Terni, assestamento bilancio ok. Dissesto: «Nessun ‘tesoretto’». Lo scambio Bandecchi-Masselli

Martedì pomeriggio il via libera dopo due ore di confronto. Il documento del Viminale

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di S.F.

Il consiglio del 1° agosto

Diciannove favorevoli, undici contrari e via libera. Non senza polemiche, come d’altronde era accaduto in III commissione, e momenti quantomeno curiosi negli scambi verbali: il consiglio comunale di Terni martedì pomeriggio ha approvato l’assestamento di bilancio con salvaguardia degli equilibri. Due, inevitabili temi centrali: il dissesto finanziario e l’utilizzo dell’avanzo libero da 1,5 milioni di euro – messo da parte per il fondo rischi passività potenziali – per il sottopasso di Cospea, il verde e le strade. Nel contempo è in arrivo il nuovo segretario generale al posto di Noemi Spagna Musso. Questione di giorni.

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Cecconi e Masselli

Il principio della prudenzialità

La curiosità era legata allo scambio tra il sindaco Stefano Bandecchi e il consigliere FdI Orlando Masselli, ex assessore al bilancio, ottimo conoscitore dei numeri delle casse comunali. Attaccato dall’imprenditore livornese via social in modo alquanto diretto. L’assessore Michele Bordoni ha introdotto e puntualizzato i termini chiave dell’assestamento, dopodiché si è sviluppato il dibattito: «Sono preoccupato per la variazione – le parole di Claudio Fiorelli del M5S -, da dove è stato preso questo milione e mezzo sapendo che la coperta del Comune è corta?». Masselli è entrato subito in gioco: «Lei – il riferimento al primo cittadino – non perde occasione per infamare la mia persona sui social, si diverte. Non contesto il contenuto dei documenti con i vari pareri tecnici, è una scelta politica togliere l’accantonamento da 1,5 milioni che avevamo creato per affrontare la chiusura del dissesto. Ma non perde occasione per contestare i numeri del dissesto. Così fate cadere il principio della prudenza sul quale noi abbiamo impostato il bilancio. C’è la norma sull’applicazione dell’ammortamento del Fal da tenere in considerazione e per il 2024 la copertura ci sarebbe stata. Ora invece resta il punto interrogativo. Ed è improbabile che qualcuno cartolarizzi i crediti di Equitalia», il commento rispetto alla nota storia delle multe tirate in ballo da Bandecchi.

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Bandecchi con la dirigente Marcucci

Bandecchi e le ‘mazzette’

Alla fine il tono non si è alzato più di tanto: «Masselli, Le ho inviato sul cellulare i numeri dell’Osl. Al Comune viene detto che hanno trovato 81,7 milioni e loro – l’Organo straordinario di liquidazione – se ne prendono 1,2 milioni. Ne avanzano 80 e quindi, secondo loro, potremmo saldare i 57 milioni di debiti. A quel punto ne restano quasi 23. Il prefetto non lo metto in mezzo, nella sua funzione mi ha detto ‘beati voi’. Bene, le ‘mazzette’ delle multe e delle tasse di Equitalia le manderò direttamente ai nostri creditori. Non solo non c’è un ‘tesoretto’ come dice, ma mancano 18 milioni per pagare i 57 di debito che alcune gestioni precedenti hanno creato. Questo Comune chino non cammina: o ci danno i soldi o non chiudiamo il dissesto perché i 22 milioni sono inesigibili. L’Osl doveva dirci quanti di quelli erano‘validi’ o meno», le parole del sindaco. Andrea Sterlini (AP) ha difeso la scelta di utilizzare i fondi per il sottopasso: «Ci sono migliaia di residenti che ogni giorno vedono il passaggio a livello chiudersi 36 volte e pochi giorni fa l’ambulanza è stata bloccata. L’intervento andava fatto già dal 2006». Francesco Filipponi (capogruppo Pd) la pensa diversamente: «Dall’11 luglio 2023 siamo tornati ufficialmente in bonis con il decreto del ministero. Ciò anche secondo il dirigente Colaianni e la prefettura di Terni, con tanto di differenza in positivo tra crediti/debiti di circa 22,6 milioni. Se è vero ciò che dice Bandecchi, se ne discuta in III commissione: se c’è tensione finanziarie che si impieghi il fondo di rotazione con piano di riequilibrio pluriennale. Cospea? Va fatto, ma noi ci saremmo mossi con la valorizzazione de patrimonio comunale. Da qui alla fine del 2023 servirà trovare 1,3 milioni di euro per mettere in sicurezza la posta di bilancio sull’anticipazione di liquidità». Elena Proietti Trotti (FdI) ha ripreso le fila del discorso di Masselli: «Noi all’epoca facemmo una politica di prudenza e vi chiedo di non riprendere le politiche folli pre 2018 che poi hanno portato al dissesto». Curiosità: sponda Alternativa Popolare più attivo negli interventi Raffaello Federighi rispetto a Guido Verdecchia, quest’ultimo capogruppo.

