Terni, siccità e acqua: «C’è crisi idrica ma è sotto controllo». 43% di dispersione in città

Lunga audizione di Carlo Orsini e Massimo Manni, numeri uno della Sii e del Consorzio di bonifica Tevere-Nera

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di S.F.

«Nel nostro territorio c’è crisi idrica, sì, ma è sotto controllo. Possiamo continuare a farci le docce con le dovute accortezze, un buon utilizzo della risorsa è da esercitare sempre e non solo in questa fase». È un Carlo Orsini tranquillo e senza troppe preoccupazioni quello che si è presentato venerdì mattina a palazzo Spada – con lui il numero uno del Consorzio di bonifica Tevere-Nera, Massimo Manni – per l’audizione in III commissione per parlare dell’emergenza siccità, della situazione delle infrastrutture nel Ternano e degli investimenti da portare avanti: acqua ridotta ma al momento non c’è un particolare allarme. Per la questione dispersione idrica la storia è diversa ed il presidente della Sii spera nel Pnrr per abbassare una percentuale decisamente troppo alta. Non poteva mancare un cenno ad Acea.

PERDITE IDRICHE, PERENNE PROBLEMA SII
LA PROMESSA SII DEL 2016: «BASTA SPRECO»

Massimo Manni e Carlo Orsini in commissione

La richiesta e le spiegazioni: «Tutto sotto controllo»

L’input per l’invito è partito dalla minoranza, in particolar modo da Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Utile per capire le problematiche per i fenomeni di siccità a Terni e la questione della dispersione idrica che, al 2021, era del 43-44% su Terni. E Acea che sta facendo per gli investimenti dopo l’operazione del 2020?». Orsini ha dato un’ampia deludicazione da circa venti minuti toccando più argomenti, in primis la siccità appunto: «Nonostante l’evidente riduzione di acqua – le parole dell’avvocato – il contesto ternano è sotto controllo e la maggior parte dei comuni non ha problemi di approvvigionamento per famiglie ed imprese. Certo, se non piove la situazione non migliorerà, ma l’attuale sistema di sorgenti ci permette di essere tranquilli; inoltre in molti casi l’acqua è di buona qualità, tutti possono verificare analisi e campionamenti». I problemi non mancano: «La sorgente della Rupa ha ridotto la sua portata della metà, tuttavia anche per quel che concerne il territorio provinciale la questione è sotto controllo in quanto sono stati realizzati investimenti per pozzi, reti nuove ed interconnessioni». Male che va ci sono le autobotti. Che costano ovviamente. Una criticità su tutte è stata segnalata per il centro di Fabro: «I pozzi non hanno portata sufficiente. Se la Sii si occupasse solo di Terni la tariffa sarebbe diminuita della metà: noi spendiamo molto per l’energia elettrica per portare l’acqua nei comuni in altura».

ACEA IN ASM, DI MEZZO ANCHE LE PERDITE IDRICHE SII
L’ORDINANZA DEL COMUNE DI TERNI

L’audizione

La richiesta di aiuto alla Regione, le perdite al 43% e il Pnrr

Bene. Ma più di qualcosa da sistemare resta: «Alla Regione Umbria abbiamo chiesto lo stato di emergenza – nelle ultime ore è arrivato il via libera dal governo in tal senso, ndr – per una serie di soluzioni da mettere in campo e trovare ristori rispetto alle spese in più sostenute. Mentre ai Comuni l’input è relativo alle ordinanze per l’utilizzo dell’acqua. Il Sii nel complesso ha 40 milioni annui dalle tariffe e questi vengono inseriti nel programma per manutenzioni e la copertura dei costi. Negli ultimi quattro-cinque mesi abbiamo avuto esborsi extra per 1 milione di euro, più le spese per le autobotti». Si arriva al nodo principale di tutta la vicenda: «Le perdite idriche? Un vulnus della Sii. Su Terni siamo al 43% – ha aggiunto Orsini – come certificato anche da Legambiente e rispetto al 2020 c’è stato un miglioramento dello 0,5% per circa 270 mila metri cubi. Comprende sia le perdite effettive che quelle apparenti (furti, frode ecc.). Il dato provinciale è invece del 51%, molto alto rispetto alla media nazionale del 42%». Male. Ma si sta muovendo concretamente la Sii su questo fronte? «Abbiamo implementato il sistema per la ricerca delle perdite: è efficace sulle reti moderne, su quello obsolete il costo è maggiore. Ne abbiamo 2.500 chilometri in tutto: 1.000 sono di adduzione, sono le meno colpite. Altri 1.500 km per la distribuzione e sono con maggiori perdite. Il problema? Le nostre reti superano alla grande i trent’anni di vita, ne dovremo sostituire trenta km l’anno per una spesa annuale di tre milioni di euro. Ecco, Auri nel 2021 ci ha riconosciuto 1 milione». La speranza è nel Pnrr: «Abbiamo partecipato ad un bando per ventidue milioni, se riuscissimo a prenderli riusciremmo da qui al 2026 a ridurle del 6%. Il discorso viene da lontano perché in questi venti anni sono state date delle priorietà alla manutenzione. Ora l’obiettivo principale è quasi esclusivamente lavorare sulle perdite. Non si può rimandare». Poi palla a Manni.

