Terni, lavori pubblici: rischio stallo totale

La sospensione dal lavoro imposta dal giudice per Pierdonati e Nannurelli è una nuova tegola per il Comune: si impone la sostituzione, ma come?

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E ora si tratta di sostituire – pur temporaneamente – due figure centrali, quelle del dirigente Renato Pierdonati e del funzionario Federico Nannurelli, nell’organizzazione dei lavori pubblici del Comune di Terni. Misura necessaria, da parte dell’ente, per mandare avanti la ‘macchina’ comunale su tutta una serie di fronti aperti. Pena lo stallo totale, un blocco che rischia di avere effetti pesanti per una città che, in diversi casi, sconta già ritardi e lentezze in serie.

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Francesca Malafoglia

Le nomine Con il sindaco Leopoldo Di Girolamo attualmente ristretto ai domiciliari, il compito di rimpiazzare le due figure sospese dall’autorità giudiziaria spetterebbe al vice sindaco – facente funzioni – Francesca Malafoglia. Sempre che la stessa, effettuate le necessarie verifiche, detenga quei ‘poteri di straordinaria amministrazione’ necessari per assumere decisioni del genere. Ma sul punto, probabilmente, il chiarimento definitivo potrà giungere solo dalla prefettura.

Renato Pierdonati

Stallo lavori pubblici Che la situazione non sia ‘delle migliori’, per usare un eufemismo, lo dice anche il fatto che il dirigente Renato Pierdonati è, sostanzialmente, il braccio operativo dell’assessorato ai lavori pubblici, il cui responsabile politico – Stefano Bucari – è stato a sua volta sospeso dalle proprie funzioni a seguito di ordinanza del gip. Fra l’altro al dirigente, lo scorso novembre, erano stati affidati poteri ‘speciali’ nell’ambito dei controlli post terremoto all’interno di scuole ed altri edifici pubblici.

Federico Nannurelli

Comune in blocco? E non è da meno Federico Nannurelli che, oltre ad occuparsi direttamente delle emergenze rilevanti più importanti nel contesto dei servizi comunali cittadini, è il Responsabile unico di procedimenti (Rup) come quelli relativi alla crisi idrica di Terni Nord, al problema-odori dovuto ai fanghi del depuratore comunale, al parco di Cardeto – dove già la Ciam ha le sue difficoltà -, al consolidamento delle pendici rocciose di Cesi (diversi stralci, da un milione l’uno) e al restauro della fontana di piazza Tacito. Solo per citarne alcuni. In sostanza, senza una sostituzione tempestiva e adeguata, la città rischia di perdere altri colpi.

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Angelica Trenta

«L’ultimo spenga la luce» Circa le difficoltà del Comune, la consigliera comunale Angelica Trenta (M5S) punta il dito su un episodio accaduto mercoledì, per dare l’idea dell’impasse: «In seguito ad una mail, abbiamo avuto informazione che a causa di precedenti impegni sia la dirigente Virili che la vice sindaco Malafoglia, hanno disertato la II commissione consiliare facendo di fatto saltare la discussione sulla relazione di bilancio sul sociale. Assistiamo attoniti all’accanimento terapeutico da parte di questa maggioranza nei confronti della città. Apprendiamo con smarrimento della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per sei mesi del dirigente comunale Renato Pierdonati e del funzionario Federico Nannurelli. L’amministrazione continua a perdere pezzi: l’ultimo spenga la luce».

Enrico Melasecche

«Accanimento terapeutico» Secondo Enrico Melasecche (IlT), «La parola d’ordine odierna, tutta partitica, di tagliare, tagliare, tagliare comunque, pur di tenere questo zatterone sgangherato della politica sopra la linea di galleggiamento onde evitare il commissariamento e nuove elezioni, mostra la corda. Un disastro nel disastro. Gran parte dei dirigenti sono già con un piede fuori nella speranza che il calvario attuale duri meno a lungo possibile. Nessuno è stato affiancato, come avevo pubblicamente consigliato, con colui che sarebbe dovuto subentrare come se certe specifiche professionalità fossero banalmente fungibili. L’interdizione decisa ieri dalla magistratura costituisce solo la goccia che fa traboccare il vaso. L’accanimento terapeutico prosegue fra il terrore di chiudere questa tragedia ed il cinismo di continuare a ballare attorno al capezzale della città moribonda».

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