Terni-Perugia, il derby su Oncoematologia

A ‘giocarlo’ sono i componenti di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale ed a vincere è la tesi nordista: «Non più rinviabile lo spostamento del reparto»

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Quello sul reparto di Oncoematologia dell’ospedale di Terni è un dibattito – per la verità molto ‘interno’ ad un partito (Fratelli d’Italia-Aleanza Nazionale) e poco condiviso fuori – che sembra destinato a provocare nuovi malumori dentro quella formazione politica. 

La presa di posizione Il portavoce regionale di ‘Fratelli d’Italia’, Franco Zaffini, «a nome di tutto il Partito» è la premessa importante, «esprime la propria vicinanza ai pazienti di Oncoematologia dell’ospedale di Terni, costretti a vivere con notevole disagio la loro situazione, a causa delle condizioni strutturali in cui tale reparto opera. ‘Fratelli d’Italia’ – dice poi Zaffini – si adopererà con i propri eletti in tutte le sedi istituzionali, dalla Regione dell’Umbria con il consigliere Marco Squarta al Comune di Terni con il Consigliere Marco Cecconi (che però aveva detto cose diverse, in un recente passato) , affinché il reparto di Oncoematologia, riconosciuto di eccellenza, sia finalmente collocato all’interno della struttura ospedaliera del “Santa Maria” di Terni e dotato di spazi e posti-letto adeguati al grande flusso di pazienti».

«Spostamento» Ora, invece, il consigliere comunale ternano deve incassare l’ordine di scuderia: «’Fratelli d’Italia’  – sentenzia il portavoce regionale – ritiene che non sia più rinviabile lo spostamento del reparto, attualmente peraltro attiguo a quello di Malattie infettive e, tra l’altro, posto lontano dal plesso ospedaliero, tanto da costringere i malati a ripetuti spostamenti quotidiani per poter effettuare esami e ricevere i trattamenti medici, con il serio rischio di compromettere ulteriormente il loro stato di salute. L’attuale situazione dell’Oncoematologia ternana e, più in generale, del ‘Santa Maria’ non è certo degna di un paese civile e di un sistema sanitario che la sinistra umbra si ostina a definire ‘modello’ per le altre regioni italiane».

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