Terni, inceneritori: «Cacciare inquinatori»

Mercoledì, alle 18, sotto la Prefettura il comitato ‘No inceneritori’ ha organizzato un presidio: «Vogliamo risposte»

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inceneritore, comitato no inceneritori, presidio«Chiudere gli inceneritori! Cacciare gli inquinatori!» Con questo slogan il comitato ‘No inceneritori’ lancia il presidio organizzato mercoledì, alle 18, sotto la Prefettura. Le questioni da riprendere sono due: l’imminente riapertura dell’impianto Terni Biomassa di Maratta e le 9.780 tonnellate di ‘pulper’ – tecnicamente, scarti provenienti dal ciclo produttivo della carta – incompatibile con l’incenerimento perché non trattato adeguatamente, provenienti da due imprese della provincia di Lucca e destinanti all’inceneritore ‘Aria’ di Acea.

Terni Biomassa

Terni Biomassa

Terni Biomassa «Rimangono degli illeciti su cui ancora la Procura non si è espressa», dice Fabio Neri del comitato ‘No inceneritori’.«Se i carabinieri del Noe dicono che è stato bruciato il doppio della quantità consentita, vuol dire che questi signori hanno bruciato due volte le quantità permesse. Hanno violato la normativa. È un atteggiamento scorretto. Soprattutto in un territorio come quello della conca ternana, dove le problematiche legate ad ambiente e salute sono moltissime».

La storia Circa quattro mesi fa l’impianto era stato chiuso dopo che i carabinieri del nucleo operativo ecologico (Noe) di Perugia hanno avviato un’indagine sui rifiuti bruciati dall’impianto della ravennate Tozzi Holding. Infatti, dai controlli sono emerse molte violazioni del Testo unico ambientale. Secondo quanto ricostruito all’inceneritore sarebbe stato destinato ‘pulper da cartiera’ con un tasso di umidità, nichel, arsenico e cromo oltre i limiti consentiti dalla legge. E non solo, rispetto alle quantità di rifiuti autorizzate per il ‘recupero energetico’ – 100 tonnellate al giorno e 3 all’ora – ne sarebbero stati incenerite molte di più, fino a 170 tonnellate giornaliere e 7 all’ora. «Terni Biomasse – continua Neri – deve ancora avere le autorizzazioni e noi vogliamo sapere cosa succederà. A quanto abbiamo capito le autorizzazioni non arriveranno presto, non è una questione delle prossime settimane, ma il problema vero non è il tempo. Il problema è che non deve riavere le autorizzazioni». Infatti, anche se l’Arpa Umbria, ha concesso il ‘via libera’, spetta al Comune di Terni rimuovere l’ordinanza del maggio scorso e autorizzare l’accensione. Se avverrà, Terni Biomassa potrà avviare l’impianto, facendolo marciare per cinque giorni bruciando solo gas metano, per poi ricominciare a bruciare pulper, così da effettuare – il processo durerà una settimana – test paralleli, da parte degli organismi di controllo e delle due aziende ‘di parte’ incaricate da Tozzi Holding. Alla fine si incroceranno i dati e se tutto sarà in regola, il termovalorizzatore potrà tornare in produzione. La decisione del Comune è annunciata «a breve».

L’Usl «Per quando arriveranno le autorizzazioni – dice Neri – vogliamo che l’Usl Umbria 2 dia un parere definitivo. In 20 anni, non si mai espressa ed è il caso che faccia uno studio dettagliato della situazione ambientale. Non è mai stato fatto uno studio sulla salute e penso che sia indispensabile in un territorio come il nostro dove i problemi di ‘ambiente e salute’ sono tanti». Infatti, Neri sottolinea come sia arrivato il sindaco a dare parere negativo durante una conferenza di servizio e non l’Usl che dovrebbe avere sotto controllo dati e criticità.

Inceneritore Acea Maratta (FILEminimizer)

Aria Acea

Il ‘pulper’ di Acea Questa è la seconda questione per cui il presidio si riunisce. «Acea – spiega Neri – ci deve dire cosa, quanto e quando ha bruciato e come mai non sapesse che il ‘pulper’ non era idoneo visto e considerato che l’impresa guadagna su ciò che ‘distrugge’». Il ‘pulper’ incriminato sarebbe stato destinato anche ad altri due impianti, a Brescia e a Gallicano (Lucca). Così la guardia di finanza di Firenze – in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato di Firenze e l’Arpat (l’agenzia per la protezione ambientale della Toscana, ndR) – aveva avviato l’indagine denominata ‘Demetra’ che ha portato alla luce un vasto traffico illecito di rifiuti. Sei persone sono state arrestate e quattordici sono gli indagati a cui vengono contestati i reati di ‘attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti’, ‘truffa ai danni di un ente pubblico’ e ‘falsità ideologica’. «L’impianto di Acea – spiega Neri – deve ‘eliminare’ il secco in uscita. Infatti, solitamente brucia rifiuti urbani, l’indifferenziato. Ma prima questo subisce un processo di separazione per cui i materiali troppo umidi vengono eliminati. Ma questa vicenda del ‘pulper’ non è chiara perché il rifiuto infatti non solo aveva umidità in eccesso, ma aveva elevate concentrazioni di idrocarburi». Il quadro complessivo «dei due inceneritori ternani diventa sempre più preoccupante. Urge una nuova ordinanza del sindaco e l’intervento del Prefetto. Servono risposte. Mercoledì prossimo saremo sotto la Prefettura con lo slogan ‘Chiudere gli inceneritori, cacciamo gli inquinatori’ e poi ci saranno altre iniziative prima delle autorizzazioni, perché, ripeto, i tempi saranno lunghi a quanto abbiamo capito».

 

 

 

 

 

 

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