Treofan, i lavoratori danno la ‘sveglia’ in Comune: «Una presa in giro. E voi silenti»

Terni – Presidio e confronto con i capigruppo. L’ennesimo sos: «Personaggi grotteschi e promesse inattese. La preoccupazione è che andremo tutti a casa»

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La deadline è dietro l’angolo, febbraio 2023. Quadro scadrà la cassa integrazione, tre mesi. E allora i lavoratori della Treofan, notando un certo disinteresse, hanno deciso di andare a palazzo Spada per far capire a chi di dovere che è ora di svegliarsi e non solo a parole: presidio sotto il Comune e poi, dopo un breve confronto con il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti, tête-à-tête con i capigruppo politici. Il messaggio è chiaro per tutti: «Sindaco, ci e vi stanno prendendo in giro tutti. Abbiamo dato carta bianca al liquidatore e la sensazione è che ci stiamo ricevendo un bel ‘pacco’. Siamo ai tempi supplementari».

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«Al punto di partenza»

Poco più di venti minuti in sala giunta tra la parte politica ed una delegazione – sindacati non coinvolti, parole dure nei loro confronti – di lavoratori: «A febbraio saranno – ha esordito Nicola, dipendente Treofan – due anni di cassa integrazione e siamo al punto di partenza. Tante promesse disattese e la cosa sta scemando. Ci sembra che l’attenzione stia calando e la preoccupazione è che, finita la ‘cassa’, andremo tutti a casa. C’è disinteresse del sindacato, della politica e della Regione. Non siamo sostenuti da nessuno e con il liquidatore – Filippo Varazi, ndr – il confronto è bizzarro. Ricordiamo a tutti che ci sono 14o famiglie in ballo». C’è anche chi ha fatto presente della cabina di regia: «Doveva controllare, che fine ha fatto?», la domanda posta da Silvia, impiegata della società.

I SANGIOVANNI E IL MONDO HGM
JINDAL, FINANZIAMENTI E BREVETTI: FINANZA IN AZIONE

Nubi nere all’orizzonte

A farsi avanti anche Mauro e Vittorio, altri due dipendenti: «Vedo facce nuove oggi, siamo in ritardo e si poteva fare qualcosa prima. Non c’è stato alcun tavolo di confronto. A breve a Terni si aprirà – hanno sottolineato – uno scenario un ulteriore scenario drammatico perché anche le altre aziende si stanno disimpegnando a causa degli alti costi del sito. E noi non abbiamo informazioni da nessuno. E della denuncia della procura della Repubblica non si sa più nulla». Il sindaco Latini ascolta e poi prova a dare qualche delucidazione. Non saranno molto convincenti a giudicare dalla reazione dei lavoratori.

HGM GARANTISCE, MA DI CONCRETO POCO
DUBBI E TIMORI DEI LAVORATORI

La soluzione che non arriva

Il primo cittadino ha in sostanza riepilogato ciò che è successo. Poi poco altro: «Ci sono stati vari incontri al Mise. E l’indagine della guardia di finanza – mirino su Jindal, ndr – è ancora in corso. Ciò che è emerso in cabina di regia è che molte delle proposte non hanno trovato un’effettiva soluzione, servono fatti concreti. E al momento c’è solo Hgm: a qualche giorno fa era ancora in corso da parte dell’advisor e del liquidatore l’esame del business plan, per ora l’unica proposta concreta è quella. Costi del sito? Il problema principale. Ci dovrebbero – ha aggiunto – essere dei fondi da intercettare, ma utilizzare soldi pubblici su luoghi privati non è così banale. Ci vogliono degli investitori e capire come portare a terra questi fondi». I lavoratori non hanno molto atteso per replicare, anche alzando i toni e lanciando un input al sindaco.

«Ci stanno mangiando». Commissione in vista

Ci pensa Mauro Menciotti a chiarire un paio di aspetti: «Abbiamo dato carta bianca al liquidatore e secondo me ci stiamo prendendo un bel pacco tutti quanti. Nel silenzio totale della città e delle istituzioni. Ci mangeranno, qualcuno già lo sta facendo e ci rimettiamo noi dipendenti. I tempi stanno finendo, i 75 giorni sono imminenti. Il sindacato non è unito ed è una vergogna, lei come sindaco li deve chiamare uno per uno. E si deve impegnare su questa cosa, chiamando anche il liquidatore affinché le persone che devono andare in pensione non la prendano in quel posto». Un sospetto che va avanti da diversi mesi: «Lo abbiamo avuto fin dal primo giorno. L’amministratore delegato si presentò in accappatoio nel confronto con il Mise, già allora il ministero doveva dire ‘io non accetto’. Sono circolati personaggi grotteschi, in ultimo il liquidatore: ci stanno prendendo per il c… e vi stanno prendendo per il c… La storia Hgm va avanti da due anni e non riescono a presentare un piano industriale». Stop. Ferranti ha poi annunciato la convocazione di una commissione per parlarne: «Insisteremo per l’audizione del liquidatore e dell’assessore regionale Michele Fioroni», commenta la capogruppo di FI Lucia Dominici. Mentre il collega M5S Federico Pasculli ha sottolineato come il primo obiettivo debba essere proprio chi si occupa di sviluppo economico in Regione.

PARLA MAURO MENCIOTTI – VIDEO

IL CONFRONTO CON FERRANTI – VIDEO

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