Terremoto, scosse forti e polemiche sui crolli

Nuova scossa di 4.2 alle 18,24 di sabato. La Regione replica a chi accusa per i crolli delle chiese: «Più di mezzo milione nel 1998 a Comune e Arcidiocesi di Spoleto Norcia»

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L.P.

Una nuova scossa, forte, ha di nuovo fatto tremare il cuore – e non solo quello – della gente che dal 24 agosto (e poi dal 26 ottobre) è costretta a confrontarsi con il terremoto. Alle 18,24 di sabato, infatti, Norcia ha ‘ballato’ di nuovo per una scossa di magnitudo 4.2, con origine a 11,1 chilometri di profondità e che è stata distintamente avvertita anche una vasta zona dell’Umbria. Ma le scosse si ripetono con una continuità che non dà tregua: una ogni mezz’ora. E’ questo l’intervallo temporale con cui da giorni ormai continuano a verificarsi scosse di intensità variabile e che vengono percepite dai cittadini che abitano al confine tra Umbria e Marche.

I terremoti delle ultime oreSciame sismico Nervi a pezzi. Da 48 ore ormai i piccoli centri dell’Appennino non trovano pace. Lo sciame sismico prosegue ininterrottamente da mercoledì scorso quando tre scosse di magnitudo compresa tra 5.4 e 5.9 hanno messo in ginocchio, per la seconda volta, la zona a nord della faglia che si era attivata appena due mesi fa. A Preci alle 11,30 di sabato mattina la terra ha tremato ancora, e prima alle 10.58 e alle 10.48, poi di notte con epicentri localizzati a Preci, Castel Sant’Angelo sul Nera, Norcia, Visso e Ussita.

Da agosto a ottobre Da mercoledì sera i sismologi dell’Ingv hanno localizzato oltre 900 scosse, più di 80 quelle di magnitudo compresa tra 3 e 4, cinque i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4 e 5. Per quel che riguarda la sequenza complessiva, dal 24 agosto 2016, sono stati localizzati oltre 19mila eventi, in un’area che si estende per più di 60 chilometri lungo la catena appenninica: sono circa 330 quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, 20 i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 4 quelli di magnitudo maggiore di 5.

Le mura di Norcia

Le mura di Norcia

Freddo Norcia, Preci, Visso e Ussita, tutti piccoli centri di montagna dove le temperature, di notte, scendono fino quasi allo zero. Se nel versante umbro i cittadini, già messi a dura prova dall’aver abbandonato le proprie case e attività dopo il terremoto del 24 agosto scorso, sembravano aver ripreso la via della normalità. Chi si era sistemato da amici e parenti, chi aveva preferito stare in albergo. Ora sono, di nuovo, tutti per strada. «Io sono tornato a dormire nella tenda che avevo sistemato in giardino – ci racconta un giovane abitante di Norcia – non me la sento di stare in casa e neanche nella palestra allestita dal comune».

Sfollati Così se nel giro di due mesi erano comparse e poi di nuovo sparite le tende della Protezione civile, ora sono di nuovo tutti in fila per dormire nelle palestre allestite a dormitorio, dove sono state riportate le brandine per fronteggiare la nuova emergenza. «Niente tende» aveva detto subito dopo le scosse il commissario alla ricostruzione Curcio e così la strada è di nuovo quella di scegliere tra gli alberghi o il contributo per l’autonoma sistemazione in attesa che arrivino le casette, il cui numero dovrà essere ora aggiornato. Sono circa 300 le persone accolte nelle strutture allestite a Norcia e nelle frazioni limitrofe, un centinaio a Preci, circa una cinquantina a Cascia e altri sessanta a Vallo di Nera. Ma c’è anche chi, poco più a nord, ha riaperto le casette in legno del sisma del ‘97 e dormirà lì con le proprie famiglie. Allestita di nuovo anche la mensa, stavolta coordinata dalla protezione civile della Toscana

Vigili del fuoco a lavoro in piazza San Benedetto

Vigili del fuoco a lavoro in piazza San Benedetto

Paura A Norcia chi aveva scelto le strutture alberghiere ora ha paura ed è tornato a chiedere assistenza al Palatennis, ma la precedenza viene data a chi non ha ancora una sistemazione e questo sta creando non poche tensioni. «C’è chi non si fida a dormire negli alberghi della zona – spiegano – ma non possono tenere occupata la camera e venire a dormire qua. Bisogna scegliere, dobbiamo cercare di assistere tante persone». La paura e la diffidenza, però, tornano a farsi sentire mentre il centro storico di Norcia è ormai di nuovo svuotato. «Continuano a dire che qui non è successo niente ma come facciamo a ripartire se ogni due mesi il terremoto continua a distruggere case, edifici pubblici e anche le porte della città. Le mura di Norcia sono venute giù così come alcune chiese storiche», lamentano i cittadini.