LA SPESA PER LA BOLLETTA IDRICA E LA DISPERSIONE

Massimo Manni

Bacini di accumulo, invasi e Pnrr consorzio

Meno lungo l’intervento di Manni sul tema: «Abbiamo avuto sei siccità – l’esposizione del presidente del Consorzio di bonifica – negli ultimi venti anni, non è più un evento straordinario. Nel 2017 c’è stato un piano invasi per recuperare l’acqua durante il periodo di pioggia e redistribuirla durante i periodi di siccità. Per quel che ci riguarda non abbiamo perdite perché c’è un sistema di allerta immediato e per il nostro territorio non dovremmo avere problematiche in tal senso, prevediamo 176 milioni di metri cubi dal Nera per l’utilizzo su 2.000 ettari a disposizione della conca ternana. Inoltre vogliamo potenziare i tre bacini di accumulo, a breve si inizia. In più investimenti sull’ammodernamento delle condotte: sono di cinquant’anni a e sono soggette a rotture». Anche in questo caso il mirino è sul Pnrr: «Siamo in graduatoria per quattro progetti, bisogna aspettare le tempistiche ministeriali». Nel complesso Manni ha parlato di «circa 70 milioni di euro di investimenti con suddivisione in stralci funzionali per la continuità dell’irrigazione». Focus anche sulla collaborazione con un’università di Milano per il progetto pilota utile al monitoraggio della portata dei canali irrigui, l’agricoltura 4.0 con supporto software e il progetto invasi (sette ne sono stati individuati). Si vedrà. «A causa della siccità c’è stata la riduzione di produzione del 50%», il dato lanciato.

SII, QUOTE ASM AD ACEA: L’OK NOTTURNO IN CONSIGLIO

Carlo Orsini

Ulteriori chiarimenti su Acea

Sia Luca Simonetti (M5S) che Gentiletti hanno chiesto lumi sull’apporto di Acea dopo l’operazione quote del 2020 in merito all’agibilità finanziaria: «Ha fatto solo aumentare le bollette», la critica del pentastellato. Orsini – con tanto di battuta nei confronti del presidente di commissione Federico Brizi per non mettere fretta – ha chiuso la questione: «Sono arrivato nel 2020 ed erano quelle. Ribadisco che le tariffe non le stabilisce la Sii, noi siamo gestori, ma l’Auri. Per il discorso perdite spesso si fanno riparazione su una rete obsoleta, si sistema ed il giorno dopo si ripresenta il problema magari dieci metri dopo sulla stessa infrastruttura. Acea? Funziona ovunque in Italia che il pubblico ha dovuto trovare un partner privato per sostenere i costi operativi, nessun Comune può anticipare 20 o 30 milioni. I privati sono coloro che danno garanzie per gli investimenti e chi c’era prima (l’avvocato cita Severn Trent Italia) non sempre aveva ottemperato agli impegni presi. Molto si è sobbarcata Asm. Ora c’è Acea e con la modifica dello statuto a fine 2020 ha sottoscritto ulteriori trenta milioni. Allo stato attuale tutto è regolare ed i bilanci positivi. La Sii comunque è sempre alla ricerca di ulteriori finanziamenti extra tariffe non legate alle bollette dei cittadini». Vedremo i risultati sulla dispersione idrica.

La richiesta

Per Manni «occorre raddoppiare la capacità di stoccaggio dell’acqua ed ampliare i sistemi irrigui in tutto il territorio di nostra competenza. Su questo fronte, il piano laghetti ed i cinque progetti da 26 milioni di euro che abbiamo presentato nel Pnrr devono essere la chiave di volta del futuro. Abbiamo già individuato, in collaborazione con l’università degli Studi di Perugia e il Politecnico di Milano, delle zone congrue per poter ospitare gli invasi nel Comune di Graffignano, Terni e Provincia». Il Consorzio di bonifica ha anticipato l’avvio dei suoi impianti di irrigazione a marzo: ad oggi gli impianti dell’Eente vengono utilizzati dai contribuenti nei bacini del Nera, Tevere e Baschi. «L’agricoltura – chiude Manni – non può aspettare. Il lavoro che siamo chiamati a svolgere come Ente è certamente lungo e gravoso ma deve portarci nella direzione di una economia agroalimentare autosufficiente e sostenibile. Dobbiamo intraprendere la stessa strada anche sul fronte della produzione di energia, evitando il consumo ininterrotto del suolo».

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