Comune Terni, mobilità: nulla osta per tutti. Acque agitate su smart working

C’è il via libera generale preventivo per il personale: «Numerose manifestazioni di volontà». Intanto il Csa Ral attacca: «Si punta ad eliminarlo del tutto»

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di S.F.

«Vi sono state numerose manifestazioni di volontà da parte di dipendenti, anche neo-assunti, volte alla mobilità volontaria, spesso motivate da effettive esigenze di ricongiunzioni familiari o logistiche di pregnante importanza e comunque migliorative ai fini del benessere lavorativo del dipendente pubblico». È una delle motivazioni alla base della decisione dell’esecutivo Bandecchi in merito al personale del Comune di Terni: c’è l’autorizzazione alla concessione del nulla osta preventivo alla mobilità volontaria per tutti i dipendenti di ruolo dell’ente. L’istruttoria è del direttore generale e dirigente Claudio Carbone.

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Il dg Carbone

Il via libera generale

In ogni caso, come logico che sia, servirà una richiesta motivata ed il parere positivo del dirigente di riferimento; in futuro l’atto potrà essere integrato o revocato in caso di successive «preminenti necessità organizzative dell’amministrazione comunale». Chiaro che nel documento viene ricordato un aspetto fondamentale, vale a dire che per il personale assunto da meno di tre anni – cinque in caso di prima assegnazione – è necessario il nulla osta, frutto di «una discrezionale e contingente valutazione». Tutto ciò avviene a pochi giorni dalla seconda modifica della macrostruttura e della dotazione organica dall’insediamento del sindaco Stefano Bandecchi: la doppia mossa consente una «redistribuzione delle risorse umane» e comunque di garantire un «equilibrio tra il buon andamento della PA, l’efficienza dei servizi dalla stessa resi e, al tempo stesso l’accoglimento delle necessità di alcuni dipendenti». Vedremo le conseguenze. La sensazione è che un bel po’ di cose stiano per cambiare.

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Smart working: attacca il Csa

Sempre sul fronte del personale, è il coordinatore provinciale del Csa Ral Sergio Silveri ad attaccare. Motivo? Smart working: «Apprendiamo in queste ore che il Comune di Terni sta lavorando a una proposta di delibera che punta a eliminare del tutto lo smart working, riportando di fatto l’amministrazione indietro di trent’anni dal punto di vista digitale. Dare seguito a questo atto significherebbe disconoscere il mondo digitale, tornando indietro di almeno 30 anni, quando ancora non c’era internet, la connessione telefonica era fissa e non mobile, la tecnologia informatica iniziava muovere i primi passi e dove non c’erano nemmeno le università telematiche. Il lavoro digitale oggi in Comune è utilizzato al minimo, soltanto un giorno a settimana, quindi sfugge anche il motivo e il vantaggio che il Comune pensa di ottenere con tale prospetto.  E fa riflettere inoltre che a proporre tale cambio di rotta sia l’assessore che detiene anche le deleghe alla digitalizzazione. Come Csa Ral oggi stesso chiederemo un confronto con l’amministrazione comunale».

 

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