Perugia, uno sguardo sul futuro del Mercato

Un po’ di ritardo nei lavori mentre si pensa al gestore della nuova struttura. I commercianti in piazza del Circo: «Noi stiamo bene qui»

Condividi questo articolo su

L.P.

Anni di faldoni e studi accatastati sui tavoli di palazzo dei Priori. E poi, all’improvviso, un progetto di fattibilità e l’inizio dei lavori. E’ passato esattamente un anno da quando è stato avviato il cantiere di quel nuovo Mercato coperto che dovrebbe vedere la luce ad aprile del 2018. E che porterà la firma di Michele Fioroni.

Il Mercato coperto prima dei lavori

Il progetto E’ al poliedrico assessore al marketing territoriale di Perugia che si dovrà, nel bene quanto nel male, la fortuna del nuovo Mercato. Si deve infatti al suo impegno l’accelerazione su un progetto che prevede la trasformazione della struttura costruita all’inizio degli anni ’30 in un hub agroalimentare sul modello dei più moderni mercati europei. Oltre 2500 metri quadrati per tre diversi spazi espositivi, laboratori culinari, prodotti tipici e mercato vero e proprio, il tutto rivisto e riammodernato a 360 gradi.

L’area del mercato coperto

Un progetto ambizioso, da oltre 6 milioni di euro, in parte co-finanziato dalla Regione Umbria tramite fondi europei e che vede schierata per i lavori l’azienda De Biase Costruzioni, originaria della Basilicata, che si è aggiudicata l’appalto per la prima tranche. che, appunto, è legato a Fioroni. Uomo di marketing e pubblicità – è ideatore di gran parte delle campagne comunicative del comune degli ultimi tempi – un po’ meno frequentatore di salotti politici, ‘l’assessore del fare’ è riuscito in quello che, nessuno prima di lui, aveva osato fare. Cioè mettere le mani sul Mercato e ridargli una nuova vita dopo che era rimasto semi deserto eccezion fatta per quegli otto commercianti ‘romantici e resistenti’ – un pescivendolo, un macellaio, un venditore di frutta e verdura, tre coltivatori diretti e due ortolani – che non ne hanno voluto sapere di abbassare le saracinesche anche quando la struttura era ormai quasi completamente in abbandono.

Un ortolano al Mercato

Frutta e verdura Non senza polemiche, si sa. A cominciare proprio da quei commercianti che, all’inizio, non erano così convinti di trasferirsi nei box installati in piazza del Circo. Ma che, nel frattempo, hanno quasi cambiato idea.«Lavoriamo meglio qui perché al Mercato la situazione era una catastrofe, era sporco e abbandonato. Qui stiamo bene, siamo tranquilli, lavoriamo sia con i residenti che con i passanti. Abbiamo continuato a tenere aperto fino alla fine solo perché avevamo pochi clienti ma affezionati. Da quando ci siamo trasferiti, invece, gli affari sono ripresi e come può vedere possiamo lavorare in un ambiente pulito e sicuro».

I nuovi box in piazza del Circo

I delusi Chi invece non se la passa bene sono gli altri. «Noi non vediamo l’ora di trasferirci perché qui non si lavora» racconta, invece, chi vende abiti, sciarpine e merceria. «I banchi non alimentari non guadagnano niente qui, mentre chi vende il pesce e la frutta o la verdura ha fatto ottimi affari». In vista di un nuovo appuntamento col sindaco per provare a ricontrattare l’affitto dei box – circa 100 euro al mese – le perdite stimate sono circa del 90% rispetto a quando chi vendeva borse e abbigliamento occupava la terrazza del mercato. «Non c’è passaggio, qui i turisti non vengono, prendono tutti le scale mobili. Solo i residenti che conoscono la bontà dei prodotti alimentari vengono a fare la spesa in piazza del Circo». Ma a frenare le speranze dei commercianti è lo stesso assessore che chiarisce: «in piazza del Circo c’è un’autorizzazione della Soprintendenza con scadenza, non possiamo fare come ci pare. Quando saranno terminati i lavori i commercianti dovranno rientrare al mercato, come previsto sin dall’inizio e come concordato con loro. Stiamo predisponendo l’apertura della terrazza per aprile prossimo, come da tabella di marcia, per cui fra un anno riapriranno lì».

I box visti da viale Indipendenza

Modello di gestione Ma le polemiche hanno investito l’assessore anche per non aver condiviso con la città il progetto di un nuovo mercato coperto, per far partire il quale, una volta finiti i lavori, servirà l’investimento privato di un grande nome o di un consorzio di operatori del settore, disponibili a sobbarcarsi costi ingenti per ammobiliare la struttura restaurata e dare il via a quello che resta ancora un progetto su carta. «In prossimità della chiusura dei lavori inizieremo a ragionare sul bando di gestione, tenendo presente che chi si prenderà in cario la struttura avrà il compito di esprimere la vocazione del territorio, tutte le peculiarità e le tipicità, garantendo anche una vetrina per quelle realtà che, altrimenti, non avrebbero possibilità di accesso a un mercato così ampio e vasto». Rappresentatività anche dei piccoli produttori, dunque,  è la parola d’ordine. Manca dunque, ancora oggi, un po’ di chiarezza su quale sarà il modello di gestione del Mercato che, nonostante le rassicurazioni dell’assessore, si troverà a contendersi clientela e offerte con un’altra importante struttura sorta nel frattempo a pochi passi di distanza: Umbrò. Metà supermercato di prodotti tipici e metà ristorante, luogo di aperitivi e feste nel giardino a disposizione, l’ipotesi di un clone potrebbe certo non risultare allettante per qualcuno che deve investirci un capitale.

La struttura

Il cantiere «Abbiamo finito la parte di riconsolidamento strutturale, stiamo provvedendo al recupero esterno delle facciate con la stuccatura dei mattoni e sono in arrivo gli infissi.  – spiega l’assessore Fioroni – mentre è stato già completato anche il consolidamento strutturale del foto nel terreno realizzato per installare le scale mobili». Il cantiere, dunque, procede spedito nonostante sia stata già chiesta una piccola proroga sui tempi di consegna e, se inizialmente la fine era stata prevista per aprile «ora si può ipotizzare che il cantiere sarà smantellato entro dicembre 2018, al più tardi gennaio 2019.  Intanto  siamo in fase di approvazione presso il Genio civile della copertura apribile che utilizzerà tecnologie innovative, perché servono certificazioni particolari visto l’alto grado di tecnologia della struttura»

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli