Dissesto Terni, via libera all’ammissione di Umbria Energy: ok per 116 mila euro

L’Osl dà il via libera alla società: la richiesta del 2019 è legata a crediti per la fornitura di luce e gas

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di S.F.

Quattro anni ci sono voluti ma alla fine il sì per Umbria Energy è arrivato. È l’azienda fornitrice di energia elettrica ad allargare la massa passiva del Comune di Terni nell’ambito del dissesto finanziario, giunto ormai nella sua fase conclusiva: l’Organo straordinario di liquidazione ha dato il via libera per una cifra di poco superiore ai 116 mila euro spetti alla richiesta originaria del febbraio 2019 per 134 mila euro. Tutto legato a crediti per utenze elettriche/gas fino al 31 dicembre 2017. Come noto – vale per tutti – non sarà questa la cifra che UE incasserà se dovesse accettare la procedura semplificata, bensì il 60%.

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Il Dup e il dissesto

Nell’ultimo Dup della consiliatura Latini non poteva non esserci un ampio passaggio sull’attuale fase del dissesto: «Nel corso degli anni 2022/2023 l’Osl, contando di poter concludere la gestione di liquidazione, continuerà nella sua attività di aggiornamento della massa passiva dell’Ente raccogliendo, valutando e accogliendo o meno le ulteriori istanze di ammissione alla massa della liquidazione che vengono inviate all’amministrazione comunale. Appare, dunque, evidente che il dato sia in continuo movimento – si legge – e influenzato non solo dalle nuove istanze presentate ma, e soprattutto, dalle verifiche che le varie direzioni, unitamente alla direzione attività finanziarie, effettuano sulle pratiche presentate».

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L’immediato futuro ed i vincoli

Il 1° marzo ricorrerà il 5° anno dalla dichiarazione di dissesto dell’ex commissario straordinario Antonino Cufalo, ma la storia è destinata a proseguire ancora per un bel po’: «Sicuramente il prossimo futuro sarà influenzato anche dalla gestione della fase conclusiva del dissesto, dall’approvazione del piano di estinzione da parte del ministero sino all’approvazione del rendiconto di liquidazione da parte dell’Osl e la successiva fase di auspicabile, mantenimento in bonis dell’attuale stato finanziario economico e patrimoniale dell’ente». Anche perché c’è un corposo volume di partite debitorie da gestire, frutto delle mancate accettazioni delle proposte transattive. «Sebbene stia volgendo alla sua fase conclusiva, continuerà a comportare vincoli stringenti dal punto di vista economico-finanziario e organizzativo».

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