Omofobia, bambini: ‘caduta’ e spiegazioni

Terni, l’intervento del sindaco ha dato di nuovo fuoco alle polveri. Poi il chiarimento e l’auspicio che certi temi restino lontani dalla politica

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Il pretesto ‘tecnico’ era l’intervento del consigliere Paolo Angeletti (Terni Immagina) sul post-Facebook intitolato ‘tre omofobi’ (il consigliere ‘postatore’ Maggiora, il senatore Pillon e il sindaco Latini) con richiesta di scuse dal primo cittadino per il messaggio ritenuto «vergognoso». Ma il successivo intervento di Latini in aula ha dato di nuovo fuoco alle polveri.

RECITE, SEDERI, OMOFOBI: STRATEGIA VINCENTE?

Leonardo Latini

Cosa ha detto il sindaco

«Sento l’obbligo di intervenire per ribadire un’ovvietà, anche sulla spinta delle strumentalizzazioni. Lo dicono la mia storia e le mie amicizie: non sono in alcun modo omofobo né ho alcuna tendenza verso l’omofobia. Una precisazione per me scontata ma che per altri, evidentemente, non lo è. A dirlo sono la ma storia e l’azione politica di questa amministrazione che ha interesse per la tutela dei bambini». Applausi della maggioranza. Poi uno ci pensa mezzo secondo: e i bambini che c’entrano?

Thomas De Luca

Clima incandescente

Difficile per i consiglieri Gentiletti (Senso Civico) e De Luca (M5s) – specie per quest’ultimo – contenere la reazione di fronte a quella che, ai presenti, è apparsa come un’associazione (omofobia-bambini) dalle connotazioni reazionarie, ad essere eleganti. «Aveva promesso un clima di pace e concordia – ha detto Gentiletti al primo cittadino – ed è riuscito a dividere la città in cinque mesi». Ancora più netto De Luca: «Sindaco, chi le scrive i testi? Trovo assurdo e scioccante mettere in contrapposizione il tema dell’omofobia con quello dell’infanzia. Sono due cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra, almeno che non si arrivi a pensare a delle illazioni. Se voi pensate che questa città possa continuare a essere senza risposte per parlare di cazzate, ci troviamo di fronte ad una cosa inaccettabile».

Il chiarimento

Il primo cittadino ha poi articolato meglio il suo pensiero: «Volevo specificare che si viene tacciati di omofobia anche quando si vogliono tutelare i diritti dei minori, è successo in altre parti: non c’è alcuna correlazione tra le due cose, ripeto, è fuori da ogni mia minima immaginazione. Concetti ovvi di cui avrei fatto a meno ma sono stato costretto a chiarire». Questione chiusa a quanto pare, con un velo di ambiguità. La speranza ora è di non doverci tornare sopra, anche perché affidare all’assemblea comunale – lasciamo da parte i social – il confronto su tematiche così delicate per la sfera umana, personale ed anche sociale, appare quella sì una bestemmia.

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