Terni: «Collestatte, paese dimenticato»

Il Centro studi Malfatti rinnova l’appello per la sua valorizzazione

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di Vittorio Emanuele Pettorossi
Direttore editoriale Centro studi Malfatti

Collestatte è un ridente paese della Valnerina Ternana, balzato alle cronache nazionali per l’uccisione di una signora anziana in un investimento, ma ancora oggi non si è risaliti al pirata della strada, ma dimenticato da tutti.

Ora verrà definitivamente chiuso l’ufficio postale e non crediamo che le azioni che il Comune vuol mettere in campo nei riguardo di Poste Italiane abbiano effetto.

Nel piccolo borgo vivono molte persone anziane le quali necessitano dell’ufficio postale per riscuotere la pensione e pagare le utenze, inoltre non ci sono molte corse dei mezzi pubblici per raggiungere Terni.

Ribadiamo che il paese è dimenticato in quanto come più volte denunciato mai è stata completata l’area del belvedere che è una terrazza sulla sottostante valle e il relativo parcheggio, anzi ad anni dalle segnalazioni non è nemmeno stata messa in sicurezza l’area che versa in stato di abbandono con lavori da terminare e materiali accatastati,zona piena di potenziali pericoli.

Sicuramente se i lavori fossero terminati sarebbe stato un luogo ideale per realizzare piccoli eventi in questi giorni di caldo insopportabile che avrebbero richiamato anche persone in cerca di un fresco refrigerio all’afa cittadina, dando vitalità al paese.

Nei primi anni duemila erano iniziati i lavori per la realizzazione di impianti sportivi ed anche quelli sono stati abbandonati a metà. Per non parlare della pavimentazione nella parte bassa del paese dove buche e fondo irregolare rendono difficile il deambulare delle persone anziane. Forse terminando le opere e rendendo il paese attrattivo dal punto di vista turistico l’ufficio postale potrebbe rimanere aperto.

Sicuramente all’azione che devono svolgere le istituzioni bisogna che ci sia una collaborazione di associazioni e cittadini locali per ridare vita a Collestatte paese che fino al 1927 era Comune, ma con decreto Regio venne abolito per istituire la Provincia di Terni da parte del regime fascista.

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