Terni, il Briccialdi riparte con Mozart

Venerdì 6, ‘L’oca del Cairo’, per il concerto inaugurale del nuovo anno accademico

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La nuova pianificazione della didattica per l’istituto musicale Briccialdi di Terni, il presidente Vincenzo Bisconti, l’aveva definita come «una nuova sfida». Meno soldi a disposizione, ma «più stimoli per andare avanti», in un momento delicato che ha portato il direttore dell’Istituto, Gabriele Catalucci, e i suoi studenti, a dedicare una ‘serenata’ alla Cisl per chiedere l’attenzione e la protezione da parte del sindacato. Una ‘serenata’ un po’ polemica, che ha trovato presto una risposta del coordinatore Celestino Tasso e che ha visto intervenire la Cgil che, alzando il tiro, ha chiesto un intervento normativo ad hoc per l’istituto. Ma come si dice, ‘The show must go on, e l’Istituto è pronto a presentare il concerto inaugurale del nuovo anno accademico, ‘L’oca del Cairo’ di Wolfgang Amadeus Mozart.

‘L’oca del Cairo’ Venerdì 6 novembre alle 21 (con replica sabato alle 18), il teatro Secci di Terni ospiterà l’allestimento che il dipartimento di teatro e musica del Briccialdi, coordinato dalla professoressa Ambra Vespasiani, ha proposto e curato per l’occasione. La compagnia di canto, capitanata dal professor Roberto Abbondanza nel ruolo di Don Pippo e con la partecipazione di Andrea Tabili (Chichibio), è composta dagli allievi della classe di canto, selezionati mediante audizione. Completa la compagnia la danzatrice Livia Massarelli (Citerea). La regia sarà curata da Graziano Sirci. La direzione è affidata al professor Rodolfo Bonucci, sul podio dell’orchestra dell’Istituto.

La storia Dopo il successo della Entführung aus dem Serail, Mozart, fu incaricato nel 1783 di scrivere un’opera italiana per i teatri di Vienna. Esaminate decine di libretti, ed essendo Lorenzo Da Ponte impegnato al momento con Antonio Salieri, Mozart si rivolse a Giovanni Battista Varesco, con il quale aveva già collaborato, non senza difficoltà, per Idomeneo. Il libretto fu completato in giugno e Mozart lavorò al primo atto fino a dicembre. Il progetto fu però abbandonato all’inizio dell’anno successivo e mai più ripreso. In una lettera al padre Leopold del 10 febbraio si legge: «Al momento non ho la minima intenzione di andare avanti. Il libretto del signor Varesco tradisce la fretta con cui è stato scritto». Nel 1902 il poeta Diego Valeri e il compositore Virgilio Mortari lavorarono al completamento dell’unica opera incompiuta del catalogo mozartiano, che ebbe finalmente una prima esecuzione al Festival di Salisburgo nel 1936.

Il libretto Al centro del libretto un intrigo amoroso: Don Pippo, ricco marchese di Ripasecca, ha rinchiuso in una torre Lavina – che intende sposare, anche se lei spasima per Calandrino – e la figlia Celidora, innamorata di Biondello ma promessa al conte Lionetto; Biondello ha un anno di tempo per liberare la sua amata. Allo scadere del tempo fissato, il giorno delle nozze, dopo diverse peripezie Biondello riesce a entrare nella torre, nascondendosi in una grande oca meccanica, dono del sultano del Cairo e in grado di predire il futuro. Ascoltate le terribili profezie che si verificherebbero negando le nozze ai giovani innamorati, al vecchio marchese non resterà che accettare l’unione delle due coppie.

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