Terni, sindaco nomina Rosati assessore

Sfilza di deleghe per il portavoce del primo cittadino, chiamato a ripristinare l’operatività della giunta. Bagarre in consiglio comunale

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Informazione e comunicazione, sicurezza urbana, programmazione strategica, sviluppo economico, agricoltura, commercio artigianato, marketing territoriale e fiere: sono le deleghe che il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha affidato nella serata di lunedì al proprio portavoce e capo di Gabinetto, Moreno Rosati, nuovo assessore del Comune di Terni.

Ressa fuori dal consiglio

La sfilza di deleghe, alcune delle quali ‘pesanti’, può far pensare ad un incarico solido, ad un’amministrazione che intende rimanere in sella. Ma in realtà la situazione è più fluida di ciò che una nomina – pur impegnativa – come quella sancita del primo cittadino, lascia immaginare. Perché intanto Moreno Rosati serve a garantire l’operatività di una giunta che, dopo le dimissioni di Vittorio Piacenti D’Ubaldi, non aveva più i ‘numeri’ per deliberare (oltre al sindaco sono operativi la vice Francesca Malafoglia, gli assessori Sandro Corradi, Emilio Giacchetti e Tiziana De Angelis). Poi perché a fronte delle dimissioni annunciate dal primo cittadino, attese dopo il voto sul dissesto ma che potrebbero arrivare anche prima, l’incarico potrebbe avere una valenza semplicemente ‘tecnica’ e ‘a tempo’. Ma il sindaco è noto per la sua capacità di ‘resistere’, messa alla prova anche lunedì dall’andamento del consiglio comunale. Per questo ogni previsione – anche se la fine dell’esperienza di questa amministrazione sembra sempre più vicina – resta buona.

Giuliano Rossi

Consiglio ‘caldo’ Intanto lunedì l’assemblea presieduta da Giuseppe Mascio ha formalizzato a sudata ‘surroga’ del consigliere Dem Andrea Zingarelli – a cui è subentrato Giuliano Rossi dopo la rinuncia di Giorgio Finocchio – convalidata con 21 voti favorevoli, 3 contrati e 6 astensioni (assenti per la maggioranza Valeria Masiello e Fabio Narciso). Poi solo, o quasi, proteste – con tanto di cartelli esibiti in aula dalla folta platea presente – che fanno il paio con la presa di posizione di centrodestra e ‘civiche’ nella conferenza stampa di lunedì mattina. E intanto il prefetto Paolo De Biagi si muove.

Il prefetto Paolo De Biagi

L’invito ai consiglieri Sempre lunedì è arrivata la comunicazione ufficiale della prefettura di Terni: «Si comunica che, in data odierna, la Corte dei Conti – Sezioni Riunite – ha formalmente comunicato di aver rigettato il ricorso, presentato a suo tempo dal Comune di Terni, avverso la deliberazione della sezione regionale di controllo della stessa Corte di diniego dell’approvazione del piano di riequilibrio finanziario. Il prefetto di Terni, Paolo De Biagi, ha conseguentemente invitato il consiglio comunale di Terni ad adottare la deliberazione di ‘formale dichiarazione di dissesto finanziario’ entro il termine di 20 giorni decorrenti dalla data di notifica ai singoli consiglieri».

Altre polemiche Ma comunque anche la surroga non è che sia filata prorio liscia, con le opposizioni – Todini (Gruppo Misto), Melasecche (ILT), Pococacio (M5S) – sulle barricate per l’assenza di comunicazioni, ai consiglieri, circa l’assenza di ragioni di incompatibilità da parte dello stesso Rossi per la carica di consigliere. Alla fine autocertificazione fatta ed esibita dallo stesso e ‘organico’ del Pd reintegrato in vista del prossimo voto sul dissesto non ancora calendarizzato.

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Urla e cartelli L’ultimo scontro fra opposizione e maggioranza è andato in scena sull’ordine dei lavori: se discutere subito la pesante situazione del Comune – fra bocciatura del ricorso dell’ente alla Corte dei conti e annunciate dimissioni del sindaco Di Girolamo – o rinviare il tutto alla seduta che verrà dedicata al dissesto. Fra urla e cartelli è passata la seconda opzione con i voti – 15 in tutto, sindaco Di Girolamo incluso – del centrosinistra. Di «vergogna» e «schiaffo alla città» hanno parlato Francesco Ferranti (FI) e anche Melasecche. La Pococacio ha ‘arringato’ il pubblico: «Stanno sciogliendo la seduta perché – rivolta alla platea – hanno paura di voi».

Clima pesante A quel punto è salita la tensione, a seduta ormai sciolta, fra il pubblico presente che ha inveito contro giunta e maggioranza al grido di «buffoni, buffoni» (e anche di peggio). E per separare alcuni dei diretti interessati – fra consiglieri e ‘spettatori’ – è dovuta intervenire anche la forza pubblica. Scene amare in un periodo fra i più bui della storia politica recente della città.

Carabinieri e polizia fuori palazzo Spada durante il caos

La ‘maggioranza silenziosa’ L’associazione Terni Valley – che si autodefinisce ‘di sinistra, democratica e progressista’ – attraverso il presidente Alessandro Gentiletti, si esprime così sulla seduta di lunedì dell’assemblea comunale: «Una città schiacciata fra una ‘pmaggioranza di governo’ omertosa, che si è rifiutata di rendere conto del conclamato stato di dissesto e di cosa ha intenzione di fare, e parte delle opposizioni che, supportate dalle loro claque, sono cadute nel solito delirio giacobino, incitando gli spettatori presenti al vilipendio delle istituzioni rappresentative. L’ennesima pagina buia che Terni non merita, se non altro per rispetto a quella maggioranza silenziosa e laboriosa di cittadini alla quale apparteniamo e che continua a mandare avanti la città».

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