Umbria, la sanità fra sprechi e disservizi

Dal caso-Pantalla ai ‘plantari d’oro’. Diverse segnalazioni relative all’Umbria nel rapporto annuale stilato da Cittadinanzattiva

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‘I due volti della sanità. Tra sprechi e buone pratiche’: è il rapporto nazionale stilato da Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno di Federfarma, che raccoglie tutta una serie di segnalazioni dei cittadini relativi a sprechi, disservizi, malfunzionamenti – ma anche eccellenze che agevolano il percorso di cura dei pazienti – su tutto il territorio italiano. Il rapporto è stato presentato nei giorni scorsi a Roma e fra le ‘ombre’ raccolte e rilanciate da Cittadinanzattiva, ce ne sono alcune che riguardano direttamente la sanità umbra.

TERNI, LISTE DI ATTESA ‘CROCE’ DELLA SANITÀ’

Il caso-Pantalla Nella macro area delle ‘consulenze e onorari a medici e operatori sanitari’, uno dei casi segnalati riguarda l’ospedale di Pantalla: «L’ospedale di Pantalla – recita la segnalazione – è il raggruppamento sanitario di due città: Todi e Marsciano. In questo ospedale sono assunti solo gli infermieri. I medici, invece, provengono tutti da Perugia. La Usl2, infatti, utilizza i medici forniti dall’azienda ospedaliera di Perugia per i medici delle proprie strutture sanitarie: blocchi di medici che non sono stabili in una struttura sanitaria ma che gravitano sugli ospedali della zona (in un così detto ‘valzer’ delle sale operatorie). L’accordo tra L’azienda ospedaliera e la Usl infatti prevede una spesa di 650 mila euro per questo personale. Ogni ora di lavoro dei medici ‘in trasferta’ costa 60 euro più il recupero degli oneri ed il rimborso spese forfettario legato alla distanza della trasferta. Due trasferte a settimana per 6 – 10 ore quotidiane a 60 euro l’ora costano dai 360 ai 600 euro al giorno, 720 – 1.200 euro alla settimana, 2.880 – 4.800 al mese. A questo si deve aggiungere circa un 30% in più per rimborsi e recupero oneri. Cifre da capogiro». La domanda è precisa e mette a nudo la questione: «Non costerebbe meno assumere medici full time, con contratto a tempo indeterminato o determinato che siano sempre a disposizione dei cittadini?».

‘I DUE VOLTI DELLA SANITÀ’: SCARICA IL RAPPORTO

Il pacchetto ‘ignorato’ Un’altra nota dolente che riguarda l’Umbria è relativa invece all’area ‘prestazioni diagnostiche, esami pre-intervento e ricoveri inappropriati’: « Il pacchetto esame clinico-strumentale della mammella ricompreso nei Rao (raggruppamenti attesa omogenea) e nel piano sanitario regionale 2012 – spiegano da Cittadinanzattiva – comprende un percorso chiaro per donne al di fuori dello screening mammografico, con: visita senologica, ecografia al seno e mammografia. C’è pochissima informazione sull’esistenza del pacchetto (costo totale 36 euro) e si persevera nel prescrivere le tre prestazioni separatamente con un aggravio di spesa per il cittadino (che in tutto infatti paga circa 92 euro contro di 70 circa di quanto previsto in privato). Questo comportamento, oltre a generare uno spreco di risorse per il servizio sanitario regionale, genera chiaramente anche un allungamento delle tre liste di attesa».

Plantari ‘d’oro’ Un altro elemento che emerge dalle segnalazioni riguarda il costo dei presidi sanitari e l’erogazione degli stessi attraverso modalità di acquisto frammentate e non centralizzate o che non favoriscono il servizio pubblico, a vantaggio invece del settore privato. Due i casi riguardanti l’Umbria e il primo fa riferimento all’acquisto di presidi, medical device (come defibrillatori e assi spinali) effettuato singolarmente, tanto che «un paio di plantari venduti nelle sanitarie a 69 euro, la Asl li ha acquistati ad euro 171 (+250%). L’acquisto centralizzato a livello regionale – questa la proposta – farebbe invece crollare il prezzo».

Macchinario inutilizzato Anche l’ospedale Santa Maria di Terni finisce sotto la lente di Cittadinanzattiva per una segnalazione relativa all’area ‘macchinari diagnostici inutilizzati o parzialmente utilizzati’: «Presso l’azienda ospedaliera di Terni è stato donato un macchinario in grado di generare onde d’urto e il cui uso pare sia estremamente efficace nella guarigione-riabilitazione di specifiche patologie muscolari. Da quanto riferito, l’azienda ospedaliera possedeva da oltre un anno il macchinario che non risultava essere in funzione».

Qualche luce L’Umbria non figura invece fra le pratiche ‘eccellenti’ segnalate nel rapporto, anche se emergono note positive, riferite alla sanità regionale, rispetto ad alcuni punti: il numero di posti letto per mille abitanti – 3,2 per Umbria, Veneto e Toscana, superiore allo standard fissato a 3 -, la prevenzione sanitaria in regola con le indicazioni del ministero della salute rispetto ai livelli essenziali di assistenza (Lea) – e l’Umbria supera il 95% nelle vaccinazioni obbligatorie infantili – e il fatto che il servizio sanitario umbro sia fra i sette, in Italia, che prevedono un sostegno economico alle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita. Di contro l’Umbria non fa parte delle tredici regioni che hanno introdotto la gratuità per la vaccinazione contro la varicella per i nuovi nati.

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