Turismo e illegalità: «Che fanno i Comuni?»

Umbria, duro attacco della Confcommercio che denuncia l’assenza di controlli: «Situazione che favorisce l’abusivismo»

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Confcommercio ci va giù pesante contro i comuni dell’Umbria. Su 92 amministrazioni contattate in merito al censimento e al controllo delle attività turistico ricettive presenti sui rispettivi territori, solo 45 – meno della metà – hanno risposto fornendo i dati relativi alla presenza e alla condizione delle varie strutture turistico ricettive: alberghi, info point, ristoranti, b&b, agenzie e professioni turistiche. La denuncia segue quella già lanciata lo scorso agosto, circa l’esistenza di numerose sagre ‘finte’, lungo tutto il territorio regionale.

La ‘lista nera’ Il dato più allarmante, secondo Confcommercio, è che ben 12 Comuni hanno ammesso di non aver fatto nessun tipo di controllo. Solo 33 hanno fornito la lista completa degli enti presenti. Tra i ‘virtuosi’ spiccano i comuni di Marsciano con 53 strutture, Terni con 46, e Città di Castello con 37. ‘Bandiera nera’, invece, per i centri più illustri della nostra regione: Assisi, Gubbio, Norcia e Cascia, che – stando a Confcommercio – hanno dichiarato di non voler inviare nessun tipo di dato in merito.

Attività illegali «I controlli – spiegano da Confcommercio – servono soprattutto a rintracciare l’eventuale presenza di attività illegali. Tuttavia la quasi totale assenza di controlli non ne permette l’individuazione». Su 267 controlli effettuati in Umbria, sono stati emanati 20 provvedimenti sanzionatori e portate alla luce 6 attività abusive. «I dati 2014 relativi all’attuazione della legge regionale del turismo – denuncia Confcommercio Umbria – confermano la necessità di riformare drasticamente il sistema dei controlli sulle attività turistiche nella nostra regione, attualmente definito dal Testo unico del turismo. Abbiamo avuto la conferma che ai Comuni non interessa fare i controlli. Quando li fanno, si limitano alle attività turistiche che trovano facilmente lungo le strade e che, come dimostrano i dati stessi, sono quasi sempre in regola. Il problema dell’abusivismo nel turismo, in questo modo, non è nemmeno preso in considerazione. Per fare un esempio – spiegano dalla confederazione – sono state individuate due attività abusive nel settore delle agenzie di viaggio in tutta l’Umbria. Solo nell’arco del 2014 ne avevamo segnalate dieci. Sei segnalazioni ad altrettanti Comuni, non hanno avuto alcuna risposta».

Riformare la legge «È il momento di cambiare le norme che regolano i controlli – afferma Confcommercio – in modo che si facciano stringenti soprattutto su chi nemmeno esiste come attività economica e, nonostante ciò, opera in totale illegalità sfuggendo a qualunque regola, a partire da quelle basilari in materia di fisco, previdenza, lavoro, igiene e sicurezza».

Federalberghi Alla segnalazione fatta da Confcommercio si accoda Federalberghi, secondo cui il fenomeno dell’abusivismo alberghiero in Italia ‘brucia’ almeno 100 milioni di pernottamenti l’anno e la possibilità di creare 70 mila nuovi posti di lavoro per i giovani. «Chi opera nello stesso mercato, deve osservare le stesse regole – conclude Confcommercio -. Non ci spaventa un mercato più competitivo, ma tutti devono essere tenuti ad offrire le medesime garanzie, ai turisti, ai lavoratori, alla collettività. In materia di controlli, la legge regionale si è dimostrata inefficace e a questo punto deve essere profondamente rivista. Proprio alla luce del comportamento dei comuni umbri, la cui maggioranza ha rinunciato ad esercitare la funzioni di vigilanza loro assegnate».

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