Terni, case popolari: perenne sos. «690 domande, 74 alloggi. Qui primato negativo»

Audizione dei sindacati giovedì a palazzo Spada: senza fondi si va poco lontano. «344 appartamenti disponibili ma non assegnabili per mancanza di messa in sicurezza»

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di S.F.

‘Case popolari’ ed emergenza abitativa, a Terni è perenne emergenza. Si fanno bandi, sistemazioni degli appartamenti e quant’altro, ma il problema resta: a certificarlo l’audizione di giovedì mattina in I e II commissione congiunta di Sunia, Sicet e Uniat nelle figure di Matteo Lattanzi, Rossano Iannoni, Gino Bernardini e Jacopo De Santis. Pressing sia sulla Regione che sul Comune per tentare – ennesimo appello – di migliorare il quadro di una situazione molto complessa. D’altronde senza un bel po’ di fondi da mettere a disposizione non si va lontano.

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Terni e l’emergenza appartamenti 

Nessun assessore presente in aula per ascoltare i sindacati, per l’amministrazione – figura tecnica chiaramente – c’era solo la funzionaria con elevata qualificazione della direzione welfare Erminia Bonini. Vale a dire colei che, in prima battuta, segue tutte le procedure insieme alla dirigente Donatella Accardo (out anche lei). Ci ha pensato Lattanzi a fare un sunto del difficile contesto: «Tre punti nodali ci sono. Il primo è la quantità di alloggi disponibili nell’ambito del territorio comunale di Terni che potrebbero essere assegnati ma non lo sono per mancanze in termini di messa a norma: sono 344 (bilancio Ater consuntivo 2022), un numero enorme. Di cui 32 con manutenzione straordinaria a carico del Comune ed il resto ad Ater. Chiediamo che venga avviato un percorso con duplice obiettivo, da un lato individuare le linee di intervento per le strutture in mano all’amministrazione comunale e dall’altro un tavolo Comune-Regione-Ater per gli altri. Ater da sola non può intervenire, occorre anche che si muova la Regione», le parole di Lattanzi. «Terni ha il primato in Umbria per l’alta incidenza di appartamenti disponibili ma non assegnabili, il 40% del totale. Basti pensare che Perugia è seconda con il 15% sul totale. In questo modo c’è incapacità di fornire risposte ed un deterioramento del patrimonio pubblico». Anche perché ci sono conseguenze: «Ciò può generare disperazione nei nuclei familiari e possono esserci le occupazioni. Diventa quindi un problema di ordine pubblico. Il Comune si faccia promotore di un confronto». Lattanzi, restando sul tema dei 32 alloggi di cui si dovrebbe occupare palazzo Spada, ha parlato delle aree di viale Brin, via della Stella, il ‘palazzone’, via del Raggio Vecchio, San Lucio e via dell’Arringo.

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Il bando Ers e le criticità

In tutto ciò di mezzo c’è il bando per l’edilizia residenziale sociale scaduto a fine dicembre: «A fronte di 690 domande presentate, la disponibilità ad oggi è solo di 74 alloggi. Ovvero il 10%. E il dato è incompleto perché sappiamo che molti nuclei – ha aggiunto Lattanzi – non hanno potuto partecipare al bando per varie motivazioni. Non è veritiero ed è destinato ad aumentare (si riferisce al 690 citato sopra), sono di più coloro che vivono una situazione di disagio». Si arriva al secondo punto: «Emergenza abitativa, riteniamo che sia opportuno istituire un meccanismo con graduatoria aperta e non un bando. Si ha la certezza di non intercettare il disagio facendo come è accaduto a Terni, è l’unico Comune in Umbria che si è mosso così da quanto ci risulta. Inoltre – ha proseguito Lattanzi – ci sono errori enormi sul criteri per i punteggi aggiuntivi, è un’assurdità. Andate a vedere l’articolo 34 bis della legge regionale perché consente di poter aggiungere criteri sulla base di una scelta comunale». C’è poi l’ultimo argomento, il terzo: «Individuare meccanismi di mobilità tra gli assegnatari, ci sono situazioni con persone invalide che magari vivono al terzo piano senza ascensore. E restano ‘prigionieri’ nell’abitazione. C’è poi chi chiede di spostarsi perché sono rimasti soli in spazi grandi». Per la maggioranza il primo a prendere la parola è stato Andrea Sterlini, il presidente della I commissione: «Ci risultano per Terni 237 alloggi, dei quali 124 assegnati, 10 in assegnazione e 70 in ristrutturazione (San Lucio)».

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Bonini conferma. I regolamenti

La funzionaria della direzione welfare – nel mentre veniva aggiornata la Accardo – in primis ha confermato i numeri forniti da Lattanzi sul bando Ers: «Sì, 690 domande e 74 alloggi disponibili. La data di validità della graduatoria sarà di due anni e quindi si andranno ad aggiungere ulteriori appartamenti. Sono sempre state superate le 100 assegnazioni», ha chiarito. «La mobilità? C’è un accordo stipulato tra Ater e Comune per un protocollo operativo: disciplina alcuni casi specifici come il sovraffollamento, la disabilità e la lontananza dal lavoro. Ma dipende dalla disponibilità delle case e l’ultimo avviso è stato fatto per le gravissime disabilità. C’erano solo 5 appartamenti privi di barriere. E l’avviso per l’emergenza abitativa è stato fatto così perché consentiva la massima trasparenza. I criteri? Effettivamente il Comune ne può individuare altri. Tuttavia nell’attuale regolamento comunale non è disciplinata l’emergenza abitativa». Iannoni ha puntato più in direzione Perugia: «Il regolamento regionale è rigido per l’emergenza abitativa ma il Comune aveva la possibilità di inserire ulteriori elementi. Le cose cambiano e occorre un meccanismo che possa intervenire subito, in molte amministrazioni se ne occupano gli uffici. Il problema reale sono i 344 appartamenti disponibili non assegnabili perché Ater non ha i fondi. E non si rimettono a poste le case», l’sos. «La Regione si deve mettere in testa di dover intervenire economicamente, serve una programmazione. Mettetevi intorno ad un tavolo», il messaggio lanciato. A questo punto la Bonini ha puntualizzato che il protocollo prevede che la mobilità sia «subordinata alla riconsegna alloggi che possono essere subito riassegnati». Il consigliere Valdimiro Orsini, in appoggio a Iannoni, è andato al dunque: «Il quadro è noto da anni e non si sono fatti passi in avanti. Serve mettere a disposizione le risorse, altrimenti se ne parla e basta. Ci vuole un forte intervento di Regione e Ater. Ma la giunta che vuole fare per la manutenzione degli alloggi? Occorre poi semplificare il regolamento comunale, su questo si deve esprimere il consiglio». Tra polemiche, Tar, ricorsi e quant’altro è una tematica sempre attuale.

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Il cortile del ‘palazzone’

Nodo regolamento

Sulla questione dei regolamenti è invece intervenuto Marco Cecconi (FdI): «Sull’emergenza abitativa, altra cosa rispetto ai bandi per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale per i quali esiste un aggiornato regolamento comunale sin dal 2018, faccio notare che al contrario manca completamente a livello locale per regolare gli accessi a questa formula con la quale assegnare una pur minima quantità di alloggi solo a titolo temporaneo». Da parte sua in avvio c’era stata la richiesta di riprogrammare la seduta odierna per via dell’assenza dell’assessore Maggi. Se ne parlerà ancora.

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