Umbria: «Crescono usura e riciclaggio»

Il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, illustra i dati sulla criminalità in commissione: a confronto i numeri dell’incidenza a Perugia e Terni

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«L’andamento del numero dei reati denunciati in Umbria è passato dai 37.896 del 2007 ai 31.970 dell’anno scorso, quindi con un calo di circa 6 mila reati denunciati nel decennio. Discorso diverso quello della percezione della sicurezza da parte dei cittadini, che evidenzia preoccupazione. Ma pur nella complessiva diminuzione dei reati, ve ne sono alcuni che invece hanno fatto registrare dei picchi verso l’alto: truffe e frodi, specie di carattere informatico, sono in aumento con l’incremento costante dell’utilizzo della rete. E soprattutto preoccupano estorsione, usura e riciclaggio, reati ‘sentinella’ per capire di più sul grado di infiltrazione della criminalità organizzata, anche se in molti casi commessi da singoli o piccoli gruppi e non da organizzazioni criminali». A palare così è stato il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, davanti alla Commissione di analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenze, sicurezza e qualità della vita, presieduta da Giacomo Leonelli.

L’analisi «L’usura – ha detto Paparelli – è difficilmente misurabile con le denunce, spesso si verifica per rapporto di conoscenza o di contiguità fra la vittima e il reo. Il numero di denunce presenta un aumento esiguo, ma si tratta di un dato parziale, che deve essere approfondito. Anche il numero delle denunce per riciclaggio è esiguo ma si tratta di un reato per cui non è facilmente identificabile la vittima: la persona che accetta denaro di provenienza illecita può essere in una condizione di complicità oppure di inconsapevolezza sulla natura del denaro o del bene. Per quanto riguarda la ricettazione si tratta di un reato più tracciabile, attraverso le denunce per furto e i ritrovamenti di beni sottratti grazie all’attività investigativa delle forze dell’ordine».

I dati Quello che più preoccupa, ha spiegato il vice presidente, «sono i dati in controtendenza rispetto alla generale diminuzione, come dimostra la crescita allarmante negli ultimi anni delle denunce per estorsione: da 65 reati denunciati nel 2010 ai 179 del 2016 con un incremento del 175 per cento; aumento del fenomeno della ricettazione del 23 per cento, quindi un
calo dei reati per riciclaggio e un aumento invece del 267 per cento dei reati di usura. I numeri sono piccoli, molte volte l’usura non viene denunciata, ma si passa da 3 reati di usura nel 2010 agli 11 del 2016, anche se come detto spesso c’è uno scambio reciproco fra due soggetti percepito nell’immediatezza come portatore di vantaggi per entrambi, quindi servirebbero degli indicatori più adeguati per comprendere meglio il fenomeno».

«Serve approfondimento» Per Paparelli si dovrebbe «indagare sui tassi di chiusura e riapertura degli esercizi pubblici e commerciali, oppure sulla massa di compravendite su determinati territori, oppure le dinamiche dei servizi finanziari
extra-bancari per capire se sono al di sotto o superiori alla media delle altre regioni. Andrebbero presi in considerazione anche altri fattori, come il moltiplicarsi dei compro-oro o il numero degli esercizi ortofrutticoli che solo in certe città sono in numero spropositato rispetto alle dinamiche del mercato. Per quello che riguarda la crescita costante dell’estorsione, si evince un aumento certo del fenomeno anche se le denunce rappresentano solo una piccola parte del reale».

Le due province Per quanto riguarda la distribuzione dei reati fra le due province, stando ai dati in possesso della Regione, «il fenomeno delle denunce su quelli che maggiormente preoccupano è più marcato nella provincia di Perugia, dove il +175 per cento delle estorsioni diventa, nel capoluogo di regione +209 per cento, dedotto dall’aumento da 46 reati a 142 nel 2016. Per il reato di ricettazione +37 per cento a Perugia, mentre il riciclaggio è nella media e l’usura quasi solo a Perugia con 10 denunce su 11 (una sola a Terni). Terni vede comunque un aumento alla voce estorsioni e sconta la presenza del carcere di massima sicurezza, che è un altro fenomeno su cui sarebbe utile indagare rispetto a fenomeni di possibile radicamento di presenza criminale. Anche se i dati certi, ovvero le denunce, non segnalano a Terni evidenze di riciclaggio, nella ricerca sul numero ‘oscuro’ condotta attraverso interviste a esponenti delle forze dell’ordine si sta verificando un incremento notevole di aperture e chiusure di esercizi commerciali, di compravendite immobiliari anomale che starebbero a indicare l’incremento di denaro di provenienza illecita anche in questa provincia. Nella distribuzione delle denunce sui reati che maggiormente preoccupano si vede dunque chiaramente che sono di più in provincia di Perugia, con usura e riciclaggio quasi solo nel capoluogo, estorsione al 79 per cento su Perugia e 21 per cento a Terni, ricettazione 77 per cento a Perugia e 23 a Terni, con la proporzione fra residenti che è di 74 a 26».

 

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