Caso-Gesenu, Barelli: lettera imbarazzante

Perugia, scontro sullo scambio epistolare del vice sindaco con Manlio Cerroni. Pd, M5S e socialisti lasciano il consiglio comunale dopo aver approvato una mozione di censura

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L.P.

Bagarre lunedì pomeriggio in consiglio comunale a Perugia dove l’opposizione, tutta, Pd, M5S e Socialisti riformisti, ha abbandonato la seduta e ha improvvisato una conferenza stampa.

Manlio Cerroni al convegno dello scorso 6 febbraio a Perugia

Manlio Cerroni al convegno dello scorso 6 febbraio a Perugia

Ordine del giorno A far infiammare la polemica è stata la bocciatura di una mozione sull’ordine del giorno attraverso la quale la consigliera Rosetti voleva avere delucidazioni dal vicesindaco Barelli su alcune questioni riguardanti la Gesenu e uno scambio di corrispondenza tra lo stesso vicesindaco e Manlio Cerroni, padre di Monica Cerroni che controlla la Sorain Cecchini e detiene il 45% della Gesenu.

Mozione censura Già nei giorni scorsi, in conferenza dei capigruppo, su iniziativa del Movimento 5 Stelle era stata approvata una mozione di censura nei confronti del vicesindaco che aveva omesso di riferire, tra gli altri particolari, lo scambio epistolare con Cerroni, socio privato della partecipata. «Un’omissione gravissima – commenta la consigliera Rosetti – che impedisce al consiglio comunale, organo di controllo della macchina amministrativa, di essere a conoscenza di aspetti di grande rilievo su una vicenda che riguarda tutta la città, dal momento che in Gesenu il 45 per cento è detenuto dal Comune». Approvata la mozione di censura, un atto formale che non comporta ricadute se non in termini politici, Barelli si è presentato in consiglio lunedì con un documento di 13 pagine «lesivo della dignità delle opposizioni».

La replica «Considerato che la conferenza non ha avvertito la necessità di ascoltare l’interessato prima di approvare un documento così grave – si legge nel report scritto e firmato da Urbano Barelli – il sottoscritto si vede costretto alla redazione delle presenti note per confutare le asserzioni della consigliera Rosetti». Barelli giudica il provvedimento di censura un atto immotivato ed illegittimo, approvato senza che l’argomento fosse all’ordine del giorno i quali, per il vice sindaco, devono avere un contenuto di mero indirizzo e non di dettaglio. Un esposto, quello di Barelli, che va nella direzione del ripristino della correttezza e che invita a riesaminare il provvedimento sanzionatorio nei suoi confronti e ad annullarlo.

Il caso Cerroni In riferimento alla corrispondenza con l’avvocato Manlio Cerroni, Barelli si difende: «ammesso che una tale corrispondenza sia rilevante e divulgabile, senza danno, ancor prima che le trattative approdino ad un qualche risultato». Per il vicesindaco nella vicenda Gesenu l’aspetto più delicato è proprio «è proprio il rapporto con il socio privato che da qualche buon decennio è oggetto di -tanto ampie quanto inutili- discussioni pubbliche». Discussioni inutili, dunque, «perché è altrettanto noto che l’amministratore comunale, socio pubblico di minoranza, non ha alcun potere di escludere i soci privati».

Nella lettera in questione, dello scorso 3 febbraio, indirizzata per conoscenza anche al sindaco, alla presidente della Regione Catiuscia Marini, al prefetto Cannizzaro e all’onorevole Rosy Bindi presidente della commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, Barelli si dimostra contrario all’ipotesi, probabilmente avanzata dall’interlocutore, di realizzare un gassificatore a Pietramelina dal momento che il Comune «ha impostato la propria politica ambientale nell’ottica della strategia ‘Rifiuti zero’ con la finalità di sviluppare un modello di economia circolare divenuto ormai punto di riferimento anche delle politiche europee».

«L’assurda intedittiva» Ancora nella missiva, si legge gratitudine per Cerroni e la sua volontà di rilanciare la Gesenu, «che a mio avviso – prosegue Barelli – si dovrebbe concretizzare, da un lato, nella disponibilità dei soci privati ad investire nei progetti di ammodernamento degli impianti e, dall’altro, nell’aggiornamento dello statuto della stessa società». Rispondendo al vicesindaco, Cerroni fa riferimento a un incontro tra i due avvenuto a Roma. «Superata la crisi finanziaria con l’incasso dei crediti siciliani per servizi resi, in sonno da anni, – scrive Cerroni – vi era stata una forte ripresa della operatività in una visione di interesse ambientale per l’Umbria, anche nella prospettiva di un gestore unico». Peccato, però, che a rovinare i giochi di Cerroni sia «intervenuta l’assurda interdittiva che ci ha mozzato le ali. Siamo fiduciosi per il ricorso al Tar che si discute oggi», scriveva ancora il 27 gennaio scorso.

Pd M5s Sr protesta opposizioni

La conferenza delle opposizioni

La protesta Un attacco frontale quello di Barelli, per tutta l’opposizione, nei confronti del consiglio comunale, «attraverso il quale si contesta la legittimità di mozioni e ordini del giorno e sul quale chiediamo che il presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano prenda una posizione netta». L’opposizione non ci sta e non intende accettare «forme di intimidazione né bavagli. Il consiglio comunale rappresenta l’intera comunità cittadina e non può certamente essere ostacolato nella presentazione dei propri, doverosi atti d’impulso. A questo punto o Barelli ritira quanto scritto oppure da domani farà bene a dimettersi». La polemica, dunque, non sembra destinata a spegnersi a breve. Al termine della conferenza, infatti, l’opposizione ha annunciato che non parteciperà più ai lavori del Consiglio fin quando la situazione denunciata non verrà risolta, salvaguardando la presenza nelle commissioni per non bloccare i lavori.

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