Terni, finta coop: ‘evasione’ da 2 milioni

L’amministratore gestiva un’attività socio-sanitaria da vero e proprio imprenditore: imposte sul reddito e Iva non pagate, oltre 100 lavoratori ‘in nero’ o irregolari

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Due milioni e mezzo di euro di evasione fiscale, con impiego di oltre cento lavoratori ‘in nero’ ed irregolari. Il ‘giro’ è stato messo in atto da una finta società cooperativa di Terni ed è stata scoperta dalla Guardia – nucleo di polizia tributaria – di finanza.

Fabrizio Marchetti, comandante del nucleo di polizia tributaria

La complessa attività è stata disposta dal comando regionale dell’Umbria e ha riguardato l’evasione fiscale da parte di un ente non commerciale che, tramite forme giuridiche associative-cooperativistiche, ha beneficiato indebitamente di regimi tributari di assoluto favore. La società con sede a Terni finita nel mirino delle Fiamme Gialle si occupava di attività assistenziali a persone anziane e l’ispezione ha avuto l’obiettivo di controllare ogni possibile elemento d’interesse circa il rispetto dei requisiti formali e sostanziali prescritti per soggetti della specie.

Testimonianze, lucro e concorrenza sleale I sospetti della Guardia di finanza sono stati ben presto confermati grazie alla documentazione acquisita e alle testimonianze di decine di lavoratori: è stata certificata la diretta gestione – da parte dell’amministratore, vero e proprio imprenditorire individuale in questo caso – delle attività socio-sanitarie attraverso una forma di cooperativa. L’organizzazione era solo all’apparenza non lucrativa: la Finanza ha registrato un duplice, illeggittimo vantaggio economico e fiscale. Totale esenzione delle imposte dirette e dell’Iva che permetteva di praticare prezzi più vantaggiosi, a tal punto da aumentare il volume d’affari e distorcere le corrette regole della concorrenza.

Il colonnello Vincenzo Volpe

Evasione e lavoratori ‘in nero’ Il controllo della Finanza ha permesso di far emergere un’evasione – imposte dei redditi – per oltre 1,7 milioni di euro e di 650 mila euro per quel che concerne l’Iva (totale 2 milioni e 350 mila euro). A ciò si aggiungono i 46 lavoratori ‘in nero’ impiegati e i 69 irregolari: erano inquadrati come soci lavoratori della cooperativa, tuttavia erano in realtà qualificabili come dipendenti dell’impresa.

Il quadro generale La Finanza sottolinea inoltre come dall’inizio dell’anno siano già stati scoperti 137 lavoratori irregolari e ‘in nero’. «La lotta all’economia sommersa, nella duplice forma dell’evasione fiscale e dello sfruttamento illecito della manodopera assume, nell’ambito del ruolo di polizia economicofinanziaria della Guardia di finanza, fondamentale importanza per la tutela delle imprese che operano nel rispetto della legge e che sono danneggiate dalla concorrenza sleale di chi agisce nell’illegalità».

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