Perugia, caos rifiuti: Fagotti si dimette

«Motivi personali» assicura Barelli, mentre il gestore avrebbe chiesto la revisione della tariffa per l’umido e Pietramelina, con gli impianti a norma, resta ferma

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di L.P

Con Borgogiglione ormai fuori servizio, un’inchiesta della magistratura in corso con pesanti capi d’imputazione, a complicare il ‘nodo rifiuti’ si aggiungono, per la giunta di palazzo dei Priori, i sempre più complessi rapporti con il gestore del servizio oltre alla bufera politica che, sull’argomento, non si è mai sopita.

I fatti L’ultimo tassello, solo in ordine temporale, è la diffida lanciata dall’avvocato Cristina Rosetti, capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 stelle, perché la giunta non approvi il Piano finanziario ed economico di Gesnu, necessario anche per varare le nuove tariffe della Tari, fino a che non sarà consegnato completo di tutti i dettagli. Lo dice lo stesso contratto di servizio firmato tra il Comune, l’Ati2 e Gest nel 2009 e che avrà validità fino al 2024, Ma le tariffe, invece, sono state già approvate, così come il bilancio preventivo, mentre il piano dell’azienda sarebbe ancora incompleto.

Il piano E’ il 5 dicembre del 2016 quando, per la prima volta, l’area risorse ambientali e smart city del comune riceve il piano finanziario 2017. Ci cono «carenze e inesattezze» e il dirigente Piro sollecita integrazioni e le opportune modifiche inviando una lettera, il 14 dicembre, in cui si chiede al gestore di rivedere il piano finanziario riportando il costo relativo ad ogni servizio, i quantitativi totali avviati a trattamento, smaltimento o recupero e i corrispettivi economici di tali operazioni,  in modo disaggregato i proventi derivanti dalla commercializzazione dei prodotti recuperati,  i costi dei centri di raccolta, calcolandone l’incidenza sul costo totale del servizio e i costi rispetto al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.

La sede di Gesenu

Tutto tace Di nuovo, il 16 gennaio scorso, «considerati i tempi stretti sia per l’approvazione del bilancio di previsione che per l’invio delle bollette relative al servizio», Piro sollecita di nuovo la trasmissione del Piano finanziario con le dovute integrazioni. Il 26 gennaio si svolge anche un incontro con i rappresentanti di Gesenu, durante il quale «sono stati chiariti gli elementi che necessitavano di integrazione nonché gli aspetti relativi alle diverse voci di costo, individuando nel dettaglio quelli che abbisognavano di modifiche». Una nuova nota, il 2 febbraio, parte indirizzata al gestore, con l’ennesimo sollecito all’invio delle integrazioni richieste e con cui si ribadisce «l’obbligo per il comune di approvazione del Pef prima della deliberazione della tariffa, poiché la norma individua nel piano finanziario l’indispensabile presupposto per la delibera tariffaria della Tari, che dovrà essa stessa essere approvata prima del bilancio di previsione».

La penale Il 16 febbraio parte una nuova missiva, undici giorni dopo, il 27, Gest trasmette il piano aggiornato ma ancora non ci siamo, e gli uffici del comune non possono ritenere lo stesso adeguato a fornire idonee giustificazioni circa l’inadempimento contestato. Scatta, allora, la penale: mille euro, come previsto dall’articolo 24 del contratto di servizio. «Il consiglio comunale – si legge nella preconsiliare di giunta – una volta ricevuto il piano predisposto dal gestore, non si deve limitare alla sua approvazione ma deve, ove necessario, modificarne e integrarne il contenuto». Cosa che non è stata possibile, come negli anni precedenti, visto il ritardo del gestore. Un ritardo ingiustificato, dunque, che non ha permesso di arrivare all’elaborazione di un documento condiviso.

La navetta ‘Raccoglincentro’

