Comune Terni, post dissesto: «Creditori? O accettano il 70% o ci si torna». Con ‘appello’

Il sindaco Bandecchi protagonista in Bct sulla ‘nuova’ situazione contabile dell’ente. Mirino anche sugli 80 milioni da riscuotere

Condividi questo articolo su

di S.F.

Le posizioni debitorie del Comune a fine dissesto

Da agosto di cose ne sono successe ed allora per il sindaco Stefano Bandecchi è tempo di esporsi anche su un tema dove ha meno margini di manovra, il dissesto finanziario. Formalmente cessato dal 10 gennaio scorso con la delibera dell’Organo straordinario di liquidazione, non più attivo. L’aspetto tecnico è complesso, poi c’è quello di natura politica: «Chi ha chiuso dissesto lo ha fatto male e non doveva farlo. Se i creditori accettano di prendere il 70% del debito ammesso bene, altrimenti si torna in dissesto». Vedremo. C’è una certezza: niente ricorso del Comune che, da normativa, era possibile.

FINE DISSESTO, I DEBITI IN MANO AL COMUNE: OLTRE 200 CREDITORI DI MEZZO
1° AGOSTO 2023, BANDECCHI: «NESSUN TESORETTO. 22 MILIONI SONO INESIGIBILI»
DICEMBRE 2022, IL PIANO DI ESTINZIONE DEBITI DELL’OSL
ESTATE 2023, VIA LIBERA DAL VIMINALE: I DOCUMENTI

Bandecchi e Bordoni

L’appello della Bordoni

In Bct per parlarne c’erano anche l’assessore al bilancio Michela Bordoni e la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci, accompagnata nella circostanza dalla neo posizione organizzativa Andrea Giuseppe Stentella e dall’istruttore amministrativo contabile Gian Michele Passeri. A lanciare una sorta di appello iniziale sul tema è stata proprio la Bordoni: «Ci siamo messi a testa bassa e ora abbiamo preso una strada – ha detto in avvio dopo aver ricordato le iniziali perplessità sulla gestione Osl – che è impegnativa per il Comune. Ma necessaria. Avevamo due strade a disposizione dopo la chiusura del dissesto: fare ricorso o non indugiare per restituire a Terni la dignità che merita e uscirne definitivamente». Poi si è arrivati al punto: «Voglio dare un messaggio ai concittadini, aiutateci a cercare di chiudere il dissesto rispetto a tutte le partite debitorie che ci sono rientrate». Vale a dire ciò che riguarda coloro che hanno rifiutato la procedura semplificata con ‘taglio’ del 40% rispetto alla cifra ammessa alla massa passiva. «Partiranno lettere e telefonate a tutti i creditori, l’obiettivo è cercare insieme una soluzione». Di mezzo anche l’elogio per l’ufficio della dirigente: «Lavoro preciso e puntuale, sono stati messi dei punti fermi. Ma ora dobbiamo farcela insieme. Tutti devono spendersi». Non la prima volta che si propone un input comunicativo del genere sul tema.

BANDECCHI E LA FINE DEL DISSESTO: «I SOLDI MANCANO ANCORA» – VIDEO
10 GENNAIO, L’OSL APPROVA IL RENDICONTO E SALUTA: LE CIFRE
I DEBITI ESCLUSI DALLA LIQUIDAZIONE: DI MEZZO ANCHE L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Marcucci e Bandecchi

Bandecchi più ‘rustico’

Il sindaco ci è andato meno leggero. O meglio, ha voluto focalizzare l’attenzione su altro: «Dissesto chiuso, i soldi in cassa ci aiuteranno a pagare. Di certo non più del 70%. Chi lo ha chiuso non doveva farlo ed è stato fatto male», il tackle verso l’Osl. Non una novità. Ora c’è da fare i conti con altro: «Ho dato una linea severa da quando ci sono io, non sono stati accesi mutui. E il sistema di riscossione non è ancora efficace. Se i creditori accettano il 70% bene, altrimenti si torna in dissesto». C’è chi preme per far scendere le aliquote comunali considerando la cessazione del dissesto: «No, non l’ho mai promesso. Ed è impossibile. Da ora in avanti i soldi saranno usati sempre bene, staremo più attenti a come si incassa. Io a Terni non sono amico di nessuno», il messaggio. «Nessuno ci ha dato nulla, ma siamo stati bravi a mettere in fila ciò che occorre per uscire definitivamente dal dissesto. Dal 2018 i debiti accumulati del Comune sono circa 70 milioni ed i denari da incassare sono invece circa 80 milioni, molti dovute alle multe. I ternani finora sono stati presi in giro. Tutto quello che è successo post dissesto è stato fatto in autonomia e libertà. Nessuno è venuto a dirmi cosa e come fare, a tal punto che ho fatto il bilancio che volevo».

10 GENNAIO 2024, L’ULTIMA RIUNIONE DELL’OSL A PALAZZO PIERFELICI
1° MARZO 2018, CUFALO DELIBERA IL DISSESTO DEL COMUNE
IL NODO FAL E L’ALLARME DELLA DAF DEL COMUNE

Le risultanze definitive

Gli 80 milioni da riscuotere

Giocoforza tirata in ballo anche la Marcucci nel corso della conferenza: «L’obiettivo – ha specificato – è essere rapidi nel pagamento delle somme». Subito interrotta dal sindaco: «Dottoressa, integro. Chi accetta il 70% può riscuotere anche stamattina». Poi si sono alzati i giri: «Solo a Terni avete fatto delle partecipate dove il Comune garantiva tutto e si è preso le responsabilità. Siete stati mazziati». Da non dimenticare poi i 20 milioni accantonati dall’Osl per i contenziosi in essere: «La normativa è vetusta e correttamente hanno accontonato le somme. Riunione delle contabilità (pre e post dissesto)? Avverrà a stretto giro con variazione di bilancio», ha specificato la dirigente di San Giovanni Rotondo. Il finale è tutto del sindaco: «Il Comune dovrà e potrà rivedere la luce. Ricco e gestito in maniera giusta. Io non sono un principino, ma so come si fanno i conti. Per i prossimi cinque anni sarà sano». Con tanto di bordatina conclusiva: «I creditori sanno che accettare il 70% è giusto e se danno troppo fastidio non avranno nemmeno quelli. Smettessero tutti di fare gli scemi. Anche noi dobbiamo riscuotere molti soldi, 80 milioni. E sono i ternani che devono pagarli». Se ne parlerà ancora.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli