Terni, libri scolastici: «Stop vendita illegale»

La denuncia di Confcommercio, Lupi: «Rappresentanti editoriali o intermediari non autorizzati in azione, nelle scuole»

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Vendita diretta dei libri nelle scuole da parte dei rappresentanti editoriali, a Terni a denunciare il «fenomeno sempre più diffuso, illegale e preoccupante, espressamente vietata dalla legge» agli uffici scolastici provinciale e regionale, ai singoli dirigenti scolastici, al comando della polizia locale di Terni e alla Guardia di finanza è Confcommercio: chiesti interventi mirati per fermare la pratica.

Stefano Lupi (foto Mirimao)

L’intermediazione Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni, spiega che «le librerie e le cartolibrerie rappresentano l’anello finale della catena distributiva, quello più idoneo per la commercializzazione dei testi. Garantiscono l’assistenza agli studenti, alle loro famiglie, agli stessi docenti, sul territorio e durante tutto l’anno scolastico, oltre a rappresentare dei presidi fondamentali per la diffusione della lettura, del libro e dell’offerta culturale. Abbiamo però visto che anche a Terni si sta diffondendo la pratica dell’acquisto diretto di sussidi didattici, libri vacanze e di narrativa, dizionari, diari e così via, da parte di personale docente e non docente delle scuole, attraverso l’intermediazione di rappresentanti editoriali o altre figure comunque non autorizzate. Questo commercio non è consentito, in virtù della legge che vieta la vendita dei libri all’interno delle scuole primarie, e non risulta nemmeno conforme alla normativa fiscale in materia di attività di commercio al dettaglio».

Richiesta controllo Lupi sottolinea che «solo nel rispetto della legge e nella condivisione di regole chiare si può realizzare anche nella nostra comunità un mercato efficiente e in grado di generare un benessere diffuso». L’invito di Confcommercio è che avvenga un potenziamento della collaborazione tra librerie e scuole di ogni ordine e grado sul territorio con un intervento degli uffici scolastici per verificare che le scuole rispettini la normativa vigente «ricordando i ruoli e le competenze, nonché le possibili conseguenze di comportamenti illeciti».

 

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