle 17. Secondo appuntamento anche con il film ‘Opera’: trenta metri di tela dipinta a olio da Pierluca Cetera si sostituisce alla pellicola filmica convenzionale. Le 12 scene che scorrono propongono il tema dell’apocalisse, nell’accezione etimologica del verbo: rivelare, togliere un velo. La proiezione è alle 18 (e alle 22,30) in sala Carroponte.

Sabato sera Francesca Grilli porta sulla scena ‘The forgetting of Air’, una performance che indaga l’abilità di vedere nell’oscurità ciò che appare nonostante tutto. I performer, che hanno lasciato il loro paese, a volte rischiando la vita in mare, condividono con il pubblico il respiro come con ‘Tiny’. L’idea nasce da un progetto di ricerca (‘Radura’) iniziato nel 2013 con la filmaker Maria Giovanna Cicciari, il cui scopo era indagare la relazione tra l’immagine in movimento e la danza: le relazioni, gli scambi e le trasformazioni che esistono, sia a livello temporale che spaziale, tra mondo interiore ed esteriore. Alle 21 il teatro Secci ospiterà Milo Rau. I suoi lavori, insieme a quello dell’International Institute of Political Murder, hanno conquistato i pubblici europei con il loro teatro politico senza compromessi. I loro lavori si fondano su testimonianze dirette e ricostruzioni di eventi reali capaci di affrontare senza pietà grandi taboo della nostra epoca. Five Easy Pieces mette alla prova i limiti di ciò che i bambini sanno, provano e fanno, portando in scena bambini e ragazzi per rivelarci un’immagine del nostro mondo solida e pesante come un macigno. La serata si concluderà con il dj-set by Tape, ‘Above the tree’, alle 23 nel piazzale del Caos.

Gli appuntamenti di domenica Alle 17 a palazzo Primavera torna in scena Alex Ceccchetti con ‘Taman Shud’. Alle 18 Strasse con il dj-set ‘HM’. L’artista chiede a ogni abitante di un condominio di scegliere una canzone che andrà a comporlo. Il pubblico verrà invitato ad assistere all’evento in uno spazio di uso comune. Il formato del dj set si pone come mezzo per avvicinare il pubblico ad un contesto ‘privato’ e di norma non accessibile ad uno sguardo esterno, e di creare connessioni impreviste. Appuntamento al City Outskirts (quartiere San Lucio), alle 18. Torna in scena, alle 18 a Palazzo Primavera, anche ‘The Forgetting of Air’, al performance di Francesca Grilli. Chiuderà la giornata la performance ‘Sweat Baby Sweat’ di Jan Martens. Realizzato in collaborazione con un video designer e un compositore, si configura come un lavoro in cui musica e video assumono un ruolo centrale insieme al movimento per parlare del clichè più assoluto: la relazione tra un uomo e una donna. In un’ora di scorre una vita intera. Un rituale di accoppiamento moderno: ingenuo, sensuale, tenero e doloroso, che al tempo stesso conforta e confronta. Studio 1, ore 22.

la vita è ferma, lucia calamaro, prosa, teatroAnteprima della stagione di prosa  Nel festival si inserisce anche l’anteprima della stagione di prosa che sarà inaugurata da ‘La vita è ferma’ di Lucia Calamaro: un dramma di pensiero. È un racconto che accoglie sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti. Lo spettacolo è uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque, – padre, madre, figlia – attraverso l’incidente e la perdita, dove avviene anche qualche inceppo temporale, incaricato di amplificare la riflessione sul problema del dolore e del ricordo e sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti. Non si parla della morte e non del problema del morire e di chi muore che sappiamo tutti risolversi sotto la misteriosa campana del nulla, ma dei morti, il loro modo di esistenza in noi e fuori di noi, della loro frammentata frequentazione interiore e soprattutto il rammendo laborioso del loro ricordo sempre così poco all’altezza della persona morta, così poco fedele a lei e così profondamente reinventato da chi, invece, vive. L’appuntamento è alle 19, al teatro Secci.

 

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