Terni, massacrata dal rapinatore in centro

Il balordo le ha fratturato entrambi i polsi e spaccato un ginocchio. Bottino poco più di 100 euro. Si indaga senza sosta

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di F.T.

Entrambi i polsi fratturati e un ginocchio rotto, su cui giovedì sono dovuti intervenire chirurgicamente i sanitari del Santa Maria. Tutto per una rapina che, all’autore, ha fruttato poco più di 100 euro. Il fatto è avvenuto martedì 11 agosto, intorno alle sette e un quarto di sera, a pochi passi dal duomo. Vittima una donna ternana di 57 anni che vive in una palazzina della centralissima via dell’Arringo.

Il fatto Era appena rientrata dal lavoro a bordo della sua Multipla, quando è scesa nei garage per parcheggiare l’auto. Lì, mentre stava chiudendo la serranda, è stata aggredita alle spalle da un giovane che l’ha sbattuta in terra e poi le ha messo il ginocchio fra spalla e collo per immobilizzarla, strappandole la borsa che aveva con sé.

Violenza brutale A quel punto il balordo è fuggito a piedi, inciampando però lungo la rampa di accesso ai garage. Vista la scena, la signora si è fatta coraggio e dopo essersi rialzata da terra lo ha raggiunto per recuperare la borsa. Un tentativo a cui il rapinatore ha reagito con una violenza brutale: ha sbattuto di nuovo la donna a terra, piegandole e fratturandole entrambi i polsi. Nella caduta la signora si è anche fratturata una rotula, letteralmente spaccata in due. Nonostante il dolore, fortissimo, ha cercato di difendere la borsa ma il giovane è riuscito a rovesciarla e a portarsi via il portafogli con dentro poco più di un centinaio di euro e il cellulare.

L’allarme Di fronte alle urla della poveretta, un paio di persone che abitano in zona sono accorse, chiamando la polizia e il 118. Qualcuno ha anche cercato di inseguire a piedi il soggetto che, però, è riuscito a dileguarsi.

Operata La 57enne, ricoverata al Santa Maria – fra l’altro il 12 agosto è stato il suo compleanno – giovedì pomeriggio è stata sottoposta ad un intervento chirurgico durato circa tre ore per ricomporre la frattura al ginocchio. Oltre al dolore fisico – ha anche entrambi i polsi ingessati – le resta addosso il terrore per quanto vissuto in prima persona.

Il nascondiglio usato dal rapinatore

Il nascondiglio usato dal rapinatore

Caccia al rapinatore Circa il soggetto si sa ancora, poco anche se le indagini subito avviate dagli agenti della squadra Mobile di Terni, coordinati dal dirigente Alfredo Luzi, procedono senza sosta. Presto potrebbero emergere novità. Il rapinatore è comunque di un giovane di 25-30 anni, probabilmente italiano – nelle sue parole («Stai calma che non ti faccio nulla») non sarebbe stata avvertita nessuna particolare inflessione dialettale – e ben vestito. Una persona apparentemente normale che probabilmente si era appostata in un angolo buio del garage, dietro al muro dove si trovano gli impianti elettrici, per entrare in azione e colpire a freddo.

Il marito della donna, subito intervenuto sulla scena, ha tentato invano di rintracciare il rapinatore. «Si tratta di un fatto grave, l’ennesimo – spiega -. Non posso che ringraziare chi, fra i residenti, ha subito lanciato l’allarme alle forze dell’ordine, cercando di raggiungere l’autore della rapina. La stessa polizia, così come il 118, sono intervenuti prontamente e ora speriamo che riescano a prenderlo». La sua è una riflessione che colpisce: «Si parla spesso di più controlli in città, a fronte di una situazione oggettivamente preoccupante. Ma credo che le forze dell’ordine facciano il massimo. Il fatto è che anche noi cittadini dobbiamo contribuire, aiutandoci a vicenda di fronte a certe situazioni, senza l’egoismo che purtroppo caratterizza questi tempi. La sicurezza è un fatto sociale e tutti dobbiamo fare qualcosa, come, devo dire, è accaduto in questo caso».

Terrore «Mia moglie è stata massacrata da questo soggetto – aggiunge -. Fra l’altro era rientrata in un orario diverso dal solito e questo mi fa capire che il rapinatore era in attesa di qualsiasi persona che sarebbe scesa nei garage per prendere o parcheggiare l’auto. Anche mia figlia, che è incinta di sei mesi, si sarebbe potuta imbattere in questo criminale. Ora – spiega – a parte le vacanze annullate, ma questo è il minimo, mia moglie si trova a dover trascorrere parecchie settimane in condizioni difficili, senza poter portare le stampelle per via del polsi fratturati e, soprattutto, con nella testa tutti i momenti di una scena allucinante vissuta in prima persona».

Il precedente Fra l’altro il marito della donna è colui che esattamente un anno fa, era il 6 agosto, ha inseguito con il suo scooter il 35enne di nazionalità filippina che aveva accoltellato un connazionale, raggiunto da una quindicina di fendenti nei pressi di palazzo Spada: «Credo – dice – che sia dovere civico di ognuno di noi, quello di non girare la testa da un’altra parte ma darsi da fare per rendere la vita difficile a chi compie reati. Nell’indifferenza, queste persone trovano un terreno purtroppo fertile».

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