Terni, post dissesto: primi sì dei creditori. Bandecchi ringrazia Masselli e attacca l’Osl

Via libera alla presa d’atto sulla chiusura del dissesto e la gestione della liquidazione: variazione di bilancio da 42 milioni di euro

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di S.F.

Le posizioni debitorie del Comune a fine dissesto

Il Comune di Terni – o meglio, la parte politica – vs l’Organo straordinario di liquidazione, la sfida sul dissesto finanziario prosegue. Sì, perché al netto delle dimissioni del sindaco Stefano Bandecchi è stato il principale argomento di giornata per via della III commissione iniziata alle 8.30 e il successivo confronto in aula. D’altronde si discuteva un atto fondamentale su questo fronte, vale a dire la presa d’atto della situazione debitoria che resta in mano all’Ente con maxi variazione di bilancio da 42 milioni per permettere il pagamento dei creditori che accetteranno il 70%. La sensazione è che ci potrebbero essere strascichi anche di altro tipo.

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Il consiglio comunale

Primi sì dei creditori

Alle 8.40 di lunedì il via in III commissione – venerdì c’era stato il rinvio a causa del ko di AP nella votazione – con una breve esposizione dell’assessore Michela Bordoni e la delucidazione tecnica della dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci: «Un atto importante per i debiti che ci ritornano. Consentirà la variazione affinché i creditori possano addivenire all’accordo». A pungolare sull’argomento ci hanno pensato Francesco Filipponi (PD), Marco Celestino Cecconi (FdI) e Valdimiro Orsini (Terni Masselli sindaco) con una serie di domande sullo sviluppo della situazione. In primis conoscere i tempi entro i quali saranno saldati i numerosi creditori coinvolti. Tralasciando le questioni tecniche, la Marcucci ha specificato in commissione che «sono già stati svolti diversi colloqui con diverse disponibilità di accettazione pervenute».

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La commissione di lunedì mattina

L’Agenzia delle entrate

Ed i 12 milioni accantonati per i contenziosi? «Saranno poi vagliati dall’ufficio per valutare il presumibile grado di soccombenza». In qualche caso c’è già la certezza della cessata materia del contendere. Infine un cenno sulle tempistiche: «La variazione potrà permettere l’eventuale perfezionamento per i pagamenti. I tempi saranno quelli tecnici per la sottoscrizione degli accordi, molto brevi ci auguriamo». In più c’è anche il nodo legato ai residui e l’ulteriore aggiornamento da fare per la reale esigibilità di un bel po’ di soldi: «La massa più sostanziosa attiene a proventi del codice della strada. L’istruttoria dell’Agenzia delle entrate non è ancora conclusa». Partita complessa. I crediti delle pubbliche amministrazioni? Il 95% riguardano la Provincia. Sul fronte riscossione è intervenuta anche la Bordoni: «Da mesi lavoriamo su ogni ruolo con l’Agenzia delle entrate e gli agenti per elaborare un piano. E capire quali sono ancora riscuotibili». Poi si vota e c’è il via libera alla presa d’atto con cinque favorevoli, un contrario e due astenuti. Due ore dopo sarà il sindaco Stefano Bandecchi a metterci il carico. Non il primo.

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Il consiglio ed i residui

Si cambia scenario. Il leitmotiv resta lo stesso: «Si prende atto della chiusura del dissesto e della gestione Osl. Va fatta una riflessione, ci saranno situazioni finanziarie – le parole di Orsini – di criticità nonostante la chiusura del dissesto. La gestione dell’Osl è stata ‘morbida’, operazioni non fatte. A Terni ci sono addirittura residui del 2005-2006 per le sanzioni al CdS. La città non si può permettere un secondo dissesto». Francesco Maria Ferranti (FI) ha chiesto la revisione delle aliquote comunali considerando la chiusura del dissesto, poi il commento più tecnico dell’ex assessore al bilancio Orlando Masselli (FdI): «La cassa del dissesto viene rimessa nelle mani del Comune, c’è la riunione delle contabilità. E il debito accumulato dal 2018 è di poco più di un milione, coperto. Ricordo che il Comune nel 2023 ha chiuso con numeri eccezionali – il riferimento è al presunto risultato di amministrazione, deliberato giovedì – e l’attività di riscossione rispetto alla spesa è stata condotta in modo sufficientemente diligente. Mi auguro che i creditori accettino tutti». Tocca a Bandecchi ed i toni diventano un po’ diversi.

Masselli e Bandecchi (foto archivio)

Osl e aziende nel mirino. Il grazie a Masselli

Il sindaco già in passato aveva attaccato l’Organo straordinario di liquidazione. E oggi è tornato alla carica: «Alle aziende che devono avere i soldi dico che molte da troppo tempo lavoravano con noi, li invito a fare una riflessione su perché fosse così. Non è detto che non accettando il pagamento avranno ugualmente i soldi. I dissesti vanno e vengono, l’Osl ha rubato 1,5 milioni di euro – citiamo testualmente, ndr – e ha fatto un lavoro da schifo. Il prefetto ci ha scritto che dovremmo avere 23 milioni di euro. Sono inesigibili con debiti del 2006-2007. Non possono essere più chiesti. Daremo i pacchettini di multe e tasse non pagate inesigibili a quei creditori che vorranno il 100%. Non andremo in crisi, ma semmai ‘solo’ nuovamente in dissesto e gestirò l’ordinario. Da imprenditore – il pensiero – ho capito che il dissesto è una grande opportunità, si ricomincia daccapo. Non ho mai promesso una immediata diminuzione delle tasse, mi auguro di poterlo fare ma dovrò aumentare il Pil di questa città. Spero di non arrivare al peggio». Poi il ringraziamento a Masselli: «Molti soldi erano già in cassa e il vostro lavoro è stato in gran parte buono. Non l’Osl. Loro devono andare a fare i ‘peracottari’, il Viminale controlli. L’esponente FdI replicherà dopo: «Il sindaco mi ha detto che avevo ragione sulle cose che avevo detto. Poi gli strilli dell’assessore Bordoni (la critica all’intervento dell’assessore, ndr). Esigibilità? Ci siamo basati sugli atti». Clima più pacato e altri grazie del sindaco per Ferranti e Orsini: «Ciò che dicono è condivisibile». In ogni caso è in arrivo un riaccertamento straordinario dei residui – di mezzo una sentenza della Corte dei conti Marche – sulla scia di ciò che è accaduto nel maggio 2023. L’approvazione arriva con 21 favorevoli e 12 astenuti.

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