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Il direttore generale Carbone

I residui, le perplessità e l’input Tar

Valdimiro Orsini (Per Masselli sindaco) ha parlato di un «cambio di modo di fare in merito all’assestamento, prima era prudenziale. La bravura è nel riscuotere i residui, tutti sappiamo che la situazione finanziaria è complicata. Così come la chiusura del dissesto. E ricordo che l’Osl a dicembre 2022 chiedeva già una tempistica rapida per le riscossioni». Bandecchi annuisce e poi riparte in quarta: «Signori, la campagna elettorale è finita e ad oggi non abbiamo potuto fare quasi niente. Il dissesto è un atto a sé stante sia a livello politico che amministrativo, non può influire su di noi. Quando avremo incassato i milioni, pagheremo i creditori. Abbiamo entrate limitate. Ok, da una parte si è prudenti, ma dall’altra ci prendiamo dei rischi. E tagliare l’erba è essenziale, sì, altrimenti si presenta male. Cortina è bella perché è curata. Ci assumeremo il nostro rischio ed è fondamentale che l’organico dirigenziale funzioni. Cambiare è una cosa difficile e stare fermi non serve a nulla. Non è che se si risparmiano 1,5 milioni i cittadini avranno sollievo». Roberto Pastura (FdI) non è stato convinto: «Basta con promesse non mantenute. Il decoro? Giusto, la storia dei ‘guerrieri del verde’ non è sbagliata ma è fatta da principianti». Francesco Maria Ferranti (FI, diverse interlocuzioni con il vicesindaco Riccardo Corridore) ha lanciato l’alert: «Lo stato non è un’impresa, il modello così impostato non ha funzionato granché». Perplessi anche Pierluigi Spinelli (Pd) e Josè Kenny: «Opposizione costruttiva? Bene, noi la faremo leale. Ma siamo contrari a questa manovra. Non per il sottopasso, ma perché si potevano trovare altre soluzioni», l’esposizione del primo. «Quando verranno attuate le indicazioni contenute nel decreto ministeriale sul dissesto? Se non siete d’accordo c’è la possibilità di fare ricorso al Tar Umbria», il messaggio dell’italo-argentino.

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Federighi, Fiorelli, Filipponi e Proietti

La votazione

Nella parte finale si è scatenata la Bordoni (curiosa la reazione alle spalle di Bandecchi, evidentemente compiaciuto dalla veemenza del membro del suo esecutivo): «Le risultanze finali dell’Osl sono del 21 dicembre 2022, ci fu l’approvazione del piano di estinzione. Ci avete lavorato – la reprimenda al centrodestra – voi a braccetto con loro. Noi, come buoni madri di famiglia (tirate in ballo anche gli altri assessori donne), sappiamo efficientare bene le direzioni». Contrario Fiorelli, idem il Pd. Poi la replica conclusiva di Masselli: «Ci siamo preoccupati anche noi della situazione, non siamo stati fermi. E dicendo in questo modo – la risposta sulle accuse ricevute – sta dando dei somari non solo a noi, ma anche ai dirigenti che ci hanno lavorato. Come Gioconda Sassi, Claudio Carbone e Grazia Marcucci (tutti presenti, ndr). Credo che ci voglia la decenza nell’andarsi a leggere le carte». Si vota e partita chiusa. Di certo la vicenda politica e tecnica andrà avanti ancora per molto tempo. Chissà l’Osl cosa ne pensa.

I numeri citati dal Viminale

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