Terni, partecipate: Asm, mirino sul patto parasociale. Bagarre con Sviluppumbria

Arriva la consueta revisione ordinaria delle partecipazioni societarie con indirizzi per il futuro. No razionalizzazione per TerniReti e FarmaciaTerni

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di S.F.

Potevano mancare elementi di spunto interessanti in merito alla revisione ordinaria delle partecipazioni societaria del Comune di Terni – il riferimento temporale è al 31 dicembre 2022 – e agli obiettivi di contenimento delle spese di funzionamento? Chiaro che no, d’altronde su questa partita negli ultimi mesi ci sono stati diversi scontri. E ce ne saranno ancora con ogni probabilità. Fatto sta che le varie relazioni sono pronte ad essere discusse in consiglio comunale in seguito all’ultimazione dei lunghi e complessi documenti istruttori. La partita è in mano alla direzione attività finanziarie-governo societario.

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Il controllo di Asm e il mantenimento

L’iniziativa è direttamente del sindaco Stefano Bandecchi e l’istruttoria tecnica è della dirigente Grazia Marcucci. Si tratta di un consueto passaggio amministrativo ma, rispetto al passato, è chiaro che giocoforza qualcosa sia cambiato. Esempio? Ovvio che una delle tematiche più rilevanti sia Asm, ora nelle mani di palazzo Spada ‘solo’ per il 54.73% (il resto è di Acea Spa per il 3.39%, Acea Ambiente srl 20.78%, Technologies for Water Services Spa per il 13.71% e Acea Molise srl per il 7.40%): «Con il closing del 6 dicembre 2022, a seguito della stipula dei ‘Patti parasociali’ tra Acea SpA e il Comune di Terni, è venuto meno il controllo pubblico da parte del Comune di Terni,  passato alla società Acea SpA che ai sensi dell’articolo 15 dei patti parasociali consente al socio privato di consolidare i risultati economici della società Asm», viene ricordato nel documento. Storia più che nota. Che torna però utile a causa dell’indirizzo politico – la novità introdotta, d’altronde è anche sottolineata – specificato nell’atto: si parla di «mantenimento della partecipazione e, preso atto degli esiti dell’operazione societaria, valutare, in futuro, la sussistenza delle condizioni per la modifica del patto parasociale sottoscritto in data 6 dicembre 2022 e quindi della governance societaria». Evidente dove si vuol puntare. Vedremo come andrà. «Il settore della pubblica illuminazione è inserito nel piano degli obiettivi della qualità e ogni anno viene richiesta al Comune una customer satisfaction sulla qualità del servizio. Anche per il 2022 il riscontro è stato più che soddisfacente», scrive la società in una nota inoltrata il 29 novembre.

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Palazzo Spada

L’insoddisfazione e l’input sul Sii

Il giudizio più negativo arriva tuttavia da un altro settore: «Valutare l’adozione di indirizzi e obiettivi correttivi, tenuto conto che l’attività fino ad ora svolta dalla società risulta insoddisfacente per l’amministrazione comunale», si legge nel documento. Si parla in questo caso di Umbria Tpl e Mobilità Spa, società sul quale nei mesi scorsi si è registrato uno scontro per la questione dei trasporti. Passaggio anche sul Servizio idrico integrato (acqua) che, in questa fase, ha visto l’arrivo in qualità di amministratore delegato di Giuseppe Testa al posto di Tiziana Buonfiglio: «Mantenimento della partecipazione con contestuale verifica e/o creazione delle condizioni di distribuzione degli utili di esercizio in futuro». Si parla inoltre di «mantenimento senza adozione di misure di razionalizzazione previste dall’articolo 20 del Tusp». Curiosità anche sulla partecipazione in PuntoZero: si prosegue, pur «non escludendo la possibilità di percorrere alternative soluzioni in futuro in merito alla gestione dei servizi comprendendo il recesso». Per quel che concerne Atc Servizi Spa c’è pressing per la conclusione della procedura di liquidazione. Storie più o meno tranquille su FarmaciaTerni (trend in costante crescita) e Terni Reti (integrazione del piano industriale 2022/2024 appena approvato): per entrambe c’è il mantenimento senza adozione di misure di razionalizzazione.

