Ospedale Narni-Amelia «Bene, vigileremo»

Niente guardia abbassata per il Comune di Amelia dopo l’annuncio dell’assessore regionale Luca Barberini sul nuovo ospedale da 55 milioni di euro

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«Bene l’approvazione del ministero, ora vigileremo su progetto e mantenimento dei servizi territoriali». Niente guardia abbassata per il Comune di Amelia dopo l’annuncio dell’assessore regionale Luca Barberini sul nuovo ospedale di Narni-Amelia da 55 milioni di euro: il vice sindaco Andrea Nunzi mette in chiaro un paio di questioni.

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L’ospedale di Amelia

Il controllo e lo stacco dal passato Nunzi sottolinea infatti che « vigileremo con costanza, come istituzione, e a differenza di quanto accadeva nel passato, su quanto avverrà, senza sconti ed indulgenze sul rispetto degli impegni assunti. Le nostre attenzioni si sostanziano soprattutto in due aspetti: certezza dei tempi e delle risorse nella costruzione del nuovo ospedale e mantenimento e potenziamento dei servizi nell’attuale presidio fino alla completa realizzazione di quello nuovo».

L’attualità Sguardo al futuro sì, ma focus anche sul presente: «Durante – ricorda Nunzi – la seduta di consiglio abbiamo chiesto all’assessore regionale alla sanità e al direttore generale dell’Asl, Imolo Fiaschini, di informare le istituzioni locali sullo stato dei servizi sanitari nel comprensorio amerino-narnese. Ringraziamo l’assessore regionale ed il direttore generale per aver accolto il nostro invito e soprattutto per le rassicurazioni ottenute sia in ordine alla nuova delibera che predispone l’avvio per la costruzione del nuovo ospedale comprensoriale, sia per quanto concerne la soluzione a breve di problemi relativi al potenziamento del personale e alle prestazioni erogate: in primis il dh oncologico, il day surgery chirurgico e la riduzione dei tempi delle liste di attesa».

I ritardi Infine un breve passaggio su tutto ciò che non è stato fatto in tempi recenti: «Tuttavia gli anni trascorsi e gli impegni disattesi – conclude Nunzi – pesano sulla situazione attuale e non possono cancellare i troppi ritardi che hanno aggravato l’assetto sanitario del territorio, depotenziando l’esistente a fronte di impegni al mantenimento di servizi che invece sono stati progressivamente smantellati».

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