Castello San Girolamo, in sette a processo

Terni, il gup Maurizio Santoloci ha rinviato a giudizio tutti gli indagati per la vicenda di Narni: una di loro chiede il rito abbreviato

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Si terrà il prossimo 28 marzo 2017, il processo – con rito ordinario e composizione collegiale della corte giudicante – relativo alla compravendita del castello narnese di San Girolamo. A deciderlo è stato il gup del tribunale di Terni, Maurizio Santoloci, che ha rinviato a giudizio tutti e sette gli indagati.

Il castello La vicenda, nel luglio del 2013, aveva portato a tre arresti e ad un totale di quattordici persone indagate. Per la procura la compravendita si sarebbe realizzata «formalmente da parte della IMI Immobiliare e in realtà con utilizzo indebito di denaro della diocesi di Terni-Narni-Amelia».

Luca Galletti

Luca Galletti

Indagati A processo ordinario, però, andranno solo in sei: Luca Galletti (ex direttore dell’ufficio tecnico della diocesi di Terni-Narni-Amelia), Paolo Zappelli (ex economo della diocesi), Stefano Bigaroni (ex sindaco di Narni), Antonio Zitti (dirigente ufficio urbanistica del Comune di Narni), Gian Luca Pasqualini (notaio ed ex componente del cda dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero) e Alessia Almadori (dirigente servizi finanziari del Comune di Narni). Mentre Alessandra Trionfetti (architetto ufficio urbanistica Comune di Narni),  ha chiesto di essere giudicata con rito abbreviato.

Elisabetta Massini

Elisabetta Massini

L’accusa Per il sostituto procuratore Elisabetta Massini, l’associazione per delinquere – finalizzata in primis alla truffa – sarebbe stata promossa dal Galletti e da lui organizzata insieme a Zappelli, Zitti e Bigaroni, con tutti gli altri coinvolti in quanto partecipanti. Lo stesso pm ha individuato come parti offese il Comune di Narni e la Curia ternana.

«Estranei» Tutti gli indagati si sono proclamati assolutamente estranei alle contestazioni mosse e speravano di giungere ad una conclusione positiva della vicenda già nell’udienza-filtro di fronte al gup. Ma così non è stato.

Prosciolti L’indagine, rispetto alle premesse iniziali, con il passare del tempo ha visto l’archiviazione di diverse posizioni: su tutte quella dell’ex vescovo di Terni Vincenzo Paglia, uscito di scena lo scorso settembre, mentre in precedenza era uscito di scena il sindaco di narni, Francesco De Rebotti e a dicembre stessa sorte era toccata all’ex vicario generale della diocesi, Francesco De Santis, al presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Giampaolo Cianchetta e agli ex assessori Roberta Isidori e Simona Bozza.

Il difensore Luca Maori, che difende Paolo Zappelli, si dice «pronto a dare battaglia in aula. Le accuse – afferma – sono del tutto insussistenti. Già nelle affermazioni dell’ex vescovo Paglia, la cui posizione è stata completamente archiviata, sono contenute tutte le ragioni che motivano l’assoluta estraneità dello Zappelli nella vicenda del castello di San Girolamo. Elementi di cui il collegio giudicante non potrà non tenere conto nell’accertare la verità dei fatti».

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