Umbria, Penitenziaria: «Agenti penalizzati»

Sappe sul piede di guerra: «Evidenti disparità con la Toscana. Si correggano gli errori del passato». Il sindacato proclama lo stato di agitazione

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Ancora tensioni sul fronte delle carceri umbre, in particolare nei rapporti fra i sindacati della polizia penitenziaria – Sappe Umbria in questo caso – e il Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria (Prap) le cui decisioni – secondo la sigla – rischiano di penalizzare pesantemente i ‘baschi blu’ che operano in Umbria. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione e la decisione di non partecipare all’incontro con il provveditore previsto per lunedì. Previste anche manifestazioni di fronte agli istituti penitenziari della regione.

«Umbria all’angolo» Circa le nuove piante organiche, la proposta allegata alla nota del Provveditorato – afferma il segretario regionale del Sappe, Fabrizio Bonino – «sembra prevedere uno sproporzionato incremento dell’organico per la Toscana, 104 unità, a discapito dell’Umbria, ove sono incrementati soltanto 23 posti in organico, di cui 22 a Terni ed 1 ad Orvieto. In tutto il prospetto soltanto Spoleto e Perugia sono ad incremento-zero. A tal proposito, sarebbe quanto mai opportuno e necessario che il Provveditorato rappresenti al Capo del dipartimento la situazione degli istituti umbri successiva all’apertura del nuovo complesso di Perugia Capanne e del nuovo padiglione dell’istituto di Terni, entrambi attivati a pianta organica regionale invariata, gravando così sui due restanti istituti di Orvieto e Spoleto. Situazione mai sanata nonostante le numerosissime istanze avanzate dal Sappe».

Gli errori del passato «Di fatto – scrive il Sappe – anziché ampliare la pianta organica regionale in misura tale da soddisfare le necessità degli istituti di Perugia e Terni, sono stati ridotti gli organici di Orvieto e Spoleto per integrare, peraltro in maniera insufficiente, quelle degli altri due istituti. Nello specifico, rispetto alle piante organiche definite nel 2001, l’istituto di Orvieto ha perso 7 unità e quello di Spoleto 30 unità, senza che a ciò corrispondesse alcuna riduzione di posti di servizio ma, anzi, con l’ulteriore aggravio dell’apertura a pieno regime del reparto di videoconferenze, il cui funzionamento ha comportato l’impiego di circa 20 unità. E’ indispensabile, pertanto, sanare gli errori del passato, tenendo conto della complessità della gestione di istituti in cui vi è la compresenza di ben cinque circuiti penitenziari (41/bis , A.S.3 , A.S.3 protetti , M.S., M.S. protetti) senza sottacere, infine, la prossima apertura della sezione di osservazione psichiatrica presso l’istituto spoletino».

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