Resistere e adeguarsi, il commercio ci prova

Coronavirus a Terni: c’è chi ha deciso suo malgrado di tirare giù le serrande. E chi – per ora – attua misure per non chiudere

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di Alice Tombesi

Non è più solo nell’aria, ormai il coronavirus è sotto gli occhi di tutti. Girando per le vie di Terni, anche il solito lunedì di provincia ha qualcosa di diverso: l’emergenza Covid-19 ha chiuso le persone in casa e i pochi che escono avranno senza dubbio notato i cartelli all’entrata di bar e negozi. Sì perché la maggior parte degli esercizi del ternano – che siano ristoranti, bar o negozi – dopo le nuove disposizioni contenute nell’ultimo decreto varato da Conte, si sono subito mossi per fare la loro parte per bloccare la diffusione del virus.

CORONAVIRUS, ANCHE A TERNI CHIUSURE A RAFFICA

I ristoranti

«La logica imporrebbe, a seguito del decreto, che il gestore di un’attività si prenda la responsabilità sul comportamento della propria clientela. Ma nel caso della ristorazione il locale dovrebbe rimanere chiuso». A parlare è Mirko Zitti, responsabile della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio e titolare del Livingstone, pub ternano. «Ad oggi – spiega – non abbiamo ancora indicazioni chiare su come trasferire la norma alle esigenze pratiche. Io ho unito i tavoli, ho scritto che non si faceva servizio al banco e che tutti i clienti erano obbligati a mantenere la distanza minima di un metro interpersonale. Essendoci poca gente non ha senso rimanere aperti così noi del Livingstone abbiamo optato per la chiusura». Un calo di affluenza che ha investito anche il Cicalino, un altro ristorante di Terni: «Sabato sera abbiamo lavorato molto di meno – racconta il titolare, Federico Bianchini -. Abbiamo distanziato i tavoli e preso meno ordinazioni. Sono precauzioni personali attuate in base al decreto ma stiamo capendo come comportarci. Io vorrei rimanere aperto e assicurare un servizio idoneo alla situazione». Stessa linea di azione seguita da un altro ristorante, il Lilliput, che sulla sua pagina Instagram avverte: «In conformità alle disposizioni governative, gli eventi programmati nel nostro locale sono annullati. Svolgeremo il normale servizio dell’aperitivo della cena e del dopocena in conformità alle disposizioni in merito all’emergenza del coronavirus»

I bar

Altre e simili precauzioni sono state attuate anche da diversi bar nel centro di Terni. Il Rendez Vous, ad esempio, ha deciso di mettere due dispenser di gel igienizzante all’entrata del locali, di far utilizzare guanti e mascherine monouso al personale e anche qui, come nei ristoranti, i tavoli verranno posti a una distanza minima di un metro. Lontani tra loro anche i clienti del bar Pazzaglia, lungo corso Tacito, che ha invece deciso di mettere tavolini al bancone a dividere le persone. Poco più in là, al bar la Repubblica sull’omonima piazza, uno dei titolari, Edoardo Capotosti afferma: «Abbiamo messo a disposizione dei clienti il liquido per disinfettare le mani, le strisce a terra delimitano il metro di distanza, i cartelli sono appesi e ben visibili a tutti ma oltre a tutto questo confidiamo nel buonsenso delle persone».

I negozi

Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, molti di loro hanno affisso alla porta fogli che riportano le disposizioni del decreto e alcuni dipendenti hanno deciso di indossare guanti durante l’attività. La farmacia comunale di corso Tacito, oltre a far rispettare il metro di distanza, ha invitato i clienti ad aspettare fuori qualora all’interno non ci sia spazio sufficiente e lo stesso per la tabaccheria pochi metri più in là. Il Cover shop invece, negozio di cover per i telefoni anch’esso sulla via principale di Terni, ha messo in atto un’ulteriore precauzione, oltre il gel e lo scotch a terra: «Possono entrare un massimo di tre persone per volta – spiega la titolare Desiree -. Tutti hanno capito e lo rispettano». Nei piccoli negozi la paura del contagio è ridotta rispetto alle grandi distribuzioni dove invece, afferma Daniele Stellati direttore Confesercenti di Terni: «C’è qualche difficoltà in più perché la gestione è affidata alla responsabilità del singolo». Misure a tratti draconiane che potranno sembrare esagerate e restrittive ma che faranno la differenza. Il singolo potrà rivelarsi decisivo così come il buonsenso, il rispetto degli altri che passa attraverso quello delle regole. Singole azioni e piccoli gesti riportati su larga scala saranno – è la speranza – il vaccino in grado di scacciare malattia e relativi fantasmi.

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