Turismo Tantissime le disdette e le partenze dei turisti che avevano scelto di nuovo l’Umbria per trascorrere il ponte d’ognissanti. E oggi a Norcia ci sono solo i camion dei vigili del fuoco e le macchine della protezione civile. «Per fortuna che dovevamo stare tranquilli – commentano alcuni residenti – e che dovevamo riprendere le nostre attività. Ora arriverà l’inverno e noi saremo abbandonati da tutti». Mentre ancora non erano terminate le verifiche sugli edifici danneggiati dal sisma di due mesi fa, sono già iniziati i primi sopralluoghi sulle strutture strategiche, in primis quelle pubbliche, dopo che l’ospedale di Norcia è stato dichiarato inagibile già nelle prime ore dopo le ultime scosse.

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La chiesa di Campi San Salvatore a Norcia (foto di Stefano Di Giovambattista)

Patrimonio culturale E poi ci sono i danni, pesantissimi, al patrimonio culturale. Danni di cui ha parlato anche il ministro della Cultura Dario Franceschini che ha confermato come le nuove scosse di terremoto abbiano ancora di più danneggiato quel patrimonio già messo a dura prova dal sisma del 24 agosto. «La cifra esatta delle risorse da destinare al settore non c’è ancora, ma è una cosa che stiamo valutando», ha assicurato il ministro. Ma intanto monta la polemica sui crolli delle due splendide chiese di Sant’Eutizio di Piedivalle, vicino a Preci, e di San Salvatore in Campi a Norcia, con il j’accuse dello storico dell’arte Tomaso Montanari, che denuncia: «entrambe erano già state danneggiate dal sisma di agosto, non sono stati fatti i consolidamenti, potevano essere salvate».

La polemica Montanari, che spiega di aver parlato anche con i sindaci dei paesi colpiti, va giù duro: «I danni al patrimonio culturale sono gravissimi. E se si fosse intervenuti come si doveva, dopo agosto, molti dei monumenti lesionati allora si sarebbero salvati», sostiene. «Ora le rovine giacciono in terra e nessun personale tecnico del Mibact sta intervenendo, mentre è decisivo intervenire nelle prime ore, come tutta la storia dei terremoti italiani insegna. E non c’è alcuna incompatibilità con l’assistenza alle persone – aggiunge lo storico dell’arte – si possono e si devono fare in parallelo e subito».

terremoto-norcia23333Liberati E sul tema interviene anche il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Liberati. «E’ bene che la Soprintendenza dell’ Umbria spieghi sollecitamente e con estrema puntualità cosa sia accaduto – afferma Liberati – osserviamo come, a fronte di reiterati e accorati appelli da parte dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, due mesi dopo il sisma del 24 agosto la Soprintendenza ABAP non fosse ancora intervenuta in loco, oltretutto a fronte di beni di straordinaria valenza culturale e dunque sotto tutela. E’ sempre l’Arcidiocesi a lamentarsi di tali condotte, denunciando pubblicamente l’esiziale inerzia del Ministero».

‘Soprintendenza immobile’ Già a fine agosto, infatti, si segnalava come Sant’Eutizio fosse a rischio crollo, sgomberata e inagibile. «Occorrevano immediati lavori di consolidamento – conclude Liberati – eppure, stando alle segnalazioni della Diocesi, nessuno si sarebbe mosso. Se si dimostrasse che il Ministero dei Beni Culturali, attraverso la Soprintendenza, non abbia agito per tempo, si imporranno ampie riflessioni e immediate dimissioni degli interessati, salvo gli ulteriori danni di natura materiale e immateriale eventualmente quantificabili in altre sedi».

marini-terremoto-norciaParla la Regione Il dirigente della sezione salvaguardia beni culturali in emergenza della Regione Umbria, l’architetto Filippo Battoni, non ci sta – però – a far passare quelle che secondo lui sono polemiche senza fondamento rispetto ai danni subiti dall’Abbazia di Sant’Eutizio, a Preci: «L’Abbazia di Sant’Eutizio ha beneficiato dei finanziamenti regionali già nel luglio 1998, con la tempestiva approvazione di un Piano stralcio Giubileo – Terremoto per finanziare i danni derivanti dal sisma sugli edifici beneficiari dei contributi della Legge 270/97. Così la Giunta regionale – precisa – intese evitare il rischio che si verificassero ritardi nell’ultimazione dei lavori per la celebrazione del Grande Giubileo 2000. I finanziamenti erogati dalla regione sono i seguenti: 258.228,25 per interventi locali e puntuali come catena arco trionfale, consolidamento della bifora della sacrestia e piccoli interventi di consolidamento dell’abside opere di finitura riguardanti il riscaldamento. 123.949,65 sempre nel piano Giubileo terremoto per interventi puntuali sulla struttura che era già in corso di finanziamento. 148.174,97 per interventi locali e puntuali riguardanti il Convento come inserimento di catene, rafforzamento di volte e consolidamento del muro esterno. La Regione per gli interventi sopra elencati è stata l’ente che ha finanziato le opere mentre per i due interventi  gli enti attuatori sono stati il Comune di Preci e l’Arcidiocesi di Spoleto Norcia. Per quanto riguarda il muro che crollando ha causato il crollo di parte della facciata della chiesa questo non è potuto entrare in quel finanziamento regionale in quanto non era bene culturale e non poteva, dunque, rientrare tra i beni oggetto di interventi finanziabili con tali risorse».

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