Terni: guardia giurata condannata per lesioni alla moglie. Assolta dai maltrattamenti

Sentenza del tribunale nei confronti di un 36enne di Giove per fatti avvenuti ad Amelia. Lo scorso ottobre era stato arrestato

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Assolto dall’accusa di maltrattamenti in famiglia, condannato per lesioni personali cagionate alla moglie in due singole occasioni – il 24 agosto e il 4 ottobre del 2022 – e per la detenzione abusiva di munizioni, nella fattispecie 24 calibro 9×21 non denunciate all’autorità competente. Questa la sentenza, accompagnata dalla revoca degli arresti domiciliari, emessa dal tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Simona Tordelli, giudici Federico Maria Vincenzoni e Francesca Grotteria – nei confronti di un 36enne di Giove, di professione guardia giurata. L’uomo era stato arrestato lo scorso ottobre, con applicazione dei domiciliari con braccialetto elettronico, su ordine del gip di Terni e a seguito delle indagini condotte dai carabinieri del comando stazione di Amelia. In aula, l’accusa aveva chiesto una sua condanna a quattro anni e cinque mesi di reclusione; di contro, il tribunale ha stabilito una pena ben più contenuta, pari ad un anno di reclusione e due mesi di arresto, a seguito della sua assoluzione con formula piena dal capo di imputazione relativo al reato di maltrattamenti in famiglia. Il 36enne era accusato di aver messo in atto, nel corso del tempo e in particolare dal dicembre del 2021 a seguire, numerose e reiterate condotte offensive, minacciose e violente nei confronti della moglie, una donna di 28 anni. Secondo l’accusa, la guardia giurata, oltre a colpirla in più occasioni con calci e pugni, costringendola a vestirsi con le maniche lunghe anche d’estate per nascondere i segni delle violenze fisiche, l’avrebbe ricoperta costantemente di insulti: il tutto, anche di fronte o comunque in presenza del figlio minore della coppia. In aggiunta a ciò, per l’accusa, il 36enne non solo avrebbe intimidito la moglie, a parole ed esibendole la fondina della pistola che portava in casa fino al momento di andare a letto, ma – in una occasione – addirittura puntando l’arma alla fronte della giovane, minacciandola di morte, e poi picchiandola, causandole lesioni giudicate guaribili in sette giorni, prima dell’intervento dei carabinieri presso l’abitazione dei due, ad Amelia. Di questi fatti, il tribunale ha inteso riconoscere soltanto le lesioni personali riferite a due episodi, di cui uno, per ecchimosi, e l’altro, per contusioni e stato d’ansia reattivo, assolvendo invece la guardia giurata per tutti gli altri fatti – sintetizzati dall’accusa nei maltrattamenti in famiglia -, condannando l’imputato al risarcimento del danno in sede civile, riconoscendo alla donna, assistita dall’avvocato Simona Schiavoni, una provvisonale di 2 mila euro. Soddisfatto il legale difensore del 36enne di Giove, l’avvocato Andrea Temperanza, secondo il quale «il tribunale, con equilibrio, ha notevolmente ridimensionato la portata dell’impianto accusatorio. Circa l’appello, leggeremo le motivazioni e valuteremo poi con l’assistito se impugnare la sentenza».

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