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Stentella e Bordoni

L’attacco a Sviluppumbria e il mantenimento della partecipazione

Palazzo Spada è socio per il 2,43% della società e nelle ultime ore si è sviluppato uno scontro – riportiamo l’attacco iniziale di palazzo Spada e la risposta odierna della partecipata – per l’incubatore d’impresa. In questo caso viene citato il «mantenimento senza adozione di misure di razionalizzazione e mantenimento della partecipazione con contestuale verifica e/o creazione delle condizioni di maggiore utilità per il Comune di Terni». Poi la recente polemica extradocumento con richiesta urgente di incontro con la presidente della Regione Tesei per «discutere il caso delle startup ternane che si sono viste recapitare da parte di Sviluppumbria una comunicazione di recesso del contratto di prestazione di servizi, compresa la locazione dei locali destinati allo svolgimento delle attività. Si tratta di un vero e proprio attacco al territorio di Terni da parte della giunta Tesei. Si vanno a colpire – le parole del vicesindaco Riccardo Corridore – aziende giovani, dinamiche, che complessivamente fatturano 21 milioni di euro e che danno lavoro in maniera diretta a 60 persone, con un indotto di 500. Si tratta di numeri rilevanti, peraltro in settori innovativi che riguardano le interconnessioni industriali, gli allestimenti ecosostenibili, il design, i dispositivi elettronici, la tipografia on line e le biotecnologie.  A fronte di settori fondamentali per la riqualificazione di tutto il sistema produttivo di Terni, Sviluppumbria, partecipata dalla Regione al 92%, assume un atto scarsamente motivato, sicuramente spropositato, intimando la riconsegna dei locali entro il  30 aprile 2024.  Questo significa mettere in ginocchio le aziende, distruggere anni di lavoro, con risultati brillanti e di grande speranza per tutta la città.  L’amministrazione Tesei deve rispondere quanto prima alla ennesima discriminazione verso Terni, realtà già fortemente penalizzata sul versante delle prestazioni sanitarie, delle infrastrutture, dei risarcimenti da sfruttamento idroelettrico.  L’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Bandecchi è vicina a tutte le aziende coinvolte, ai loro imprenditori, ai lavoratori ed è pronta ad assumere tutte le iniziative possibili per dimostrare vicinanza a chi è oggetto di un provvedimento privo di ogni scrupolo, nonché di un minimo di sana amministrazione». Giovedì pomeriggo il parere favorevole della III commissione con spiegazioni tecniche affidate alla dirigente Grazia Marcucci e al coordinatore contabile Andrea Giuseppe Stentella.

Michela Sciurpa

Michela Sciurpa, leader Sviluppumbria

Sviluppumbria replica: «Falso e strumentale»

«Sviluppumbria – la nota del primo pomeriggio di giovedì – ha tre sedi sul territorio: Perugia, Foligno e Terni. Quest’ultima ha tre diversi proprietari e vale a dire Invitalia Partecipazioni, il Comune di Terni e la Provincia di Terni, i quali hanno affidato la gestione della locazione dell’immobile a Sviluppumbria. Suo malgrado, qualche mese fa, Sviluppumbria ha ricevuto disdetta da parte di Invitalia Partecipazioni con richiesta di restituire l’immobile. Nella parte di proprietà di Invitalia, operano 23 funzionari di Sviluppumbria e 3 imprese. Ci siamo attivati immediatamente per informare Regione Umbria, socio di larga maggioranza di Sviluppumbria, che ci ha prontamente assistito mettendosi a disposizione per trovare la soluzione, già individuata. Allo stesso tempo, Sviluppumbria ha comunicato come d’obbligo il recesso agli altri proprietari (data della raccomandata 13 ottobre 2023) ossia Comune di Terni e Provincia di Terni nei quali spazi sono ospitate altre 8 imprese che in questi anni abbiamo costantemente assistito con i nostri servizi. Infatti, la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile e i contratti per le utenze sono sempre state a carico di Sviluppumbria. Mai ci saremmo aspettati di non avere risposte da parte degli Enti proprietari alle nostre comunicazioni e così abbiamo consigliato alle imprese ospitate di rivolgersi direttamente ai proprietari per iniziare a definire, sempre con il nostro supporto, nuove disposizioni contrattuali per poter agevolmente proseguire la loro attività imprenditoriale in quella sede. Solo ieri, il Comune di Terni, invece di ricontattare direttamente Sviluppumbria, come più volte da noi richiesto, ha pensato di scrivere pubblicamente che Sviluppumbria ‘sfratta le imprese’ e addirittura ‘mette in difficoltà le start up’. Niente di più falso e strumentale. La nostra disponibilità invece è massima, come sempre fatto presente alle imprese, agli enti proprietari e alle associazioni datoriali della provincia di Terni dove dal 2020 la nostra attività e presenza è fortemente aumentata. Ci riteniamo sorpresi (o forse no visto il periodo elettorale) che il Comune di Terni voglia strumentalizzare contro l’amministrazione regionale questa vicenda, invece, che rispondere alle numerose richieste di dialogo da parte di Sviluppumbria, come avrebbe dovuto fare se avesse avuto a cuore veramente le imprese presenti nello stabile. Nonostante questa evidente indisponibilità da parte del Comune di Terni, proprietario dell’immobile e socio di Sviluppumbria, grazie in primo luogo alla Regione Umbria continuerà a fornire alla comunità ternana tutti i servizi di informazione, orientamento, assistenza ed erogare incentivi a imprese, famiglie, ed Enti locali, così come stiamo facendo con continuità e professionalità da molti anni». Ci sarà un seguito?

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