Ast, tutti al Mise quindici mesi dopo

Terni, il vertice di verifica dell’accordo siglato a dicembre 2014 si svolge in un clima surreale: con un ad in partenza e che potrà parlare solo del passato

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di M.T.

Quindici mesi, 474 giorni. Tutta un’altra ThyssenKrupp Ast. Da quel 3 dicembre del 2014, quando al Mise venne siglato l’accordo che metteva fine ad uno degli anni più drammatici (tra scioperi, scontri e manganellate), della storia moderna delle acciaierie, infatti, lo stabilimento ternano è diventato un altro.

IL TESTO DELL’ACCORDO

Lucia Morselli

Lucia Morselli

Il 2015/1 Un primo passaggio ‘politico’ l’amministratore delegato (ora) uscente, Lucia Morselli, lo aveva fatto il 18 febbraio del 2015, parlando alla commissione industria del Senato, mentre aTerni ci si interrogava già sul significato reale dell’accordo – il corsivo di Walter Patalocco – e si registravano gli ultimi strascichi di una stagione di tensione. A marzo, poi, erano emersi i problemi di carattere giudiziario, con le inchieste legate ad appalti e forniture di prodotti e servizi. Nel mese di aprile c’era stata una presa di posizione forte dei sindacati, che si erano rivolti alla Direzione territoriale del lavoro (la questione è ancora aperta) per denunciare lo stato di insicurezza all’interno dei reparti. Mentre la vendita di Vdm, da parte di ThyssenKrupp, aveva riproposto la questione relativa alla possibile cessione anche dell’Ast – il corsivo di Walter Patalocco – ed era annunciato il progetto di recupero delle scorie predisposto dalla ternana Rmt. A maggio, invece, i sindacati  avevano chiesto, senza esito, una verifica al Mise. E mentre la Provincia aveva inviato una ‘diffida’ per la gestione delle scorie, sui media nazionali era scoppiato il caso ‘Terni malata’ e sul progetto-scorie erano calare altre mannaie: a cominciare da quella di Antonio Taiani. Le indagini della procura della Repubblica, intanto, andavano avanti. A giugno alla corte di Lucia Morselli era arrivato Francesco Auregli; mentre a luglio – a sorpresa – le segreterie territoriali dei sindacati avevano aperto una ‘linea di credito’ alla direzione, se ne era andato (tre mesi dopo essere stato assunto) il capo del personale ed erano esplosi i casi Harsco-Ilserv e Cesar Group. Ad agosto erano ‘sparite’ le controllate e rotolate altre teste sotto la ghigliottina morselliana. A settembre la Cgil aveva fatto un passo importante e proposto un ‘faccia a faccia’ tra Lucia Morselli e Susanna Camusso, che si era concretizzato – umbriaOn lo ha proposto in diretta streaming – il 24 settembre.

IL FACCIA A FACCIA MORSELLI-CAMUSSO – IL VIDEO

Il 2015/2 In quella occasione – il corsivo di Walter Patalocco – Lucia Morselli ha peraltro fatto balenare l’ipotesi che ThyssenKrupp potesse ripensare al progetto di vendita di Ast, ma intanto è proseguita l’operazione di taglio sulle ditte esterne. A ottobre Lucia Morselli ‘liquida’ Antonio Bufalini e a lasciare l’Ast è anche Biagio Della Volpe: si chiude un’epoca. Tanto che a novembre la rivoluzione interna prosegue senza sosta e un delegato di base lancia l’allarme: «Vogliono spegnere un forno», provocando reazioni tra i lavoratori, ma anche tra le organizzazioni sindacali. Tanto che a dicembre, mentre gli osservatori – il corsivo di Walter Patalocco – non hanno dubbi: serve chiarezza e la ThyssenKrupp Ast gioca il jolly, indicando Antonio Catricalà come ‘supervisore’ per il mega progetto di recupero delle scorie che dice di voler realizzare. E poi raddoppia, annunciando che sulla collina di Prisciano – proprio sopra a quelle scorie – sorgerà un parco.

Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

Il 2016 L’anno nuovo si apre con una conferma: l’area a caldo si fermerà per qualche giorno tutti i mesi, tra i sindacati crescono i dubbi, prendono corpo le voci su un addio di Lucia Morselli e non solo e si ripropone – il corsivo di Walter Patalocco – il tema della piattaforma logistica incompiuta. Poi a marzo tutto accelera: la Uilm apre un fronte, denunciando di essere messa all’angolo, ma soprattutto – il giorno 9 – arriva la conferma che Lucia Morselli se ne andrà e che al suo posto arriverà Massimiliano Burelli. Ma la lady d’acciaio non arresta la ghigliottina, che continua a fare strage di teste, senza fare differenze tra maschi e femmine e senza tener conto del fatto che poi sarà il suo successore a dover mettere a posto le cose.

Il vertice di verifica Dal Mise, sarà bene mettersi comodi, non è lecito attendersi risultati particolarmente sfiziosi: «Se ci sarà solo Lucia Morselli – chiarisce un sindacalista – è ovvio che si tratterà di un incontro interlocutorio. A lei potremo, al massimo, chiedere come mai da settembre non paga più i fornitori, oppure che fine ha fatto quel paio di milioni di euro che ThyssenKrupp Ast ha risparmiato non pagando gli stipendi a tutti i dirigenti che ha sospeso, oppure a che punto siamo con la nuova linea che deve essere montata. Ma di tutto il resto, delle cose davvero importanti, dovremo parlare con il nuovo amministratore delegato. Non certo con lei».

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