Ustionata a Nocera, duro sfogo dei parenti

«Non fidatevi di nessuno, solo della vostra famiglia», dice la figlia della donna che ha rischiato di morire bruciata viva nel suo appartamento

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Non è più in pericolo di vita, anche se ancora in prognosi riservata, la donna che, lunedì pomeriggio, all’interno del suo appartamento è stata vittima dell’ennesimo episodio di violenza per il quale, l’unico indiziato, è il suo ex compagno, un 25enne di origini albanesi.

Il fermo Tentato omicidio e incendio doloso aggravato. Sono questi i reati che la procura di Spoleto ipotizza nel decreto di fermo disposto a carico del giovane che si trovava nell’appartamento della donna, 40enne di Nocera Umbra ricoverata ora al centro grandi ustionati di Genova con ustioni sul 12% del corpo. Lui, ricoverato all’ospedale di Foligno in condizioni non gravi, continua ad essere piantonato dai carabinieri che indagano sulla vicenda, per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto lunedì pomeriggio all’interno dell’appartamento di via Montecchio, tra Gaifana e Nocera Umbra.

La ricostruzione Secondo quanto risulta, ai soccorsi la donna avrebbe indicato già lui come responsabile. Avevano avuto una relazione, vivendo assieme per circa un anno nella casa che la 40enne aveva preso in affitto nella zona di Nocera. Il rapporto, però, era finito da circa sei mesi e secondo quanto si è appreso, il 25enne aveva anche una nuova fidanzata. Cosa sia successo esattamente lunedì nell’abitazione è ancora al vaglio degli investigatori, i carabinieri di Nocera Umbra e della compagnia di Gubbio supportati dal personale del reparto provinciale di Perugia dell’Arma e dai militari specializzati nelle indagini scientifiche. Dagli accertamenti è comunque emerso che le fiamme sono divampate dopo che il giovane aveva sparso la benzina nell’appartamento innescando poi il fuoco con un accendino.

Gelosia o invidia Non è però chiaro se la tanica con il carburante sia stata portata dal giovane, ed eventualmente con quali intenti, o fosse già nella casa. Così come da stabilire è ancora il movente del gesto. Tra le ipotesi quella della gelosia o comunque un dissidio tra i due. Quello che emerge, stando ai primi racconti delle persone vicine alla donna, è che lui non voleva che lei fosse felice e libera. La relazione era finita ma, forse, non per entrambi. «Attendo di parlare con il mio cliente e di poter vedere gli atti d’indagine prima di fare qualsiasi valutazione» ha spiegato il difensore del giovane, l’avvocato Ubaldo Minelli.

La famiglia E intanto a parlare è di nuovo la figlia ventenne della donna: «Non fidatevi mai di nessuno, fidatevi della vostra famiglia e di nessun altro non fatevi intimorire mai da nessuno, non esitate mai a chiedere aiuto se ne avete bisogno. Ho imparato a mie spese che è meglio stare soli, che poter perdere tutto in un attimo», è la riflessione a cui si lascia andare su Facebook. Ma a parlare è anche la sorella della donna, con la quale, a quanto sembra, i rapporti si erano un po’ incrinati nell’ultimo periodo. «Il dolore lacera l’anima – dice – i ricordi felici e anche quelli negativi avvolgono nella mente che rivive questi istanti tra noi».

La sorella «Vorrei che tutto questo fosse un maledetto incubo dal quale presto tutti torniamo a destarci – Penso a cosa avrei potuto fare se il mio maledetto orgoglio non avesse preso il sopravvento sui sentimenti, se come ho sempre fatto mi fossi fatta scivolare addosso le liti e i silenzi del nostro non parlarci lasciando spazio ai sentimenti» è la preghiera della donna, che capisce solo ora quanto sua sorella abbia corso il rischio «di essere portata via da chi ti ama». «Ma tu sei forte e tornerai ancora più forte di prima perché tu, questa vita che ci mette alla prova ogni santo giorno, la ami e non la temi».

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