Comune Terni, ‘macchina’ rivista: «No feudi autonomi. Ora tutti in sinergia»

Non solo Carbone. In arrivo un riassetto interno: «I dirigenti erano stati abituati in un certo modo»

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di S.F.

Accardo e Sassi

«Prendere le giuste misure con coloro che da molti anni convivono e si muovono dentro il ‘mammut’ è una sfida nella sfida. I politici passano, i funzionari restano». Così in sintesi Andrea Giuli, vicesindaco del Comune di Terni tra il 2018 e il 2021, ha descritto nel suo libro le difficoltà nell’entrare in empatia/fiducia con gli uffici. Questione complessa che ora è d’attualità considerando che, come annunciato dall’attuale numero due di palazzo Spada Riccardo Corridore, è in arrivo una rivisitazione della macchina amministrativa rilevante a partire dal 1° luglio.

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2021, NUOVO DIRIGENTE E ‘VECCHIO’ ALLARME

Marcucci e Grigioni

Il tentativo e l’anomalia

La prima novità di rilievo è già nota ed è la riammissione in servizio a tre anni dalle dimissioni del dirigente Claudio Carbone, per il quale non si esclude il ruolo di direttore generale – c’è bisogno di fondi – dell’Ente. Si vedrà più avanti. Non sono passati inosservati i passaggi di Corridore sui dirigenti e soprattutto sulla necessità di rimodellare la macchina comunale, con tanto di ‘accuse’ all’amministrazione uscente: «Erano i dirigenti – le sue parole – che gli portavano avanti l’indirizzo politico-amministrativo, prendevano iniziative pur di non lasciare la città abbandonata. Lo prova la struttura delibere, c’era un’anomalia paradossale». Parole di elogio/ringraziamento nel corso della conferenza in particolar modo per la comandante della polizia Locale Gioconda Sassi e il ‘titolare’ all’ambiente Paolo Grigioni.

A FINE GIUGNO ‘SCADONO’ TRE INTERIM TRA I DIRIGENTI
LA RETRIBUZIONE DI RISULTATO
NICHINONNI E IL PERSONALE

Giorgini

Ridistribuzione e feudi

Scontato che si mettesse mano all’organizzazione generale. Sulle tempistiche invece c’era più incertezza: «Dal 1° luglio ci sarà una visione diversa per l’assetto interno. Ci sono funzionari – ha aggiunto parlando dell’affanno per il rilascio in ritardo delle occupazioni di suolo pubblico, poi estenendo il concetto a tutto – a cavallo di tre-quattro uffici. Dobbiamo razionalizzare le aree e ridistribuire i dipendenti nell’interesse loro, della città e dei dirigenti. Ora è arrivato il momento che l’organo di indirizzo politico-amministrativo e le dirigenze abbiano un coordinamento diretto. Non è una critica al corpo dirigenziale, è che erano stati abituati in un certo modo. Non è possibile che la macchina comunale sia fondata su tutti piccoli ‘feudi’ autonomi». In ogni caso la questione base resta: la continua discesa in termini numerici di personale (a marzo 2023 erano 608, come certifica il conto trimestrale). L’ultimo macro modello organizzativo approvato risale al 19 aprile 2019.

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