Le novità Intanto, si legge nella preconsiliare di giunta, nel 2016 la produzione totale dei rifiuti è stata di 95.050 tonnellate, in leggero aumento rispetto al costante calo registrato negli anni precedenti, di cui 54.059 t di raccolta differenziata, 5.113 t di spazzamento stradale a recupero e 35.878 t di altri rifiuti. C’è stata una riduzione dei cassonetti stradali, conseguente all’attivazione di sistemi porta a porta, mentre è all’esame la possibilità di trasformare la residua raccolta stradale in raccolta domiciliare con l’introduzione di un sistema di tariffazione puntuale. Tra le altre novità, la possibilità di una raccolta monomateriale del vetro e la modifica delle modalità di raccolta degli assorbenti dopo l’avvio dell’inchiesta della magistratura. Se prima pannolini e assorbenti finivano nell’organico, gonfiando il peso della frazione umida da un lato e diventando scarto primario del processo di compostaggio, da dicembre tali prodotti sono conferiti nei contenitori dedicati al secco residuo. Si stanno modificando, poi, i flussi sia per la sospensione del processo di smaltimento del sopravaglio a Borgogiglione che per lo stop al processo di biostabilizzazione della Forsu. Ecco allora che il sopravaglio in uscita da Ponte Rio finirà alla discarica di Colognola, a Gubbio e a Belladanza a Città di Castello. Il sottovaglio invece, a causa del mancato collaudo delle celle del bioreattore, verrà trasportato fuori regione a partire da lunedì 6 marzo.

La discarica di Pietramelina

Incremento costi «Tali condizioni comporteranno una rimodulazione dei flussi dei rifiuti con un conseguente incremento del costo di trattamento e smaltimento per l’anno 2017, che dovrà essere determinato con apposita deliberazione da parte di Ati 2, tenendo conto di quanto stabilito dal contratto». Ma c’è un altro dettaglio che salta agli occhi e che è messo nero su bianco nel documento della giunta, e riguarda Pietramelina. «In data 20.12.2016 – si legge nella preconsiliare – Gesenu ha completato gli interventi previsti e ha prodotto la relazione finale dei lavori, trasmessa all’Ati2; tuttavia la società, in merito al presunto profilo di illegittimità dell’atto autorizzativo dell’impianto di compostaggio – l’autorizzazione d’impatto ambientale n. 5551 del 25 giugno 2008, evidenziato negli atti dell’inchiesta della magistratura – ritiene di mantenere la sospensione dei conferimenti di rifiuti presso l’impianto stesso, nelle more dei necessari chiarimenti in merito alla legittimità del provvedimento autorizzativo».

Discarica Belladanza

Pietramelina Dunque la discarica potrebbe tornare di nuovo in funzione ma la società ha deciso di tenerla ferma, «provvedendo al trattamento della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata attraverso il ricorso ad una rete di impianti regionali e, prevalentemente, extraregionali, secondo le disponibilità riscontrate». E i costi aggiuntivi? Non è dato sapere. «In questa fase transitoria, la cui durata è sicuramente da valutare con riferimento al necessario adeguamento degli impianti ed al recupero della piena efficienza degli stessi, risulta inevitabile il conferimento ad impianti esterni all’Ati 2, con costi diversi rispetto a quelli previsti dal contratto; – ad oggi il Comune non è in possesso di informazioni certe che permettano di definire come evolverà complessivamente la situazione, ma il processo di elaborazione del piano è stato inevitabilmente condizionato da tali rilevanti criticità».

Un vero e proprio caos, certificato anche dal comune stesso che si è trovato costretto ad approvare il piano economico e finanziario del gestore. «Laddove dovessero emergere elementi e costi ad oggi non valutabili questi – si specifica nel documento – non andranno a pesare sul piano finanziario 2017 e sulle relative tariffe, mentre eventuali maggiori costi potranno essere oggetto di consuntivo e di valutazione nel piano finanziario 2018». Si tenterà il tutto per tutto per non far ricadere i costi di una mala gestio sui cittadini?

Urbano Barelli

Tre domande a Barelli E lunedì, in consiglio comunale, si è tornato a discutere del tema. Dopo il rinvio della proposta di istituire un Osservatorio sul servizio di igiene urbana, su suggerimento del vicesindaco Barelli visto il continuo evolversi della situazione, l’atmosfera si è scaldata quando la capogruppo Rosetti ha promosso un’interrogazione urgente proprio al vicesindaco. Si chiede lumi su Pietramelina, «volutamente chiusa nonostante la manutenzione sia completa in attesa della determinazione della magistratura in merito alla legittimità dell’autorizzazione». E, ancora, se è vero che Gest ha presentato richiesta del riconoscimento della revisione tariffaria relativa alla raccolta dell’umido e che, in mancanza di tale riconoscimento, procederà a sospendere il ritiro dei rifiuti e la raccolta dell’umido e che cosa il comune intende fare e rispondere in materia. Domande che troveranno risposta al prossimo question time, intanto dall’assessore all’ambiente arriva una conferma: il consigliere di parte pubblica in Gesenu Alessandra Fagotti si è dimessa. «Motivi personali», ha ribadito Barelli, in attesa di tornare sull’argomento.

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