Terni, sport e violenza: confronto all’Ipsia-Cpia

Appuntamento nell’istituto di viale Brin per parlare dell’argomento: «Il vero problema è la mancanza di cultura sportiva»

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Stante, Suagher e Defendi

Un’occasione di confronto con gli studenti dell’istituto omnicomprensivo Ipsia-Cpia per approfondire una tematica di assoluto rilievo per chi ama praticare l’attività sportiva. Questo ha rappresentato il convegno di martedì mattina in viale Benedetto Brin organizzato in collaborazione con il comitato territoriale della Fiasp: tra gli studenti anche i giocatori della Ternana Marino Defendi ed Emanuele Suagher, i quali hanno dato il proprio punto di vista alla pari di numerosi ospiti presenti.

INSULTI, AGGRESSIONI, BOTTE E OFFESE: GLI EPISODI NON MANCANO IN UMBRIA

La correttezza e l’aggregazione

Padrone di casa il dirigente scolastico Fabrizio Canolla: «L’iniziativa ha lo scopo – ha spiegato – di educare i giovani alla correttezza nello sport. Deve unire e non dividere, vanno educati a bandire la violenza: il cosiddetto fairplay è ciò che deve regnare sovrano». A Terni per l’occasione anche il numero uno del Coni regionale Domenico Ignozza, al quale non piace più di tanto il nome del convegno: «È provocatorio. Non penso che nello sport ci sia violenza a tal punto da poterne discutere e parlar, credo sia da rivedere. Se non in rarissimi casi che sono sotto gli occhi di tutti: c’è mancanza di cultura sportiva che ci permette di viverlo per ciò che è, ovvero un momento di aggregazione e gioia». Tra i partecipanti anche il vicepresidente Unla Giancarlo Giovannetti e il presidente Unvs Pietro Pallini.

IL RAZZISMO SUI CAMPI DI CALCIO

Il degrado, i genitori e il 2001

Di recente di episodi impattanti in realtà ci sono stati. Per lo più nel calcio e nel mondo dilettantistico, con squalifiche e sanzioni pesanti: «Violenza dello sport? In primis riguarda – il pensiero di Benito Montesi, presidente del Panathlon Terni – educare i ragazzi, dandogli la possibilità di esprimersi e di capire cosa significa. Gioia e divertimento. In tal senso ci rivolgiamo anche ai genitori». Più lungo l’intervento di Giocondo Talamonti, leader della Fiasp di Terni: «C’è da analizzare – ha spiegato – un fenomeno di degrado che ha toccato livelli allarmanti di trasgressione e si manifesta settimanalmente negli stadi con forme di insofferenza razziale, veicolata attraverso espressioni becere. Ho un bel ricordo – l’amarcord – della tifoseria ternana nella sfida al Treviso del maggio 2001, quando c’era Saidu Alade Adeshina. Venne mandato in campo ed i supporter ospiti iniziarono a gridare ‘bu bu bu’. I nostri invece spinsero e il giocatore li ripagò segnano. L’azione più bella tuttavia la fece Mauro Sandreani, tecnico ospite: fece scendere in campo un giocatore – si riferisce a Segun Omolade, ndr – di colore in risposta. In generale il compito principale è educare e fare prevenzione». Ad accompagnare le due Fere il team manager Mattia Stante e il responsabile della comunicazione Lorenzo Modestino.

IL COMMENTO DI MARINO DEFENDI

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