Terni, bando Cascata: «Procedure dannose»

L’associazione temporanea di imprese (Ati) ‘165m Marmore Falls’ spiega i motivi della non partecipazione alla gara

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di Fra.Tor.

«Non partecipiamo a gare che distruggono il lavoro e che distruggono un patrimonio della città e dell’intera regione quale è la Cascata delle Marmore». Questi i principali motivi che hanno spinto l’associazione temporanea di imprese (Ati) ‘165m Marmore Falls’, composta dalle coop ternane Actl, Alis e Sistema Museo, che dal primo gennaio 2006 gestiva i servizi turistici della Cascata delle Marmore, a non partecipare al bando per la nuova gestione.

L’INTERVISTA A SANDRO CORSI (ACTL) – IL VIDEO

«La responsabilità di non partecipare»

«Giovedì sera, dopo un ampio studio – ha spiegato Sandro Corsi, presidente di Actl – abbiamo deciso di non partecipare al bando relativo alla Cascata delle Marmore, perché quella procedura che era partita con una procedura al massimo ribasso illegittima, poi corretta dall’amministrazione comunale, è comunque una procedura confusa, che non da alcuna dignità al lavoro e che creerà problemi enormi ai lavoratori. La strada che avevamo quindi a disposizione era biunivoca: fare ricorso al Tar, che avrebbe avuto dei tempi molto lunghi oltre che una spesa significativa, oppure decidere di prendersi la responsabilità di non partecipare».

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Gli elenchi dei lavoratori con i relativi livelli e funzioni

Corsi ha poi specificato che «non sappiamo ad oggi se c’è un o più partecipanti alla gara, ma noi abbiamo esercitato il diritto di non partecipazione ad una gara profondamente illegittima da diversi profili, come quello della durata massima di 6 mesi, senza specificare quella minima. Siamo all’incredibile da un punto di vista del diritto amministrativo, una gara che non dava alcuna certezza aziendale». Durante l’incontro di venerdì mattina con il sindaco e il vicesindaco «abbiamo assicurato di essere a disposizione. Abbiamo presentato gli elenchi dei lavoratori con i relativi livelli e funzioni che il soggetto aggiudicatario della gara dovrà assumere, perché nessun lavoratore deve perdere un minuto del proprio lavoro, come abbiamo assicurato noi in questi 12 anni. Ad aggi non sappiamo a chi dobbiamo rivolgerci, ma siamo pronti a fare il nostro dovere. Non si è mai assistito ad un accordo sindacale come quello sottoscritto giovedì in Comune: i nostri 40 lavoratori saranno sostituiti da 7 dipendenti comunali, complimenti a chi ha proposto l’accordo e a chi l’ha fatto».

I numeri della Cascata delle Marmore

Grande amarezza è stata espressa da Stefano Notari, presidente di Alis, «perché in questi anni abbiamo dato una nuova impronta, un modo diverso di visitare la Cascata. Ci abbiamo messo tanto tempo per renderlo un sito naturalistico tra i più visitati d’Italia. La Cascata negli ultimi 11 anni è stata visitata da 4.188.041 turisti, con un utile per il Comune di Terni, dal 2014 al 2017, di 3.989.208,71 euro. Una delle entrate più importanti per l’amministrazione comunale e sono soldi che vengono dai turisti che vogliono amare questo posto, se noi lo depotenziamo come si fa? Ad oggi le strutture ricettive convenzionate con la Cascata delle Marmore, cioè quelle dove se un turista pernotta almeno una notte ha lo sconto sul biglietto d’ingresso, sono 97. Sono, inoltre, 14 le associazioni a carattere nazionale convenzionate. Per finire con la convenzione con Trenitalia, un rapporto costruito grazie alla professionalità dei nostri operatori».

Le politiche turistiche

Il 27 dicembre, ha specificato Notari, «siamo venuti a sapere per caso che la Cascata sarebbe rimasta chiusa nella giornata del primo gennaio. Ci siamo subito mobilitati perché questa decisione venisse rivista, prima di tutto per quei turisti che avevano già acquistato dei pacchetti turistici e prenotato dei pernottamenti nelle strutture del territorio, inoltre perché questo dato non sarebbe stato di poco conto per la decisione di partecipare o meno ad una gara che sarebbe durata un massimo di sei mesi, perché sarebbero stati tutti introiti persi. Non si possono fare le politiche turistiche in questo modo, è assurdo. Per tutti questi motivi alle 22 di giovedì sera ci siamo trovati costretti a decidere di non partecipare alla gara».

Gennaio, mese delle prenotazioni

Barbara, una dei lavoratori che finora si sono occupati del sito naturalistico e turistico, ha ricordato che «12 anni fa abbiamo preso in gestione un sito turistico che era di passaggio e lo abbiamo trasformato in quello che è oggi la Cascata delle Marmore, un’eccellenza dell’Umbria. Abbiamo costruito tutti quelli che sono i servizi oggi a disposizione dei turisti, l’accoglienza, le visite guidate, i nuovi percorsi e un’assistenza quotidiana e costante nei sentieri. Noi ci aspettavamo il flusso turistico registrato il primo gennaio 2019, noi negli anni abbiamo lavorato per questo, perché il flusso dei turisti aumentasse costantemente. Questo flusso è stato inaspettato perché non conosce il posto. Nessuno ci ha chiesto ‘come funziona la Cascata?’ Gennaio per noi è un mese importante perché è il mese in cui le scuole chiamano per confermare le gite e i gruppi turistici prenotano gli spostamenti per il periodo primaverile. Quest’anno nessuno risponderà a queste prenotazioni e mancheranno di conseguenza gli incassi».

Professionalità e servizi

«Nessuno ci ha chiesto di sederci al tavolo con il Comune e i sindacati», ha ricordato Barbara. «In questo bando di sei mesi nessuna delle nostre professionalità è stata richiesta, quindi è come se noi non fossimo esistiti. Nel bando, inoltre, non è previsto neanche il personale all’interno dell’area escursionistica. Noi facciamo un controllo costante in tutti i sei sentieri e diamo assistenza a feriti o dispersi, oggi tutto questo non c’è più perché l’assistenza è prevista solo nel mese di maggio. Viviamo 365 giorni all’anno alla Cascata e abbiamo dovuto sapere dai giornali che dal 5 gennaio saremo sostituiti da alcuni dipendenti comunali. Ci sentiamo un po’ umiliati, perché dopo 12 anni in cui abbiamo creato tanto ci ritroviamo messi a casa. Non siamo contenti di non partecipare al bando, ma siamo stati informati delle difficoltà e non c’erano le condizioni per farlo. Siamo soci-lavoratori e rispondiamo nel bene e nel male».

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